bitter memories

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view post Posted on 24/5/2021, 13:10
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Tessa O'Brien
Corvonero | Avvomago | 31 | | Scheda | ♪500full-lauren-cohan Ti potranno tagliare le ali, ma non potranno impedirti di volare.

La convalescenza per una ragazza attiva come Tessa è una roba difficile da gestire. E’ quasi guarita dal problema di cui è rimasta vittima e con il ritorno delle forze stare chiusa in casa le pesa.
Fuori piove e non ha nemmeno la prospettiva di poter uscire a fare due passi. La decisione, a lungo rimandata, di rimettere a posto l’ armadio viene presa senza alcun entusiasmo. Rassegnata a scremare il guardaroba da tutto ciò che non usa la giovane donna apre le ante e viene letteralmente sommersa da una valanga di qualsiasi cosa. Incredibile come, nel tempo, sia riuscita ad accumulare tanta roba molta della quale inutile.
Sospirando si siede al centro della stanza per iniziare la cernita. L’operazione si ferma dopo pochi minuti, il tempo di ritrovarsi fra le mani un vecchio diario. Sfogliando le pagine del libricino sulle sue ginocchia scivola la foto di un ragazzo; le sue labbra si stringono mentre i ricordi prendono il sopravvento su tutto ciò che la circonda. Cominciando a leggere; rivive giorni passati ormai da diversi anni.
Erano i tempi della scuola, un’età che Tessa ricorda con una velata malinconia, un periodo che per l’ha segnata per tante cose; non ultima e non meno importante l’esperienza, provata sulla sua pelle, di cosa significhi e di quanto male possa fare un TRADIMENTO.
Fra le mura del castello aveva conosciuto e stretto amicizia con un ragazzo, lo stesso che dall’immagine magica sorrideva e salutava.
Erik era un concasato, un coetaneo col quale aveva condiviso l’intero percorso scolastico. Per Tessa fare conoscenze non era mai stato un problema ma stringere amicizie era un’altra cosa. Il compagno aveva saputo catturare l’attenzione e l’interesse della futura Avvomaga che non aveva tardato a trovarlo interessante. La conoscenza, col tempo, si era trasformata in una bella e sincera amicizia. A Tessa piaceva avere il punto di vista di un ragazzo, le piaceva parlare con lui; le veniva perfino spontaneo confidarsi con Erik. Lui ricambiava mostrandosi disponibile. Sempre presente sia all’ascolto che alla condivisione.
Discutevano. Lo facevano spesso.
Fra amici succede di non trovarsi d’accordo. Fra amici è possibile e a volte inevitabile succeda anche qualche litigio. Fra amici le cose si aggiustano e ci si ritrova più uniti di prima.
A chi diceva che non può esserci amicizia fra uomini e donne Tessa controbatteva portando lei ed Erik come esempio. Il sentimento che sentiva per il compagno era l’espressione della più pura, sincera e leale amicizia. Parlavano di tutto, dagli argomenti inerenti la scuola a quelli più delicati come le prime cotte, le simpatie più o meno romantiche, si scambiavano pareri e consigli che puntualmente non seguivano ma era ugualmente magnifico poterne parlare e confrontarsi. Tessa non aveva mai avuto o provato per Erik un interesse che andasse oltre l’amicizia. Erick era il suo amico ideale, il migliore ma non rappresentava il tipo di ragazzo con cui avrebbe potuto avere una storia. Erano troppo diversi sia per carattere che per modi di fare per poterci anche solo pensare.
Il loro rapporto era stato, fin da subito, schietto, leale, sincero e pulito anche se non mancavano fra loro scherzi a volte anche maliziosi.
Essendo fin da allora consapevole di avere molti difetti amava chi ne poteva vantare altrettanti ed Erick era imperfettamente perfetto. Le loro diversità si compensavano; Erick amava il melodramma, per conquistare Tessa era necessario farla ridere, lui era attratto da ogni svolazzar di gonna, lei non si lasciava sedurre da un bell’involucro. Diversi e incredibilmente compatibili.
Continuando a sfogliare le pagine del diario Tessa rilesse il prosieguo dei racconti confidati alle pagine che cominciavano ad ingiallire.
A turbare l’amichevole idillio tanto caro a Tessa arrivò quel si suole chiamare il terzo incomodo. Una biondina tutta moine e boccoli, senza un minimo di classe e ancor meno intelligenza. Una spacciatrice di favori, una generosissima dispensatrice di grazie.
Falsa come un galeone Lepricano, furba quanto uno Snaso quando punta all’oro e subdola quanto un’Acromantula.
Nemmeno ai tempi della scuola Tessa aveva usato parole volgari per descriverla, non era sua abitudine usarle diversamente dalla suddetta Principessa che disponeva di un vocabolario consistente al riguardo che non si risparmiava di dispensare ad ogni occasione.
Dapprima Miss Simpatia si mostrò affabile, per sua gentile concessione, anche nei confronti di Tessa che si mostrò disponibile a stringere amicizia con lei. Poco dopo però la bionda cominciò a rivelarsi per ciò che era. Interessata a tutt’altro che all’amicizia. Voleva Erick, voleva il drama, voleva seminare zizzania; per lei Erick era diventato una sfizio e uno sfida. Lui era compiaciuto di godere di tutte le sue attenzioni e per quanto Tessa esprimesse rimostranze verso la ragazza lui cominciò a cambiare. Era successo che Erick si fosse innamorato. Tessa non aveva mai messo in discussione i suoi sentimenti ed era stata felice per lui ma quello che c’era fra la bionda e l’amico non aveva nulla a che fare con l’amore. Erik divenne meno espansivo in quanto a confidenze, troncava le discussioni se avevano la discutibile tizia come soggetto. Non ammetteva pareri contrari al suo e cominciò a contestare ogni parola di Tessa rivoltandosi contro di lei.
Tessa soffriva per quella situazione. Era obiettiva, vedeva l’amo teso della bionda e la bocca aperta di Erick che lo ingoiava. Aveva cercato in mille modi di metterlo in guardia; le sue parole venivano fraintese, sottovalutate, giudicate in malo modo.
Le discussioni divennero all’ordine del giorno. Tessa si sentiva esclusa dalle sue confidenze, si sentiva accusare di gelosie inesistenti, veniva umiliata da entrambi e tacciata di non saper perdere ma Tessa aveva molto da perdere; in gioco c’era l’amicizia con Erick, una cosa per lei molto preziosa.
Voleva bene ad Erick, gli voleva sinceramente bene; vederlo voltarle le spalle per una che la dava a destra e a manca la faceva soffrire. Vederlo più o meno consapevolmente rimanere coinvolto nella tela che l’Acromantula aveva tessuto la spingeva a volerlo proteggere dalle sue fauci voraci .
Mai avrebbe pensato che Erick potesse essere il tipo di persona da lasciarsi ingannare così facilmente. Per Tessa Erick era diverso dagli altri boccaloni, era di più, era migliore. Col senno di poi si dovette convincere che non lo era affatto. Erik non era stupido, se agiva in quel modo era per convenienza. Dalla bionda poteva avere ciò che voleva senza problemi e come lui diversi altri studenti. A Tessa questo dispiaceva, per lei Erick meritava di più e di meglio. Divenne la scomoda voce della coscienza; evitare di ascoltarla divenne più comodo che affrontarla.
La goccia che fece traboccare il vaso avvenne una sera quando Tessa, andando a dormire, trovò sotto il suo cuscino, un biglietto con frasi altamente offensive dirette a lei.
Il messaggio era manoscritto e autografato, nessun dubbio su chi poteva averlo scritto.
La rabbia e l’ingenuità di Tessa ridussero il foglietto in mille pezzi che bruciarono nel fuoco del camino della sua stanza. L’indomani, riportando l’episodio ad Erick, vide questo tacciarla, per l’ennesima volta, di falsità e gelosia.
L’acromantula aveva raggiunto in pieno l’obiettivo che da sempre si era prefissa. Dividere i due amici.
Mentre fu facile e divinamente liberatorio escludere dalla sua esistenza la maleodorante presenza della ragazza non fu altrettanto semplice ed immediato fare lo stesso nei confronti di Erick. La delusione di Tessa per il voltafaccia dell’amico fu immensa. Pianse tutte le sue lacrime inondando il proprio cuscino per molte notti di seguito. Non uscì dalla camera per giorni dandosi ammalata; aveva il cuore spezzato per quello che visse come il peggiore dei tradimenti. Attese invano illudendosi di ricevere delle scuse che non arrivarono mai.
Tanto era l’affetto che aveva provato per l’amico che probabilmente sarebbe attivata a perdonarlo se si fosse dimostrato consapevole e dispiaciuto per il dolore che le aveva inferto. Tessa non era il tipo di persona che chiudeva la porta in faccia chi voleva bene, sapeva perdonare gli errori se questi venivano riconosciuti come tali ma non riscontrò nessun cenno di mano tesa da parte di Erick e questo la convinse a rivedere molti dei suoi pensieri circa l’ormai ex amico.
Tessa richiuse il diario. Non riusciva ancora, dopo tanto tempo, a darsi pace. La delusione ricevuta da Erick bruciava ancora sulla sua pelle come nel momento in cui l’aveva vissuta. Non sarebbe mai riuscita a perdonare se stessa per essersi illusa che il suo amico, il suo confidente e compagno di tante belle giornate avesse potuto mettere in discussione le sue parole, il suo sentire. Non le aveva nemmeno concesso il beneficio del dubbio rifiutando il dialogo e umiliando Tessa al punto di farla allontanare da lui, da un’amica sincera che se avesse ricevuto una sua chiamata dicendole che aveva ucciso qualcuno si sarebbe precipitata a cercare una pala per correre ad aiutare a seppellire il cadavere prima ancora di chiedere cosa era successo.
Tessa, richiudendo il diario, sentì le lacrime scorrerle lungo le guance; aveva il cuore stretto nella morsa come nel momento in cui aveva detto addio ad Erik. Aveva un’ottima memoria e non voleva affatto dimenticare ciò che era accaduto; nel caso avesse tentato di rimuoverlo le parole scritte sul suo diario sarebbero servite a ricordarle quel che aveva sofferto e subito. Il comportamento di Erick era stato devastante per lei e per il loro rapporto ed era arrivata perfino al punto di pensare … no, certi pensieri non erano da Tessa e quei pensieri erano dettati solo dal dolore e dal rancore che ne era derivato. Pregava Merlino di non doverlo incontrare mai più e pregava altrettanto intensamente Morgana affinchè neppure la ragna incrociasse la sua strada. Era meglio per tutti, soprattutto per loro.
Anche per quel giorno il repulisti dell’armadio sarebbe stato rimandato. Facendosi aiutare dalla bacchetta rimise le cose sparse sul pavimento dov’erano, compreso il diario. Dal vetro della sua camera un timido raggio di sole andò ad illuminare la stanza. Tessa si asciugò le lacrime, scrollò le spalle e sorrise a quel segnale.
Il suo amico, quello che si era illusa lo fosse, non esisteva più o forse non era mai esistito. Frequentare quella ragazza aveva cambiato o messo a fuoco ciò chi era Erik. Era diventato come lei scendendo al suo stesso, infimo livello. Chi aveva perso di più era lui.
La sua coscienza era tranquilla, il suo cuore prima o poi sarebbe guarito ma dentro di lei sapeva che certi vuoti non si colmano se non con la rabbia che avrebbe sempre nutrito in primis verso Erick che si era rivelato così insensibile, cieco o falso cieco e poi verso la dozzinale e rozza bionda che con le sue manovre e le sue esplicite offerte aveva dapprima modificato e poi distrutto un rapporto che per Tessa era unico e speciale. Lo era stato solo per lei e rendersene conto avrebbe sempre fatto un po’ male.


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