Braci e abbracci., Contest a Tema Novembre 2021 || Words of Magic

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view post Posted on 4/11/2021, 21:30
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Decumano Sud, La Contea 🍁

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Il panorama londinese visibile dalla minuscola finestrella della casa di Ned Lynch era monocromatico. Il cielo era cupo, i palazzi grigi, e gli unici elementi di colore erano dei tocchi di rosso sfuggevoli, inafferrabili, di passaggio. Pioveva, e le luci artificiali del tardo pomeriggio si distorcevano attraversando le gocce annidate sul vetro. Eloise stava bighellonando con una chiappa sul davanzale, e venne riscossa dal fischio insistente della teiera.
Per quanto arroccata e angusta, la nuova casa di suo fratello le piaceva. L’aveva scelta per due motivi: conquistare la piena autonomia della vita adulta e sfruttare al meglio le opportunità che una città come Londra offriva. Con l’esiguo stipendio che il Ministero concedeva ai giovani Spezzaincantesimi quell’appartamento era stato il massimo che si era potuto permettere. Passare più tempo fuori casa che dentro casa era diventato un vantaggio, oltre che una necessità.
Quel pomeriggio era uscito per un incarico straordinario, ed Eloise approfittava di quella nuova base per i weekend in cui era impegnata ai Tiri Vispi Weasley. Accomodatasi sulla sedia vicino al camino, stava per immergere la bustina di tè nella tazza quando un sonoro crac e uno sbuffo di fumo la fecero sobbalzare. Si versò addosso dell’acqua bollente, imprecò («Morganaladra!») e si voltò verso l’origine del rumore: dal camino si levava una nebbiolina densa e verdastra, che si dissolse rapidamente. Al suo posto, un volto conosciuto: nonno Rufus.
«Nonno?»
«Hannah Belle? Cosa ci fai qui?»
Eloise appoggiò la tazza sul tavolo e si alzò per aiutarlo a uscire dal camino. L’uomo anziano si guardava attorno spaesato senza riconoscere l’ambiente. Prese il suo braccio e uscì dalle braci appoggiandosi a quel sostegno con fiducia. I suoi occhi, che erano velati da una patina opaca di confusione, percorsero l’ambiente con estrema lentezza, e si posarono su Eloise.
«Questa è casa di mio figlio Ted?»
«No, nonno, ci sei andato vicino. Ned.»
«E tu...» La incalzò.
«Sono Eloise. La figlia di Hannah Belle. Ted è mio zio.»
«Certo, certo.»
Un gesto della mano pose fine alla questione, ma non fu sufficiente a scacciar via quell’aria dubbiosa che l’avvolgeva. Si attardò a guardare il paesaggio oltre la finestra, ed Eloise si sentì scossa profondamente.
Sua madre le aveva detto che suo nonno stava perdendo qualche rotella, che ogni tanto dimenticava la strada per tornare a casa, e che aveva sempre più bisogno di un sostegno costante. Qualcosa, nella sua testa, si era annodato, e non poteva sciogliersi. Sapeva che le visite ai nonni erano aumentate, e che c’erano sempre tante faccende a cui badare, ma non aveva avuto occasione di toccare con mano la realtà del problema. Mentre lo accompagnava a sedersi sulla sedia che lei aveva occupato fino a un attimo prima, si sentì in difetto per il tempo che non aveva trovato per andare a trovarli. E lui, che si appoggiava al suo braccio con tutta la sua fiducia, era come un bambino che deve ancora imparare tutto sul mondo. Se anche la visita imprevista non era stata premeditata e non era una richiesta d’aiuto, Eloise la leggeva come tale. Una richiesta di aiuto implicita e silenziosa.
«Vuoi un tè? Una tisana?»
«Certo, un tè. Ma niente scherzi, stavolta.»
Eloise ghignò, colpita dal fatto che il nonno ricordasse i pericolosissimi miscugli che gli aveva preparato durante l’infanzia, e che lui aveva sempre accettato di bere accogliendo le conseguenze più spiacevoli.
Mentre si girava per versare l’acqua bollente in una tazza pulita la punta di una lacrima fece capolino nel suo occhio destro. C’era una parte della mente di suo nonno che era inaccessibile e incomprensibile, e che avrebbe continuato a sfuggire sempre più velocemente. Eppure - scoprì una volta che si fu seduta al tavolo con lui - sopravvivevano certi ricordi e momenti che custodivano il cuore pulsante dei rapporti e delle relazioni, che rimanevano vividi nonostante la caducità della sua memoria. Nella sua testa c’era un labirinto di vicoli ciechi e ostacoli, ma tra essi si sviluppavano anche strade conosciute, e corrette.
Eloise decise in quell’istante che lei, in quelle strade giuste, lo avrebbe accompagnato. «Come la vedi...» Esordì, appoggiando la tazza vuota sul tavolo. «Se ti accompagno da zio Ted?» Il sorriso sul volto di suo nonno si allargò, e la dolcezza dei suoi tratti generò una piccola stretta nel cuore di Eloise.

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi
Words of Magic: Body #2 Miscellanea#5

 
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