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| È sempre difficile mostrare una certa disinvoltura quando in realtà si ha altro per la testa. Che cosa sarebbe successo se quel rapporto fosse andato perso? E se, ancora peggio, fosse finito nelle mani sbagliate? Non volle nemmeno pensarci. Cercando di mantenersi per lo più rilassato nei confronti dei due concasati, solo in quel momento Mike avrebbe iniziato a riflettere sul suo approccio, forse eccessivamente diretto e confidenziale, con il quale si era appena rivolto alla giovane Lyvie. Lì per lì non era riuscito a pensare a nessun’altra giustificazione per motivare la sua comparsa lì, proprio affianco della serpina, ma una cosa era certa: il resoconto andava portato in salvo. Ora che l’aveva scorto e individuato poco sotto la sua attuale postazione, il Caposcuola avrebbe potuto tirare un metaforico sospiro di sollievo, anche se i problemi sembravano non essere finiti lì. Tra Silias e Lyvie, a pelle, sembrava non tirare una buona aria, anche se il riscontro della Synfenir riuscì a strappargli un sincero sorriso. «Un osso duro?» Squadrò Morgan per qualche istante, prima di aggiungere: «Nah, secondo me ha soltanto bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi. Hogwarts può essere un grande cambiamento nella vita di un giovane mago, e all’inizio ci si può ritrovare un po’ spaesati.» Ad essere sinceri la conversazione tra i due sembrava riguardare punti piuttosto controversi, quali l’organizzazione dello studio e l’eventuale amicizia con studenti di altre casate. *Ah, queste nuove leve!* Mike arrivò a sorridere tra sé, riflettendo sul fatto che in quei primi momenti era del tutto normale sviluppare una certa forma di cameratismo. Anche l’inglese era passato da quel periodo nel corso del suo primo anno ad Hogwarts, ma negli anni successivi era poi riuscito a riconoscere che qualche mago o strega valido poteva celarsi anche dietro divise di un altro colore…e quanti momenti meravigliosi si sarebbe perso se non fosse riuscito ad abbattere quel suo preconcetto! Più che un osso duro, in ogni caso, in quel momento il neoserpino sembrava mostrare qualche evidente segno di imbarazzo, e quando Silias si rivolse a lui con modi formali ed eleganti, scambiò subito uno sguardo eloquente con Lyvie, come a volerle chiedere un qualche tipo di spiegazione. Insomma, cosa stava succedendo? Nascondendosi dietro un cenno di circostanza, Mike avrebbe cercato di prendere in mano la situazione per tracciare una nuova strada per il proseguo della convivenza. «Certo, poi farmi qualsiasi tipo di domanda… ma solo se inizierai ad utilizzare con noi, e con tutti gli studenti, modi meno formali. Puoi rivolgerti così al corpo insegnanti, al personale scolastico e ai fantasmi, ma non a noi.» Fissata quella prima regola per cercare di far sentire tutti più a loro agio, il Caposcuola avrebbe poi fatto passare la mano destra vicino al brillante distintivo che ne identificava il ruolo all’interno del castello. «Già, sono proprio io! Vedrai che tra un giorno o due ti ricorderai anche tutti i nomi dei nostri Prefetti.» Terminata la presentazione e notato quel primo tentativo di scuse, Mike ne avrebbe approfittato per far finta di dover sistemare i lacci di una sua scarpa, sotto il tavolo. Con quella scusa era riuscito ad allungare le mani sulla preziosa pergamena; l’aveva appena afferrata quando, riemerso da sotto il tavolo, sentì Silias rivolgersi ancora una volta in maniera formale nei confronti di Lyvie. «…e ricorda la regola che ci siamo appena dati.»
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