Future in a Deck of Cards, Words of Magic

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view post Posted on 31/8/2021, 22:20
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Corvonero
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1329 Prescott Street, San Francisco (California)

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Presente. Nel giardino della villa affianco, la signora Jones, seduta al piccolo tavolo posto in giardino, si stava godendo la vista dei fiori e delle piante perfettamente curate. D'un tratto, quella stessa donna vide una ragazzina passare di fronte alla sua casa. Le era capitato diverse volte di vederla, incrociarla. Doveva essere una delle nipoti della signora - Bennet, se ricordava bene - che abitava lì accanto, al 1329 di Prescott Street.
Ragazzina...
Chiamò con tono amichevole. La ragazzina che si fermò, per poi voltarsi, fu la giovane Prefetta Corvonero.
Signora Jones...?
Chiese la ragazzina facendo per avvicinarsi fino al cancello - ora aperto - che dava sul cortile della signora Jones.
Sei la nipote della Signora Bennet?
Domandò l'anziana, dopo aver preso un sorso del suo tè pomeridiano dalla tazza, che ripose prontamente sul piattino, accanto ad un pacchetto, sopra il tavolo circolare davanti a lei. La giovane Halliwell confermò con un cenno timido della testa. In quel quartiere magico, girava voce che quella donna fosse in grado di padroneggiare le arti della Divinazione: arti che maghi e streghe stessi sottovalutavano. E la nonna rientrava in questa categoria. Ma non le importava. Si avvicinò perdendosi ogni tanto ad ammirare il giardino.
Posso offrirti qualcosa, cara... un Tè magari?
No, la ringrazio
Si sedette sulla sedia di fronte alla signora Jones. Non le era chiaro il motivo per il quale l'avesse chiamata.
Mi perdoni, perché...
Perché ti ho chiamata? Volevo sapere come stava tua nonna. È da qualche giorno che ho una brutta sensazione sulla sua salute
Quelle parole la preoccuparono. Cosa stava accadendo alla nonna? Cosa le sarebbe accaduto? Da quando aveva incontrato ad Hogsmeade Esmeralda, la donna che le aveva fatto le carte, aveva imparato quanto fosse importante seguire quelle che potevano sembrare innocue sensazioni. Ciò che appariva senza senso, un significato ce l'aveva sempre, bastava solo sforzarsi di trovarlo. Ad ogni modo, Nonna Penny stava bene per fortuna. Avrebbe forse solo dovuto passare più spesso al San Mungo per dei controlli?
Potrei sbagliarmi...
Aggiunse poi la signora accorgendosi forse dello sguardo preoccupato della ragazzina.
Vuoi conoscere il tuo futuro...?
Phoebe annuì. Forse l'anziana signora Jones avrebbe anche potuto insegnarle qualcosa. La donna aprì il pacchetto sul tavolo e tirò fuori le carte. Chiese alla ragazzina di smezzare il mazzo per poi disporre cinque carte capovolte a croce. Girò la carta alla sua sinistra - quella alla destra della Corvonero.
Hai sofferto a causa dell’azione di qualcun altro. All'inizio però eri troppo piccola per avere la piena consapevolezza di ciò che è accaduto
*Mamma* Fu il pensiero straziante che attraversò la sua mente. Scoprì quanto pensare a lei facesse ancora male. Avrebbe davvero tanto voluto avere la possibilità di costruirsi anche solo un ricordo di sua madre. Nel frattempo, la seconda carta, quella centrale, venne scoperta.
Lo stai affrontando grazie all'aiuto delle persone a te vicine. Eppure, è come se ti mancasse qualcosa? E' come se...
In quel momento la frase si troncò bruscamente e la donna sembrò entrare in un particolare stato di trance.
In una spiaggia assolata, il tizzone ardente e
La voce della cartomante s'incupì.
il mulinello d'aria luminoso si agitano. A dar manforte al primo, giunge una seconda tormenta. Il piccolo mulinello così lascia la spiaggia andando incontro all'oceano.
Quelle parole suonarono oscure, incomprensibili. Il tizzone ardente? Il mulinello? Cosa significava? Ci sarebbe stato qualche litigio nella sua famiglia? I battibecchi, certo, non mancavano. Ma c'era qualcosa che tormentava la ragazza. Era in vista uno scontro terribile? Senza precedenti? La mente sondava tra i significati che potevano celarsi dietro quel presagio. Il tizzone... il fuoco. Il mulinello... l'aria. Il collegamento venne spontaneo. Il fuoco era Nonna Penny. L'aria, molto probabilmente, era lei stessa. Ma... l'altra tormenta? Forse sua sorella Prue?

Sei anni dopo.
Una spiaggia solitaria e assolata. I granelli fini della sabbia bianca luccicano sotto la luce di un sole brillante. L'acqua limpida del mare delicatamente lambisce la battigia. Sulla spiaggia come per magia fa la sua comparsa una piccola catasta di legna che improvvisamente prende fuoco. Le fiamme divampano mentre due vortici d'aria luminosi si avvicinano e fanno per spazzare via sabbia e acqua. Un turbine sembra provenire dal mare, l'altro dalla pineta in lontananza, dalla direzione opposta. Il fuoco arde sempre di più. I vortici a quel punto aumentano la loro portata. Quello proveniente dal mare d'un tratto diviene scuro e la luce comincia a spegnersi accogliendo dentro di sé il buio. Ed è in quel momento che il vortice va via facendo agitare il mare in onde gigantesche che si abbattono violente sulla sabbia.
Quel pomeriggio aveva fatto visita a Piper. L'antica Villa al 1329 di Prescott Street, in cui aveva vissuto fino all'adolescenza, ora apparteneva a sua sorella e a Leo, suo marito. Si trovavano nell'ampio soggiorno. Sedute sul divano parlavano del più e del meno. Piper sembrava voler testare lo stato d'animo della sorella, mentre quest'ultima pareva non rendersene nemmeno conto, almeno fino a che Leo non si avvicinò alla moglie, quasi a volerle mormorare qualcosa. Phoebe si sentì infastidita; era piuttosto evidente che fosse lei l'argomento principale.
Se state parlando di me, vi faccio notare che sono ancora qui
Piper e Leo rimasero interdetti. Per una frazione di secondo - che parve durare un'eternità - restarono ad osservarla senza spiccicare neanche una parola. Non sapevano come intavolare il discorso.
Quindi..?
Chiese Phoebe spostando lo sguardo color nocciola dall'uno all'altra in cerca di risposte.
Si tratta di... Cole
Iniziò sua sorella con cautela.
Cole...
Ripeté Phoebe alzando gli occhi al cielo. Lei e Cole stavano insieme da circa due anni; e non v'era alcun dubbio sul fatto che lui riuscisse a renderla felice.
Cosa c'è questa volta?
Crediamo che... Cole sia di nuovo un...
Mangiamorte...? No, no. Non è possibile. Sta lottando contro quel mondo.
Ricordava alla perfezione quando, all'inizio della loro storia, aveva scoperta che lui faceva parte della schiera dei Mangiamorte. Prue e Piper - le sue sorelle - l'avevano subito messa in guardia, ma lui aveva presto abbandonato quella strada, le era rimasto sempre vicino e l'aveva supportata anche dopo la morte di Prue circa otto mesi prima. Solo con il suo supporto era riuscita a farsi forza e ad essere d'aiuto a Piper. Da quando aveva lasciato I Mangiamorte, Cole aveva iniziato addirittura a lavorare al Ministero della Magia per dare il suo contributo - rischiando talvolta anche la sua stessa vita - nella lotta contro i Mangiamorte. Non era un Auror, tuttavia. Ma forniva loro informazioni utili.
Tu sai cosa hanno fatto i Mangiamorte alla mamma. E a... Prue
Le ricordò Piper. La voce le si spezzò in gola.
Ti sbagli. Non è più uno di loro
Precisò Phoebe.
Però noi... abbiamo motivo di credere...
Basta!
Sbottò Phoebe alzandosi di scatto dal divano. Non voleva sentire ragioni.
Ci preoccupiamo per te...
Intervenne suo cognato. Ad Hogwarts, Leo era stato un Corvonero; ora lavorava come Medimago al San Mungo e qualche volta gli era capitato di curare anche Dipendenti del Ministero. Phoebe non si soffermò sulla possibilità che la stessa Piper e suo marito avessero potuto notare qualche cambiamento di rotta in Cole. Lo stesso cambiamento di rotta che, se non fosse stata così cieca, avrebbe notato anche lei.
Phoebe, ascolta...
Le parole di Piper furono la goccia che fece traboccare il vaso. Qualcosa, dentro di lei, si era appena rotto. Irrimediabilmente? Solo il tempo aveva la risposta.

Presente.
Nel bosco il fuggiasco trova riparo. Accoglie l'oscurità e si tramuta in aquila. L'animale ferito ad un'ala plana dolorosamente a terra mentre un serpente si agita. Vuole liberarsi della corda che lo stringe con forza.

La Signora Jones riprese a parlare. Cosa stava a significare tutto questo? Un'intensa ed improvvisa tensione s'impadronì della ragazza. Il cuore ora le batteva forte; sembrava quasi volerle esplodere nel petto. Il fuoco. Il mulinello. L'aquila. Il... serpente? Era tutto riferito alle casate ad Hogwarts?

Otto anni dopo.
D'un tratto viene generata una fitta nube che sembra trasportare il vortice in un altro luogo. In un bosco, di notte. Solo la luce delle stelle illumina il posto. Il vortice poi si trasforma rivelandosi un'aquila dal piumaggio arruffato che sofferente plana scompostamente sul terriccio bagnato. L'animale ha un'ala ferita. Regna il silenzio. Un silenzio spezzato da un sibilo incattivito. Poco distante si può scorgere un serpente che si dimena e cerca di liberarsi dalla fune che lo stringe forte e lo tiene stretto.
Alla fine, i sospetti di Piper e Leo si erano rivelati fondati. Il mondo si era sgretolato, le era crollato adesso. Cole aveva ripreso a servire l'Oscuro. Come aveva potuto ignorare tutti gli evidenti segnali? Le cose lasciate in sospeso, appena accennate, alcuni suoi comportamenti sarebbero dovuti essere come un campanello d'allarme. La verità era che Cole non si sarebbe mai comportato in maniera furtiva, non con lei almeno. Non lo aveva mai fatto prima. Prima di riabbracciare il lato oscuro. Distrutta, ferita, qualche mese prima, Phoebe aveva lasciato la casa condivisa con Cole ed era tornata a vivere nella vecchia villa al 1329 di Prescott Street da sua sorella. Erano stati tre lunghi mesi di completa apatia. Niente sembrava smuoverla. Niente sembrava aver più valore. Quando era sicura di non esser vista, si rintanava a piangere. Malgrado si sentisse frustrata faceva di tutto per non darlo a vedere. Era una cosa che avrebbe dovuto affrontare da sola, non voleva mettere in mezzo Piper e Leo. Tuttavia scoprì, proprio quel giorno, che non sarebbe mai riuscita nel suo intento. Si trovava in cucina, quando un gran baccano la destò dai suoi pensieri. Proveniva dal soggiorno. Corse subito verso l'origine del rumore: non ci pensò due volte. La scena che in quel momento le si stagliò di fronte fu quella di un uomo ferito, a terra, e di una donna che gli puntava contro la bacchetta. Erano Cole e Piper.
Phoebe...
Ansimò lui. L'ex Corvonero sentì il cuore gelarsi. Non voleva avere nulla a che fare con lui. Prese dal mobile accanto la sua fidata bacchetta, la strinse con forza cercando di trovare un po' di quel coraggio di cui aveva bisogno. Si affianco a sua sorella. Al movimento del braccio dominante di quest'ultima, le posò una mano sulla spalla quasi a volerla fermare.
Lo sapevo che...
Un sorriso furbesco comparve sulla labbra di Cole.
Deve stare ad Azkaban. É quello, il suo posto
Avanzò di qualche passo. Le parole di Piper sfumarono, quasi come un'eco lontana. La bacchetta venne puntata in direzione dell'uomo. La mente mise a fuoco le corde. Erano lì, vivide come non mai: avvolgevano completamente il corpo ferito della loro vittima.
Incarceramus!
Ora Cole non poteva scappare. Le funi lo stringevano. Avrebbe trascorso il resto della sua vita ad Azkaban.
Qualche giorno dopo, Phoebe si ritrovò di fronte alla porta dell'appartamento a Kensington Street in cui aveva vissuto con Cole. La fretta con cui se ne era andata da lì aveva fatto in modo che vi fossero ancora alcune cose sue tra quelle mura. La chiave era tuttora in suo possesso. Ma sapeva, nel profondo del suo cuore, che non sarebbe stato facile rimettere piede in quelle stanze. Girò la chiave e la serratura scattò. Rimase qualche istante indecisa. Sarebbe stato difficile, e parecchio anche; eppure doveva farlo. Aprì la porta. Subito una sensazione familiare - adesso quasi fastidiosa - la pervase. Fece qualche passo avanti. Quella, era stata la sua casa: ora però stare lì non le procurava più alcuna gioia, anzi la nauseava. Terribilmente. Sospirò. Doveva evitare a tutti I costi di lasciarsi influenzare da tutto quello che provava. Era arrivata fin lì per una ragione. Lo sguardo spaziò lungo il soggiorno. La prima cosa che sembrò catturare la sua attenzione fu la divisa adagiata sul bracciolo sinistro del divano: sembrava leggermente stroppicciata. Si avvicinò. L'uniforme presentava i colori verde e argento: non era altro che la tenuta indossata da Cole ad Hogwarts. Il serpente che si dimena e la fune che lo stringe: la Signora Jones lo aveva predetto. Prese in mano il tessuto e distrutta scivolò a terra con la schiena contro il lato del divano. Non sarebbe riuscita a mettere a tacere il tumulto che la imprigionava. Voleva dare libero sfogo a quello che sentiva. Rabbia, dolore, frustrazione. Si rannicchiò su se stessa e finalmente pianse davvero. Non aveva mai pianto così tanto. L'Aquila ferita, anche questa volta la Signora Jones ci aveva visto giusto.

Words of Magic: SPIRIT - Prova 2 - Fa fare una predizione da una cartomante al tuo PG e racconta come essa si avvera.



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Edited by » Phoebe ° - 1/9/2021, 01:37
 
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