Zephyr, Privata

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view post Posted on 4/4/2022, 11:22
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Jean Grey, Prefetto Corvonero - 16 anni - serena
Hogsmeade coperta di neve era sempre uno spettacolo magnifico. Jean non aveva amato da subito quel luogo, più che altro perché era diventata Prefetto molto presto e le sue gite a Hogsmeade erano quasi sempre state legate all'accompagnamento dei primini. Insomma, un obbligo, e come tutti gli obblighi a Jean non piaceva. Però, dopo un po', la magia di quel luogo aveva rapito anche lei, e aveva iniziato ad andarci sia con i compagni che da sola. Quel posto le era entrato talmente tanto nel cuore che nemmeno la rottura con Genny gliel'aveva rovinato. E il rischio era elevato. Genny era fissata, per usare un eufemismo, con Madama Piediburro e le sue cioccolate bevute in un'atmosfera tutta cuore-bacini-bacetti-ciuciuciu. Ora che non stavano più assieme, Jean si era ripromessa che avrebbe evitato quel locale come la peste, non perché le ricordasse Genny o le facesse venire qualche ricordo "doloroso", ma proprio perché aveva la nausea di tutto quel rosa e quelle sdolcinatezze.

Da qualche giorno, Jean aveva iniziato a sentirsi meglio. I giorni successivi al ballo di fine anno, alla litigata e chiusura definitiva con Genny, erano stati lunghi e dolorosi. Le vacanze di Natale appena passate erano state le più strane di sempre, tra reclusione auto imposta, pulizie ossessive e serate in giro per Stratford-upon-Avon. Ma essere tornata finalmente nella sua seconda casa (che ogni giorno si trasformava sempre più nella sua unica, vera casa), tra le braccia sicure del castello e dei suoi amici, l'aveva fatta rinascere. Anche se di fatto erano passati solo pochissimi giorni dall'arrivo, erano già successe diverse cose strane. La più importante, naturalmente, aver rivisto Genny. Lo sapeva, era preparata. Ma non pensava certo che non avrebbe provato niente. Nulla. Da un giorno all'altro, la sua ex non rappresentava più niente per lei. Le voleva ancora bene, le aveva sorriso ma Genny aveva girato la faccia. E a Jean non era importato. Non ci aveva rimuginato più di tanto. Non ne avrebbe comunque avuto il tempo. La sera prima, non molte ore dopo l'incontro con Genny, era successa la seconda cosa strana. Casey Bell, la nuca colorata di biondo che aveva fissato a lungo durante la riunione, le aveva mandato un gufo con allegato il suo libro di storia. Jean non aveva fatto altro che pensarci dalla sera prima, ci pensava anche quel pomeriggio, mentre passeggiava per Hogsmeade avvolta nella sua sciarpona di lana. Si domandò se qualcun altro avesse notato il gufo piombare nella Sala Comune fino al dormitorio, qualcuno tipo Megan. Avrebbe voluto saperlo, per capire se doveva aspettarsi qualche domanda dall'amica. Lo avrebbe comunque saputo a breve.

Jean si sarebbe dovuta incontrare con Megan proprio lì, a Hogsmeade. Avevano deciso di vedersi giusto la sera prima, dopo la riunione. Nessuna delle due aveva voglia di chiudersi nel chiasso in un locale, quindi avevano optato per stare un po' all'aria aperta. Almeno finché non avessero iniziato a ibernarsi tutte e due. Jean era preparata: indossava un maglioncino bianco a collo alto sopra una canottiera bianca anch'essa, un paio di pantaloni neri e spessi che coprivano dei collant abbastanza sottili, stivaletti in pelle, un cappottone rosso e dei guanti che richiamavano il colore del collo che sbucava dal cappotto. E naturalmente la sciarpa bronzo-oro formato extra large che le aveva regalato la mamma per Natale: l'abbinamento di colori era pessimo, ma era la sciarpa più calda che avesse mai indossato, anche se ogni tanto le pungeva il mento. Jean era davvero felice all'idea di incontrarsi con Megan. Era una sua cara amica, oltre che la sua mentore, ma più per tutte le avventure che avevano passato assieme che per una reale e forte confidenza. O meglio, Jean sapeva di poter contare su Megan per tutto e confidava che la Caposcuola sapesse di poter fare altrettanto, ma il loro rapporto era particolare. Spesso sembrava che la complicità fosse taciuta, sottointesa, e difficilmente le due rimanevano a parlare o a confidarsi a lungo come normalmente fanno due amici. Era un rapporto particolare, complesso e bello, che Jean amava molto. Questa, per lo meno, era la percezione di Jean. Forse fino ad allora c'era stato un blocco naturale dovuto all'età, Jean era più piccola di Megan e questo probabilmente aveva reso complicata una vicinanza stretta. Ma le cose erano cambiate, la differenza di età naturalmente sussiteva ancora, ma Jean era maturata molto negli ultimi anni e sentiva di poter essere più vicina a Megan sotto vari punti di vista. O almeno, lo sperava. Quanto accaduto per la vittoria della Coppa delle Case, poi, era un segnale ancora più forte. Quel giorno, comunque, Jean voleva solo godersi un pomeriggio rilassante insieme alla sua amica; che fosse una tranquilla passeggiata sulla neve o una burrobirra, che ci fossero grandi chiacchierate o sereni silenzi, sarebbe stata comunque contenta di spendere un paio d'ore insieme. Raggiunta una panchina che sembrava più asciutta delle altre, ci si accomodò. I collant attutivano un po' il freddo, ma Jean rabbrividì comunque quando sentì le natiche a contatto con il legno gelido. Si guardò attorno: di Megan ancora non c'era traccia. Ma era normale, era uscita in anticipo di almeno un quarto d'ora. Aprì il romanzo della Strega Morena, sperando di riuscire a concludere il penutlimo capitolo mentre aspettava l'amica.
 
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view post Posted on 3/5/2022, 11:22
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Ocean eyes.

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xxxxxxxxZ E P H Y R xxxxxx


Il ritorno ad Hogwarts per Megan era stato decisamente un sollievo. Stare lontana dalla dimora Haven alleggeriva il peso che portava dentro e la solitudine diventava non più un abitudine ma qualcosa da ricercare tra una pausa e l’altra. Gli impegni erano sempre gli stessi seppur con qualche leggero carico dovuto agli imprevisti. Così in men che non so dica, tornare a casa, tra le mura del castello, dopo giorni di agonia, diventava una routine piacevole. Spesse volte si era chiesta cosa avrebbe fatto una volta passato il settimo anno; gli anni che la separavano dal passaggio di donna adulta in una società corrotta diminuivano il tempo di trovare una risposta definitiva a quell’interrogativo. Quella mattina Megan si era alzata iniziando la giornata come pianificato. Nel caos della riunione avvenuta la sera prima aveva avuto il tempo di accordarsi con Jean poco prima del rientro nelle proprie stanze in Sala Comune. Era entusiasta di godersi il primo pomeriggio in libertà, un piccolo spazio che si era ritagliata in virtù di uscirne lieta per il trascorso. Così, aveva passato parte della giornata a prendere atto di alcune modifiche da apportare durante l’altra metà dell’anno - dati i primi risultati poso soddisfacenti -, presenziato a una lezione per poi finire a studiare alcune pagine del libro di Rune.
Il bianco del pantalone e della maglietta, aderiva perfettamente al corpo magro e sinuoso della giovane. Megan posò un cappotto blu sulle spalle poi indossò la sciarpa Corvonero. I capelli scendevano lungo la schiena totalmente sciolti, alcune ciocche si legavano in piccole trecce ben disposte l’une dalle altre dando una imperfetta simmetria che all’apparenza funzionava, poi uscì. Percorrere i corridoi affollati del Castello le rubò qualche minuto in più. Tra riverenze e sguardo fugaci si era fatta spazio fin all’uscita.
Nascosta dal pesante cappuccio, così Megan aveva percorso la via di Hogsmeade indisturbata e - una volta giunta nella piccola cittadina - raggiunto il posto dove lei e Jean si erano date appuntamento.
La vide seduta su una panchina e un sorriso naturale spuntò dalle sue labbra. Intenta a leggere un libro, Jean era assorta tra le righe che narravano un nuovo capitolo di una storia. Megan spesse volte si chiedeva cosa tenesse il loro rapporto così saldo. Nutriva una profonda stima per lei e questo tanto bastava a consolidare un'amicizia. Sapeva che poteva contare su di lei e così sarebbe stato a parti inverse.
Affrettò gli ultimi passi e le si piazzò davanti effetto sorpresa. «Ciao! Mi scuso per il leggero ritardo ma sai le solite rotture…» Si accertò dell’ora tirando fuori dalla tasca l’orologio preso a Londra, “regalo” di Nieve Rigos, ricordo non dei più legali. Guardare quell’oggetto era diventata ormai un abitudine, tanto da non pensare più a quel momento.
Alzò gli occhi al cielo accompagnando le ultime parole. “Rottura” era il termine esatto per definire alcune delle cose che facevano parte del proprio ruolo all’interno del castello. Di certo la carica di Caposcuola le aveva cambiato il modo di vivere le giornate; più impegni e preoccupazioni ai quali rendere conto. E poi… E poi c’era la promessa fatta a Daddy.

Si sedette al fianco di Lei e si avvicinò per curiosare. «Cosa leggi?»

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view post Posted on 18/7/2022, 13:47
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Jean Grey, Prefetto Corvonero - 16 anni - serena
Eterea come suo solito, Megan era finalmente arrivata. Finalmente, aveva pensato Jean, ma si rese subito conto del fatto che il ritardo dell'amica era quasi irrilevante, considerato che era stata lei ad arrivare con un notevole anticipo. E poi, il penultimo capitolo del libro stava rispettando alla grande le aspettative, e il tempo era quasi sfrecciato grazie alla lettura. Sollevò lo sguardo solo qualche attimo dopo, appena terminata una frase.«Un giallo fighissimo. Non ti dico nulla, magari un giorno te lo presto e te lo leggi anche tu. Mi manca un capitolo e mezzo, pensavo di aver capito tutto e invece... un colpo di scena dietro l'altro. Super.» Sorrise all'amica, facendole un cenno di benvenuto con la mano. Si spostò un po' di lato per far spazio a Megan, un gesto istintivo quanto inutile, perché la panchina era così larga che avrebbe potuto ospitare anche una terza persona. Si ritrovò a guardarla: risplendeva dentro quel cappotto blu, stretta in un paio di pantaloni bianchi che, come ogni altra cosa, le stavano perfettamente. Era bellissima, forse la ragazza più bella che Jean avesse personalmente conosciuto. Eppure, nonostante fosse così bella, Jean non aveva mai pensato a lei, nemmeno per un secondo, come qualcosa di diverso da un'amica, una mentore. La stimava tanto, voleva piacerle, voleva stare insieme a lei, ma nulla di questo aveva a che fare con l'attrazione fisica: la ammirava, la vedeva come un riferimento, una sorella maggiore. Si stupì anche di averci pensato in quel momento, ma in effetti aveva senso: negli ultimi mesi i suoi ormoni erano come impazziti, e aveva iniziato a guardare più di una persona con occhi diversi, con una curiosità nuova, che stava iniziando pian piano a capire. Aveva guardato Casey, o meglio, la sua nuca, con occhi nuovi; aveva visto di sfuggita qualche altro compagno e si era proprio resa conto del cambio di rotta dei suoi pensieri. Ma con Megan no. Con lei lo sguardo era sempre lo stesso, e sempre lo stesso sarebbe rimasto. Cacciò via quei vaneggi in un attimo, tornando a concentrarsi sul libro.
«Me l'ha regalato Genny, sai? Non si può dire che non conoscesse i miei gusti.» Jean teneva il libro, ormai chiuso, tra le mani, e se lo rigirava di continuo, soppesando le parole. «Almeno in fatto di libri.» Per il resto delle cose, Genny si era fatta un'idea tutta sua di come fosse Jean, ed era completamente sbagliata. Ma non voleva rimuginarci sopra in quel momento. Scosse la testa e sorrise di nuovo, come per scacciare via i brutti pensieri. «"Solite rotture" da caposcuola o cosa? Qualcuno ti crea problemi?» La guardò dal basso verso l'alto, con un sopracciglio alzato: Megan non era la più espansiva delle persone, e per quanto fossero amiche non erano abituate a parlare tanto tra di loro. Jean tentava di incoraggiarla ad aprirsi con lei, a volte con una parola, altre con un gesto, ma sempre cercando di non risultare invadente. Da quel punto di vista erano molto diverse. Jean non parlava dei fatti suoi alla gente, ma non aveva problemi a farlo con le persone care. Anzi, era aperta al confronto, interessata a sentire il parere di una persona che stimava, come appunto lo era lei. Con Megan spesso non c'era bisogno di un dialogo, la maggior parte delle volte bastavano le espressioni del viso per spiegare uno stato d'animo. Eppure, a Jean ogni tanto avrebbe fatto piacere una chiacchiera più aperta, più diretta, liberatoria. Voleva parlarle di Genny, della situazione a casa con sua mamma, dei dubbi su suoi padre. Magari non sarebbe stata quella l'occasione, ma Jean avrebbe, come al solito, mostrato all'amica che con lei avrebbe potuto parlare di tutto.
 
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