A colpi di rima..., Words of Magic

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view post Posted on 22/9/2021, 10:22
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Dark Wizards catcher | 28 y.o.| Irishman
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«Pensi di voler assistere tutto il tempo al duello con quel muso lungo?» La voce incalzante di suo fratello Sam lo riportò alla realtà, una volta preso posto tra gli ultimi posti degli spalti, costringendo Aiden a voltarsi per fissarlo con un sopracciglio inarcato. «Non è colpa mia se hai perso la scommessa!» esclamò nuovamente il maggiore dei fratelli Weiss, con un sorriso compiaciuto che prese a comparire sulle sue labbra, incorniciate da un leggero velo di barba rossiccia, mentre scrutava Aiden incrociare le braccia contro il petto muscoloso e scuotere il capo in maniera alquanto sconsolata. Sapeva perfettamente che suo fratello non era imbronciato per la sconfitta, non era il tipo di persona altamente competitiva da prendere sul personale un esito avverso, anzi, ne traeva la determinazione necessaria per migliorarsi; tranne sul lavoro, lì proprio non accettava nessun tipo di disfatta, poiché perdere significa morte certa. Era quindi palese che il motivo fosse ben altro, e proprio per questo Sam se la rideva da sotto i baffi. «Ti dispiacerebbe rispondermi? Il silenzio non ti aiuterà ad evitare la penitenza, ma la ritarderà soltanto. E’ inevitabile, non puoi sempre barare, fratellino.»
L’Auror replicò con un profondo e sconsolato sospiro, alzando gli occhi al cielo con esasperazione, pensando che almeno ci aveva provato.
Non era riuscito a finire il proprio Gioviale di Gump in tempo, prima che i conati lo travolgessero come un fiume in piena, proprio come accadeva ogni volta che i due fratelli mettevano piede al Paiolo Magico e si sfidavano a vicenda, determinati come non mai nel voler terminare quell’intruglio maleodorante e imbevibile, ma non riuscendo mai a scorgere il fondo del bicchiere; vomitavano sempre a pochi centimetri dalla fine, ma in quella particolare occasione Sam era riuscito a dare un sorso in più di Aiden, detenendo così la vittoria sull’altro. Fatto sta che la penitenza che il vincitore aveva stabilito sul vinto si era rivelata alquanto imbarazzante per l’Auror, dato che sarebbe stato costretto a parlare in rima per un’ora intera, dal momento stesso in cui si fosse azzardato ad aprire bocca.
Ovviamente, per cercare di ovviare la cosa, Aiden si era ricordato del proseguimento della Giornata del Duellante e che, pertanto, si era precipitato alla Congrega dei Saggi Duellanti conscio del fatto che, durante i duelli, le persone sugli spalti erano chiamate a mantenere il silenzio, o comunque quanto più decoro possibile in modo tale da favorire i due sfidanti senza distrazioni. Eppure, a quanto pare, Sam non voleva proprio saperne di demordere, anzi: stava facendo di tutto proprio per farlo parlare in rima davanti agli altri spettatori, sperando di rendere la cosa ancora più divertente.
«Ti sei fiondato qui per rifarti gli occhi, ehhh??? Dai, al tuo fratellone puoi dirlo, sai?!» La battuta fece strabuzzare gli occhi ad Aiden quando, all’improvviso, Sam decise di apostrofarlo in quel modo, con tanto di gomitata sulle costole. «Quale delle due? Quella che ti ha battuto o quella che è corsa dietro una cattedra, come tu stesso hai detto?» ridacchiò, ma si zittì qualche istante dopo, notando l'occhiataccia truce di suo fratello.
«Tutto ciò è assolutamente ridicolo, e se continui così sarai in pericolo!» Aveva ancora lo stomaco sottosopra e, come anche Sam, non vantava di un bel colorito, anzi, era talmente cinereo che sarebbe potuto sembrare un fantasma. Ciò nonostante si era stufato di venir continuamente stuzzicato da suo fratello, specialmente con simili battute, che alla fine fece partire il countdown, per la gioia immensa dell’altro Weiss. «Non voglio essere testimone della loro beltà, quanto più delle loro abilità. Sulla Rose io scommetto, poiché vanta del mio rispetto.» concluse, infine, serrando maggiormente le braccia sul petto e concentrandosi sul duello. Non si curò nemmeno del fischio di ammirazione che Sam produsse a seguito delle sue parole, incurante del fatto che il fratello fosse rimasto colpito dal significato delle sue parole o del buon uso delle rime: aveva semplicemente detto quello che pensava.
Per quanto poco sapesse di Emily Rose, in quelle poche volte che ne aveva incrociato il cammino, di una cosa ne era assolutamente certo: l’aveva battuto regolarmente e la rispettava per questo, perché - nonostante l’età e i ruoli che li differenziavano - aveva saputo tenergli testa fino alla fine, strappandogli la possibilità di una vittoria dopo quel duro scambio di incantesimi. Era stato uno scontro davvero acceso e intenso, forse un po’ fuori dalle corde dalla normale sportività, ma che comunque aveva infuso in Weiss la giusta scarica adrenalinica, proprio come piaceva a lui. In fin dei conti, si era detto a fine duello, poco gli sarebbe importato chi avesse vinto o perso, la Rose aveva ampiamente ripagato le sue aspettative. Cosa che non si poteva di certo dire della Fiachran.
Le voci al Ministero correvano, lente o veloci che fossero, e prima o poi arrivavano alle orecchie di tutti, comprese in quelle dell’Auror. Il sapore amaro del tradimento di Betterson, di quanto era accaduto al Hogsmeade quel giorno, compresa la fuga di Cassandra Reeves, nonché ultima rimasta tra i responsabili dell’attentato, era nettamente più sgradevole dell’abbandono del Distintivo da parte di chi, per un motivo o per un altro, non ce la faceva più. Servire il Paese era un compito difficile, non era per tutti, ma a differenza di molti altri Weiss era rimasto nonostante i rimpianti e i traumi subiti; era rimasto ferito, fisicamente e mentalmente, eppure niente lo aveva fermato, nemmeno la paura aveva prevalso sul senso del dovere. Apprendere che pure la Fiachran, benché Antimago, avesse preferito voltare le spalle al Ministero e ripararsi dietro una scrivania come molti altri suoi vecchi colleghi Auror che - ironia della sorte - avevano ottenuto il Distintivo prima di lui, per poi correre ad Hogwarts, si era rivelato talmente patetico da essere esilarante. «Il posto dei codardi!» era stato il suo unico commento al riguardo, oltre a provare infinita pena per quei poveri studenti, nonché le future generazioni della Comunità Magica.
Quando l’arbitro diede il via libera alle due sfidanti, le labbra del fulvo si incurvarono in un sorrisetto compiaciuto: benché a terra, Emily era riuscita a colpire Mireen con un incantesimo a lui noto e che aveva a sua volta usato sulla Serpeverde, l’Antares. Non era tanto per l’effetto che l’incanto avrebbe esercitato sulla Fiachran, quello era secondario, quanto più per il fatto che la Rose avesse optato per infliggere alla propria avversaria lo stesso tipo di afflizione che l’Auror le aveva fatto provare durante il loro incontro. Gli altri incantesimi che giunsero in seguito, di sicuro misero Emily in un certo vantaggio tattico - a detta dell’uomo - rispetto a Mireen, sofferente per via del veleno, oltre che dal resto degli incanti che la stavano penalizzando.
«Scommettiamo su quanto durerà?» intervenne, improvvisamente, Sam con una nota divertita.
«Un cicchetto che durerà un altro pochetto.» replicò Aiden in rima. Aveva come l'impressione che Emily si stesse trattenendo con Mireen, con lui non si era di certo risparmiata, ma anche così sembrava bastare nel tenere a bada lo Struzzo da Serra. Avanti Rose, accendi la graticola… Non risparmiarla! disse, tra sé e sé, in un silenzioso quanto personale tifo.
«Altri dieci minuti? Cinque?»
«Se la Rose continua con questi affondi, ci vorranno pochi secondi.»
«Giuro che è esilarante sentirti parlare in rima, fratellino. Dovresti farlo più spesso.»
L’Auror roteò gli occhi per l’ennesima volta. «Al diavolo tu devi andare, anziché continuare a beffeggiare...» grugnì, spintonando appena suo fratello con una spallata.
In tutta risposta Sam rispose per le rime, nel vero senso della parola. «E il bacetto della vittoria glielo andrai a dare, o per le orecchie ti dovrò trascinare?»
«Vai a fanc----» prese a dire a denti stretti, dopo essersi voltato di scatto per potergli assestare un pugno sul naso. Ma la frase gli morì in gola, che la voce sibilante di una vecchia a pochi passi da loro lo costrinse a zittirsi; non che avesse tutti i torti, del resto lui e suo fratello stavano davvero facendo davvero troppo chiasso e rischiavano sul serio di essere sbattuti fuori.
Per l’imbarazzo arrossì vistosamente e cercò di darsi un contegno e tornare a fissare il duello, specialmente quando Emily scelse di usare un Bombarda affinché Mireen venisse sbalzata via mentre cercava di usare un incantesimo su se stessa. A quel punto non riuscì a trattenersi e, dopo essersi dato una poderosa manata sulla coscia, Aiden sorrise con rinomato entusiasmo. «Rose in carica, anima barbarica!» esordì a mezza voce, evitando di non disturbare eccessivamente i presenti. Finalmente un po' di fuochi d'artificio, pensò, mentre agirò silenziosamente le braccio in aria.
Qualche istante dopo la mano di Sam apparve sul suo campo visivo e come mise a fuoco l'oggetto che suo fratello stava reggendo tra pollice e indice, gli occhi di Aiden strabuzzarono per lo stupore. Era veramente un rossetto quello stava osservando? L'Auror fissó gli occhi, visibilmente confusi, in quelli di Sam, il quale stava ridendo tra i denti per non farsi sentire dall'altra signora anziana accanto al Medimago.
«Che diavoleria è mai questa? Levamela dalla faccia codesta tintura funesta! Io non sarò il tuo pagliaccio o ti trasformo in un carpaccio!» aggiunse, assottigliando lo sguardo con fare sospetto e minaccioso.
Ridacchiando, con la mano libera premuta sulla bocca per non farsi sentire, Sam si avvicinò all'orecchio del fratello per sussurrargli qualcosa che soltanto lui, nonostante le continue scariche di risolini interferissero con la pronuncia delle parole, potesse udire. «Sciocchino, ma cosa vai a pensare?! Non abbiamo piuma e inchiostro a disposizione, così l'ho preso in prestito per scrivere. Forza, sfilati la maglietta!» concluse, infine, strattonando un lembo della maglietta bianca di Aiden che portava sotto alla camicia di jeans che stava tenendo aperta.
«Vuoi imbrattare la mia maglia con quella porcheria, per promuovere quale birbanteria?»
«Dai alla Rose un po' della tua poesia… Se devi fare il tifo, fallo come si deve!»
Sam aveva un'espressione inequivocabilmente facile da comprendere, il sorrisetto ne era la prova più assoluta, come se stesse aspettando che vuotasse il sacco, ma Aiden non aveva nulla da nascondere, o quantomeno ne era convinto. Confuso, incapace di accettare quella velata allusione che i lineamenti di Sam stavano manifestando, l'Auror si sfilò velocemente la maglietta e si affrettó a rimettersi la camicia, stavolta chiudendola con qualche bottone, per poi accettare il rossetto tra le sue dita. Pensò a qualcosa che potesse andar bene, che non fosse troppo "stonante" dal mettere a disagio Emily e se stesso e dare così un pretesto a Sam per poterlo prendere in giro. Sapeva perfettamente che suo fratello desiderava solo il suo bene, ma era anche dell'avviso che si dovesse divertirsi a dovere, dato che - a detta del Medimago - era sbocciato tardi con certi tipi di svaghi.
Senza rendersene conto, con le orecchie leggermente arrossata, Aiden sfilò il rossetto e cercò di scrivere sulla sua maglietta una rima, per il diletto di Sam, per poi alzarla sopra la testa affinché tutti potessero leggerla.

"Non tutte le Rose sono petalose,
alcune sono tremendamente spinose.
"


La risata soffocata di Sam, simile al grugnito di un cinghiale intento a grufolare, attirò l'attenzione di qualche Mago e Strega sugli spalti. Aiden, ne era assolutamente certo, sarebbero stati sbattuti fuori per quell'incessante mancanza di decoro, ma era tutta colpa di suo fratello, della penitenza fatta di rime come se fosse stato colpito della Fattura del Poeta; e meno male che era questione di un'ora, se fosse stato per sempre si sarebbe dato fuoco da solo, anziché continuare a vivere con una piaga simile.
Pregò Belenos che la Rose non lo venisse mai a sapere…

Words of Magic | Miscellanea n°6



Ambientato sugli spalti del duello attualmente in corso tra Emily e Mireen.
 
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