Meno male che c'è la birra, Privata

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view post Posted on 9/12/2021, 23:58
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The North remembers. ♥

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19 Y.O.
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Fu difficile trattenersi dal piazzare una gomitata con precisione millimetrica nel costato di Grace dopo quel salve così ben sottolineato, ma era curiosa di vedere come il francese avrebbe reagito, soprattutto dopo aver sentito lo scambio di parole con la barista dietro al bancone. Frenò sul nascere una smorfia divertita davanti all’espressione falsamente addolorata di Lucien quando si voltò verso di lei e ne incrociò per un istante lo sguardo. Non sapeva se attribuirlo all’alcol bevuto in precedenza, anche se in fondo, si trattava solo di un paio di bicchieri di ottimo vino italiano, o alla vicinanza del mago – opzione più realistica – ma nonostante la presenza di Grace avvertiva la ben conosciuta elettricità risalire lungo le braccia e sfiorarle il viso. Cercò di non farci troppo caso, sperando che le sue guance fossero rimaste di una gradazione vicina al solito pallore. Udì la risposta di Lucien all’amica, e poté notare la lieve delusione che faceva capolino sul suo sguardo mentre ribatteva senza perdere la speranza « Sei sicuro? Perché mi ricorderei se fosse così. » Grace e l’alcol, una combinazione perfetta per far sparire ogni accenno di contegno. Ringraziò Morgana che Thomas non stesse presenziando a quella scena un po’ assurda, e cercò di risollevare la reputazione dell’amica. « Forse non ti ricordi di lui perché eri troppo impegnata a- » lavorare sarebbe stata la conclusione ipotizzata di quella frase che probabilmente svelava alla medimaga fin troppo di quanto avrebbe dovuto sapere – anche se in fondo era l’unica ad aver notato che non sempre Jane trascorreva le sue pause nella sala caffè in ospedale – ma un ragazzo si era avvicinato al terzetto nei pressi del bancone, interrompendola. Ciuffi di capelli neri ne incorniciavano lo sguardo gentile, le guance leggermente arrossate – se fosse per il caldo soffocante del locale strapieno o per altri motivi, non poteva saperlo – e una voce entusiasta. Non l’aveva mai incontrato prima, e nonostante trovasse la sua offerta vagamente audace gli sorrise gentile, pronta a presentarsi: sembrava che anche Grace avesse le stesse intenzioni, ma il francese fece svanire ogni possibilità di una conversazione normale. Spostò la sua attenzione su Lucien, incuriosita da quella frase che non sembrava avere un contesto, ma quando avvertì la presa sui suoi fianchi era troppo tardi per cercare un senso alle sue parole. La presenza dell’amica e dei due sconosciuti in circostanze normali l’avrebbero trattenuta dal lasciarsi trascinare in un bacio così intenso, ma come era capitato più volte Lucien riusciva a spingerla a compiere azioni che si allontanavano dal suo carattere e dalle sue abitudini. Udì in lontananza l’esclamazione scioccata dell’amica, mentre le parole della barista alle sue spalle giunsero chiare e ben scandite. Si unì alla risata del mago, scacciando la lieve vergogna che provava, e prima di scendere dal bancone non riuscì a trattenere un divertito « Un po’ mi dispiace per lei… ma non troppo. » sussurrato all’orecchio di quest’ultimo.

Il freddo di inizio inverno pizzicò le guance arrossate di Jane non appena uscirono dal locale, ma l’aria fresca fu un balsamo dopo il tempo trascorso in quel pub affollato. « Certo, perché di essere visti non mi pare vi importi troppo… » Udì le parole sussurrate dall’amica alle sue spalle e si voltò, pronta a fermare ogni ulteriore commento che sarebbe potuto uscire dalle labbra della ragazza: dallo sguardo incuriosito e sconvolto al tempo stesso intuì che l’indomani la pausa pranzo sarebbe stata all’insegna delle domande. Fece spallucce davanti alla sua espressione, sorridendo, per poi dedicare la sua attenzione al ragazzo di origini orientali che qualche istante prima aveva proposto di offrire loro da bere. « Non ci conosciamo, vero? Sono Jane, piacere! Lei è la mia amica, Grace. » allungò la mano sorridendo, controllando che anche l’altra medimaga si ricordasse delle buone maniere e che dimenticasse per almeno qualche secondo la scena a cui aveva assistito. « E’ un piacere conoscerti! Avrei accettato volentieri qualcosa da bere, ma a quanto pare il tuo amico aveva altre priorità… » Eccolo, il disastro che temeva: Grace non sembrava aver preso troppo bene l’occasione persa, anche se vista la loquacità probabilmente sarebbe stato meglio che evitasse l’alcol per il resto della serata. « Grace? Jane! Cosa fate qui fuori? Venite dentro, il Manchester United ha vinto, dobbiamo festeggiare! Marcus ha detto che offre lui! » Non sapeva chi fosse il ragazzo che Audrey aveva nominato, e probabilmente nemmeno Grace, ma evidentemente per l’amica non era un problema vista la smorfia divertita che aveva fatto capolino sul suo volto. « Avevo giusto un po’ di sete! Che dire, vi lascio ai vostri magici discorsi ragazzi, è stato un piacere! Jane, se poi vuoi bere qualcosa mi trovi dentro! » Il tempo di un cenno veloce con la mano, e Grace era sparita, lasciandoli soli sotto il cielo londinese.
 
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view post Posted on 11/12/2021, 14:14
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Kim Jisung - 김 지성
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Era pronto a tuffarsi in un altro boccale di birra ricolma di schiuma ma si ritrovò spettatore di qualcosa di inaspettato.
All'inizio la sua ingenuità lo portò a pensare che volesse sdebitarsi con la giovane donna offrendole da bere, ma, quando Lucien fece tutt'altro, Jisung rimase letteralmente annichilito. Si leccò le labbra, vizio che non lo aveva mai abbandonato, mentre il francese affondava i polpastrelli nei fianchi morbidi di lei. Era una roba da perderci la testa, almeno per un novellino come lui.
Poi Lucien la baciò e lo fece con una passione che Jisung non pensava potesse esistere tra un uomo e una donna.
Per la miseria! Ma faceva così caldo in quel pub babbano o era colpa della loro birra? Che non reggesse al meglio gli alcolici era un dato di fatto ma sentiva che la cosa gli stava sfuggendo di mano.
Avvertì a malapena i commenti illuminati dell'amica di lei, talmente era concentrato sulle labbra dei due o di quel poco che riusciva a vedere.
Aveva bisogno di bere un'altra birra, meglio altre due. Come poteva non aver goduto di niente del genere fino a quel momento? Cosa aveva che non andava? Lui sarebbe mai stato in grado di prendere una ragazza in quel modo facendole capire che era sua e basta. Possibile che Lucien facesse sempre così con le donne? Probabilmente quel comportamento era dovuto all'effetto dei fiori di Damiana.
Jisung si era sempre fatto trasportare dalle dolcezze dell'amore romantico tralasciando tutto quello che c'era intorno. Quei risvolti non avevano mai albergato nella sua testa fino a quel momento. Si rese conto che lo voleva anche lui e lo voleva disperatamente.
Ora non poteva più aspettare. C'erano dei fiori meravigliosi che stavano solo aspettando di essere colti e lui aveva sempre amato l'Erbologia.
Si passò le dita sulle labbra mentre i due tornavano verso di loro. Non fece in tempo a dire nemmeno un parola che si ritrovò trascinato fuori dal locale. Il freddo fu una manna dal cielo perché gli fece capire che in quel momento non era il caso di fare niente di strano e che la sua bacchetta sarebbe dovuta restare in fondo alla sua tasca, sebbene stesse scalpitando per iniziare a fare magie.
La seconda sorpresa arrivò dalle presentazioni. Jane, si chiamava Jane. Jane come la Medimaga? Possibile che fosse la ragazza di cui gli aveva appena parlato Lucien? Quella che lo faceva viaggiare sulla sua scopa? La stessa con cui di dilettava a giocare?
Sorelle Stravagarie! Ma era quello che intendeva per giochi licenziosi?
Jisung divenne rosso come la maglia del babbano urlante che prima era seduto dietro di loro.
"Io sono Jisung, felice di conoscerti Jane."
Nonostante il momento di confusione non aveva dimenticato le buone maniere.
"Lucien mi ha parlato di una sua amica che fa il Medimago, immagino che sei tu, giusto? Prima gli ho confessato che ho fatto domanda per entrare a San Mungo e lui mi ha parlato di te e che potrei chiederti qualche consiglio."
Non erano stati lì a fare i maschi pettegoli. Il nome di Jane era venuto fuori solo in riferimento alle sue qualità di medico.
Stava per presentarsi anche all'amica di lei ma questa venne richiamata dentro da una terza persona trovando una scusa buona per mollarlo lì come un pesce lesso. Niente di nuovo, era un copione che aveva letto mille volte.
Dopo il solito boccone amaro, realizzò che Grace lo aveva lasciato a fare il terzo incomodo tra Jane e Lucien. L'ultima cosa che voleva fare con la bacchetta era un Lumos per reggere il moccolo.
"Ehm, credo che probabilmente sono di troppo forse è il caso di lasciarvi da soli."


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view post Posted on 11/12/2021, 22:01
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La parentesi Jane, tanto inaspettata quanto violenta, aveva scombussolato ulteriormente il mago dandogli il colpo di grazia. Dei suoi vizi molti si intersecavano e ad uno ne faceva seguito un altro o ne diventava una conseguente imprescindibile. La sua collega, la macchietta Grace, aveva dimenticato il contegno in qualche cunicolo del San Mungo e quando Jane gli confidò di essere dispiaciuta per "lei", Lucien non seppe se si stava riferendo alla barista dalla spiccata ironia o alla collega e amica. L'aria fresca fu un toccasana per tutto ciò che bolliva nel calderone allungato che era la sua persona e, se non altro, lo aiutò a mettere da parte l'ansia di poter ghemrire l'attenzione di qualche babbano di troppo. Di norma sapeva come gestirli, ma non in quelle condizioni dove la meticolosità dava forfait. Curvò il busto in avanti ed impiantò i palmi sulle ginocchia, restando per un po' in quella posizione. Con le ciocche castane che viravano verso l'asfalto a celargli una fetta di volto, sogghignò alle parole di Grace sulle priorità sue e di Jane.
No, si disse, la strega non l'avrebbe seguita per festeggiare il Manchester United perché, se doveva fare il guastafeste, lo avrebbe fatto stoicamente fino alla fine.
Riappropriatosi della posizione eretta - giusto in tempo per udire le presentazioni dei due - non afferrò la risposta che Jane diede a Jisung su un possibile dispendio di consigli medici, e le fece calare il braccio attorno alle spalle esili. Profumava di spaghetti al pomodoro, di vino e di lui. Una morsa ben nota gli annodò le viscere e la brama di portare avanti ciò che era stato interrotto prese ad intaccare ciò che restava della sua volontà. I polpastrelli presero a picchiettare la spalla coperta dal morbido maglione, come il ticchettio di un orologio che azzerava un countdown. Lo sguardo velato di Damiana e Luppolo colò sull'amico ritrovato ed un sorriso mefistofelico fece da corollario.
«Beh, Jisung, nutro la speranza che scoprirai presto che agli istinti è difficile comandare.»
Forse era semplice ottimismo sporcato da qualche alcolico di troppo, eppure sentiva di poter essere fiducioso a riguardo. «Il secondo giro teniamolo per brindare ai tuoi futuri successi, primo tra i quali spero esserci l'assunzione. Ti basterà mandare un gufo a Hogwarts, più precisamente alla capanna del guardiacaccia» ammiccò con fare complice, in parte dispiaciuto per il mancato drink (si, magari non quello che aveva ordinato alla barista), dall'altra convinto che facesse parte di un disegno più grande. «Qualcosa mi dice che Grace non stia aspettando altro che tu la rincorra là dentro» un cenno al locale dal quale grida e schiamazzi facevano tremare le fondamenta «E le offra sia da bere che qualcos'altro. Ora sai.» Si bordò le labbra con la punta della lingua con la lentezza snervante di una lumaca che tenta il giro del mondo in due giorni. Il lieve tamburellio sulla spalla destra di Jane cessò come per magia ed un soffio caldo le spirò all'orecchio.
«Credo di aver lasciato la finestra della tua camera aperta, quando ho fumato. Stanotte il cielo è scevro di nubi e credo che, se ci mettessimo d'impegno, potremmo sostituire la mera contemplazione al proposito di toccarle con un dito.» Una pausa a riflesso dell'effetto della sua creazione artigianale. «Sempre che ti aggradi l'idea.»
Lucien Cravenmoore | 26 y.o. | teacher
 
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