Lady Wollstonecraft, Privata.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/10/2022, 19:07
Avatar

"Gran Sacerdote del Tempio della Pizza"

Group:
Giornalista
Posts:
1,461

Status:


Ariel A. Vinstav
Banshee • Photographer • 24
Buffering


Lei, diversamente dagli altri, certi segnali del corpo non li notava facilmente: Mary poteva scivolare leggermente indietro, persino sussultare ed era probabile che Ariel avrebbe comunque faticato a comprendere istantaneamente di essere di troppo. Come biasimarla, del resto, quando era difficile per lei mantenere la concentrazione su un singolo oggetto, persona o punto nello spazio? In quel momento gli occhi erano sul ciondolo, ma le orecchie erano tese per la leggera brezza di fine autunno contro le siepi ornamentali del cimitero. Chi poteva dire loro cos’altro l’avrebbe distratta da un momento all’altro? «Forse è strano che lo dica io, ma penso che sia presuntuoso poter raccogliere tutto quello che proviamo dietro una singola parola. “Casa”, secondo me, è quello che in questo momento pensi sia – va bene se cambi idea fra un’ora.»
Il tono di voce leggero venne accompagnato da un sussulto: "Sbaglio o quella vicino all’albero è una farfalla?"
Si girà di scatto a seguirla, mostrando il profilo all’aspirante fotografa e perdendosi nuovamente in un nido di pensieri e stimoli totalmente lontani dalla loro conversazione. Giustappunto, ecco la sua celebre “soglia dell’attenzione” — o al più la sua mancanza.
Anche a causa di ciò tardò nel rispondere. Aveva percepito la frustrazione di fondo nelle parole di Mary e come biasimarla?
Poteva empatizzare senza sforzo, lei: aveva passato anni della sua vita spezzata fra tre realtà di vita diverse pur di cercare di sentirsi a casa.
Ad oggi non poteva dire di aver ottenuto risposte al suo dilemma, ma solo rinnovate domande.
«A volte le cose che ti fanno sentire qualcosa arrivano quando non le cerchi, forse sono lì che ti guardano, ma tu sei distratto. E’ un po’ come quando scatti le foto: forse ciò che immortali ti fa sentire qualcosa, ma stai perdendo comunque tutto il resto del mondo attorno a te per quei secondi.»
Così le rispose come meglio poteva, senza riuscire però a smussare gli spigoli di una realtà che le stava stretta, ma che doveva accettare.
«Potrei dire lo stesso: sei andata in un altro continente dopo Hogwarts!»
E a tal proposito della Scuola di Magia che continuava a perseguitarla dall’inizio della sua carriera in Inghilterra, similmente faceva il Rogo di Hogsmeade.
Aggrottò la fronte, confusa davanti alle domande di Mary. Si girò, abbandonando del tutto il suo interesse per la farfalla di passaggio.
Si prese del tempo, trovando comfort nello scatto della macchina fotografica.
«Mh-mh.» Sì, le aveva viste insieme qualche volta. Si ricordava benissimo l’imbarazzante tensione tra di loro alla cassa di Madama Piediburro durante San Valentino. Sarebbe bastato rispondere con leggerezza, senza dare peso all’argomento. “Sì, dai. Siamo buone amiche” non avrebbe lasciato spazio per indagare ulteriormente.
“Non siamo amiche, però” I suoi pensieri erano contrariati, contrariati da Ariel e dalle persone che le avevano insegnato a tenersi dentro tutto, a rifuggire dalla propria realtà per impedire gli altri di doverci scendere a patti.
Che senso aveva, poi, se la gente non voleva mai comprendere l’esistenza di mondi diversi dal proprio?
Si morse il labbro inferiore.
Avrebbe parlato dell’evento, più che di Jolene. Sì, quello era un buon compromesso: schermare il proprio dolore con uno più grande e per certi versi “importante”.
«C’è stato un attentato a fine Agosto ad Hogsmeade, sono sicura che se chiedi al Ghirigoro avranno ancora una qualche vecchia copia degli articoli in merito, o posso spedirtela io dalla Gazzetta. Un gruppo di criminali ha appiccato un incendio ad High Street e aveva degli ordigni magici …»
Stava per perdersi di nuovo nei dettagli. Scosse leggermente la testa.
«Studenti e staff della scuola fanno la vita al Villaggio, si sa. Jolene era lì.» Si interruppe. Le mani si strinsero attorno ai lembi del parka, cercando conforto nella pressione delle unghie contro i palmi delle mani.
«Ha cercato di aiutare i feriti, ovviamente.»
L’ammissione sembrava quasi pesarle: come biasimarla, del resto? Non poteva essere del tutto tranquilla nel sapere che l’istinto dell’Infermiera la portava a priori ad essere pronta a sacrificare se stessa per gli altri. «Ma quando vedi queste cose … ti cambiano, ti toccano. Quindi …»
Non sapeva cosa dire. Aveva già parlato abbastanza, il resto non erano più fatti, ma informazioni private di un intimo non suo.
«Il tempo aiuta. Sta meglio, ma non può dimenticare.»
 
Top
15 replies since 21/1/2022, 18:13   462 views
  Share