| Jean Grey, Prefetto Corvonero - 16 anni - serenaHogsmeade coperta di neve era sempre uno spettacolo magnifico. Jean non aveva amato da subito quel luogo, più che altro perché era diventata Prefetto molto presto e le sue gite a Hogsmeade erano quasi sempre state legate all'accompagnamento dei primini. Insomma, un obbligo, e come tutti gli obblighi a Jean non piaceva. Però, dopo un po', la magia di quel luogo aveva rapito anche lei, e aveva iniziato ad andarci sia con i compagni che da sola. Quel posto le era entrato talmente tanto nel cuore che nemmeno la rottura con Genny gliel'aveva rovinato. E il rischio era elevato. Genny era fissata, per usare un eufemismo, con Madama Piediburro e le sue cioccolate bevute in un'atmosfera tutta cuore-bacini-bacetti-ciuciuciu. Ora che non stavano più assieme, Jean si era ripromessa che avrebbe evitato quel locale come la peste, non perché le ricordasse Genny o le facesse venire qualche ricordo "doloroso", ma proprio perché aveva la nausea di tutto quel rosa e quelle sdolcinatezze.
Da qualche giorno, Jean aveva iniziato a sentirsi meglio. I giorni successivi al ballo di fine anno, alla litigata e chiusura definitiva con Genny, erano stati lunghi e dolorosi. Le vacanze di Natale appena passate erano state le più strane di sempre, tra reclusione auto imposta, pulizie ossessive e serate in giro per Stratford-upon-Avon. Ma essere tornata finalmente nella sua seconda casa (che ogni giorno si trasformava sempre più nella sua unica, vera casa), tra le braccia sicure del castello e dei suoi amici, l'aveva fatta rinascere. Anche se di fatto erano passati solo pochissimi giorni dall'arrivo, erano già successe diverse cose strane. La più importante, naturalmente, aver rivisto Genny. Lo sapeva, era preparata. Ma non pensava certo che non avrebbe provato niente. Nulla. Da un giorno all'altro, la sua ex non rappresentava più niente per lei. Le voleva ancora bene, le aveva sorriso ma Genny aveva girato la faccia. E a Jean non era importato. Non ci aveva rimuginato più di tanto. Non ne avrebbe comunque avuto il tempo. La sera prima, non molte ore dopo l'incontro con Genny, era successa la seconda cosa strana. Casey Bell, la nuca colorata di biondo che aveva fissato a lungo durante la riunione, le aveva mandato un gufo con allegato il suo libro di storia. Jean non aveva fatto altro che pensarci dalla sera prima, ci pensava anche quel pomeriggio, mentre passeggiava per Hogsmeade avvolta nella sua sciarpona di lana. Si domandò se qualcun altro avesse notato il gufo piombare nella Sala Comune fino al dormitorio, qualcuno tipo Megan. Avrebbe voluto saperlo, per capire se doveva aspettarsi qualche domanda dall'amica. Lo avrebbe comunque saputo a breve.
Jean si sarebbe dovuta incontrare con Megan proprio lì, a Hogsmeade. Avevano deciso di vedersi giusto la sera prima, dopo la riunione. Nessuna delle due aveva voglia di chiudersi nel chiasso in un locale, quindi avevano optato per stare un po' all'aria aperta. Almeno finché non avessero iniziato a ibernarsi tutte e due. Jean era preparata: indossava un maglioncino bianco a collo alto sopra una canottiera bianca anch'essa, un paio di pantaloni neri e spessi che coprivano dei collant abbastanza sottili, stivaletti in pelle, un cappottone rosso e dei guanti che richiamavano il colore del collo che sbucava dal cappotto. E naturalmente la sciarpa bronzo-oro formato extra large che le aveva regalato la mamma per Natale: l'abbinamento di colori era pessimo, ma era la sciarpa più calda che avesse mai indossato, anche se ogni tanto le pungeva il mento. Jean era davvero felice all'idea di incontrarsi con Megan. Era una sua cara amica, oltre che la sua mentore, ma più per tutte le avventure che avevano passato assieme che per una reale e forte confidenza. O meglio, Jean sapeva di poter contare su Megan per tutto e confidava che la Caposcuola sapesse di poter fare altrettanto, ma il loro rapporto era particolare. Spesso sembrava che la complicità fosse taciuta, sottointesa, e difficilmente le due rimanevano a parlare o a confidarsi a lungo come normalmente fanno due amici. Era un rapporto particolare, complesso e bello, che Jean amava molto. Questa, per lo meno, era la percezione di Jean. Forse fino ad allora c'era stato un blocco naturale dovuto all'età, Jean era più piccola di Megan e questo probabilmente aveva reso complicata una vicinanza stretta. Ma le cose erano cambiate, la differenza di età naturalmente sussiteva ancora, ma Jean era maturata molto negli ultimi anni e sentiva di poter essere più vicina a Megan sotto vari punti di vista. O almeno, lo sperava. Quanto accaduto per la vittoria della Coppa delle Case, poi, era un segnale ancora più forte. Quel giorno, comunque, Jean voleva solo godersi un pomeriggio rilassante insieme alla sua amica; che fosse una tranquilla passeggiata sulla neve o una burrobirra, che ci fossero grandi chiacchierate o sereni silenzi, sarebbe stata comunque contenta di spendere un paio d'ore insieme. Raggiunta una panchina che sembrava più asciutta delle altre, ci si accomodò. I collant attutivano un po' il freddo, ma Jean rabbrividì comunque quando sentì le natiche a contatto con il legno gelido. Si guardò attorno: di Megan ancora non c'era traccia. Ma era normale, era uscita in anticipo di almeno un quarto d'ora. Aprì il romanzo della Strega Morena, sperando di riuscire a concludere il penutlimo capitolo mentre aspettava l'amica.
|