Divertimento. La parola d’ordine per quella sera era divertimento. Con i cugini aveva letto di un nuovo locale con tanto di karaoke che aveva aperto a Londra e loro, da amanti della musica, non potevano non approfittarne. «
Cosa prendete da bere?» chiese Jordan ad alta voce, cercando di sovrastare il rimbombare delle casse e gli schiamazzi che aleggiavano attorno a loro. Erano arrivati da poco e, più o meno sgomitando, avevano raggiunto il bar alla destra del locale, tra l’altro neanche troppo lontano dal palco. Le luci soffuse rendevano difficile vedere poco più in là di un palmo dal naso, ma l’atmosfera che creavano era piacevole. Inoltre, erano al riparo dal freddo autunno inglese, dentro faceva abbastanza caldo da far riprendere la sensibilità alle guance congelate. Probabilmente anche l’alcool avrebbe dato il suo contributo.
«
Non sarà buona quanto la Burrobirra di Rosmerta, ma una birra normale andrà benissimo!»
«
Per me lo stesso, grazie!»
Stava per aprire bocca e dire la sua, ma ovviamente non le era concesso fare richieste «
Tu non ti azzardare!» l’indice ammonitore puntato contro di lei.
«
Il massimo che ti ci concedo è un succo di frutta!» sentenziò
«
Ah, non sapevo di non avere diritto di parola! Comunque va bene, fai tu!» alzò le mani in segno di resa. Suo cugino non ci mise molto a tornare con le ordinazioni e lei prese la sua bottiglietta, concedendosi poi un primo sorso.
«
Cris ha ragione, Madama Rosmerta non si batte!» dopo averla assaggiata storse il naso.
«
Mi mancano i pomeriggi ai Tre Manici di Scopa!» ora era curiosa. Al Ballo delle Case aveva bevuto la tanto decantata bevanda, rigorosamente analcolica, ed effettivamente era molto buona. Cos’aveva la birra babbana di diverso?
«
Si può sapere cos’ha che non va questa?» senza troppe cerimonie tolse la bottiglia in vetro dalla mano di Cristopher e si azzardò a provarla. Lo avesse mai fatto. Appena il liquido ambrato toccò le labbra, sulla faccia le comparve un’espressione disgustata. Era amara, niente a che vedere con il retrogusto dolce della Burrobirra. «
Bleah, che schifo! Ma come fate a mandarla giù!?» tese il braccio e la passò nuovamente a Cris, che se la riprese compensandola con un’occhiataccia.
«
Tu sei matta, l’ho sempre sostenuto!» mentre rideva sotto i baffi scosse la testa, ormai arreso all’evidenza.
«
Gli unici matti qui siete voi! Che razza di gusti avete!» provò a liberarsi del pessimo sapore che ancora le impastava la lingua con un po’ di succo, ma funzionò a malapena.
«
Mi spiace intromettermi, ma vorrei ricordarvi che siamo venuti qui per tutt’altro motivo! Non per discutere sulla bontà della birra! Chi si fa avanti per primo?» Juliet fece un cenno in direzione del palco. Ormai già diverse persone, più o meno intonate, s’erano esibite. Lei, ingenuamente, pensava di essere lì per assistere.
«
La nanerottola sembra già abbastanza brilla da tentare un’esibizione! Sali lì sopra e facci sognare!» la sfotté abbozzando una specie di brindisi in suo onore. C’è poco da dire, Jordan sa sempre dove colpire per provocarla.
«
Per caso hai i vermicoli al posto del cervello? Primo, non sono capace! Secondo, se proprio ci tenete andate voi!» sbottò.
«
E che sarà mai? Cinque minuti e già si saranno dimenticati della tua figuraccia!»
«
Dici? Allora perché non mi accompagni?» lo sfidò.
«
Ti piacerebbe, ma lascio a te le luci della ribalta!»
«
Juliet? Almeno tu non tradirmi!» quasi la supplicò in cerca di solidarietà femminile.
«
Ehm, no! Tocca ai più piccoli rompere il ghiaccio!» disse sghignazzando.
«
Brutti Troll figli di Morgana, questa me la pagherete! E va bene, scommetto che troverò qualcuno che mi darà manforte!» ci doveva pur essere una persone, una sola, in mezzo alla folla che aveva abbastanza fegato per fare un duetto.
«
Vuo scommettere? D’accordo, se trovi un’anima pia che canti con te pulirò la tua camera durante le prossime vacanze! Se così non fosse, nel mio nuovo appartamento ci sono ancora un sacco di scatoloni che attendono di essere svuotati! Che dici, andata?» di certo non si sarebbe tirata indietro.
«
Andata! E preparati, la lascerò molto sporca e in disordine!» detto ciò, mollò a loro il succo e a passo di valchiria si fece strada, tentando di mantenere una linea retta, in cerca di un secondo cantante in erba. Doveva sbrigarsi, il palco stava per liberarsi e a quel punto, volenti o nolenti, le toccava offrirsi volontaria. Quando arrivò nei pressi delle casse si guardò in giro. Cercò qualcuno che le ispirasse fiducia. Qualcuno che avesse l’aria di poterla assecondare. Nel buio della sala, notò che appoggiato al muro c’era un ragazzo. Stava appartato a ballare, ancheggiava a ritmo con la base della canzone che riproducevano in quel momento. Per caso era da solo? Poco importava, le sembrava
la vittima il candidato perfetto. Per niente intimidita gli si avvicinò e, proprio in quel momento, prima che riuscisse a rivolgergli la parola la musica cessò facendo calare un silenzio tombale. Era giunto il momento.
Senza pensare alle conseguenze gli afferrò il braccio «
NOI, TOCCA A NOI!» gridò mentre saltellava sul posto per attirare l’attenzione dello staff. Dopodiché lo trascinò con sé. Il più era fatto, ma in qualche modo doveva dare una spiegazione «
Ti prego reggimi il gioco, rischio di perdere una scommessa!» gli disse mentre ancora stava camminando in direzione delle scalette a lato del palco «
Giuro che mi sdebiterò!» sarebbe stato al gioco? Sperava di sì con tutta sé stessa!