Il culto dell’ultraviolenza., A Tutto Cinema, Universi Alternativi - Giugno 2022

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view post Posted on 30/6/2022, 22:11
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Attenzione: all’interno del post sono presenti riferimenti a scene inneggianti la violenza.


Noia e infelicità.
Il ritorno alla Londra babbana aveva risvegliato in me un grande malessere e un forte senso di disgusto verso la normalità della vita; se non fosse stato per alcuni vecchi conoscenti, Alex, Pete, Georgie e Dim, avrei abbracciato questa condizione fino al successivo 1° settembre.
Al contrario di altri “soci” più o meno noti, loro erano sempre lì, pronti ad aspettarmi con un nuovo carico di folli avventure per l’estate.
Quel giorno, come di consueto, ci siamo ritrovati per la colazione all’interno di un noto e chiacchierato bar della zona, il Korova Milk Bar. Qui, circondati da pregiate e raffinate statue inneggianti alle bellezze femminili della vita, consumiamo in tutta tranquillità il famoso Lattepiù, una squisita bevanda a base di latte corretto in grado di renderci bendisposti all'esercizio dell'amata ultraviolenza. Vi assicuro che questo è davvero un buon modo per scacciare la noia e per far tornare alla mente lo sballo ai limiti della legalità prodotto da alcune pozioni e dagli articoli più irriverenti di Zonko. Mi manca il mondo magico, ma con un paio di quei bicchieri mi ritrovo estasiato e sorridente, pronto a continuare al meglio la mia giornata.

Poco più tardi, mentre folleggiamo da autentici sbarazzini della strada per le vie periferiche della città, ci imbattiamo in un vecchio e sbronzo mendicante intento ad abbaiare canzoni care ai suoi padri.
Ci avviciniamo a passi lenti, ma mentre loro applaudono ed esultano della sua performance, il mio sguardo è duro e inflessibile. Non ho mai sopportato questa sottospecie inferiore di babbani e vorrei tanto prodigarmi per liberare il mondo, magico e non, dalla sua puzzolente presenza.
Lo squadro meglio, ma non mi sembra un granché. Ai miei occhi continua ad essere un individuo inferiore ed un inutile peso per la società. Sto già pensando di fare del sano risveglio muscolare, a modo mio, quando noto l’espressione di Alex farsi sempre più maligna.
Sento il mio corpo scuotersi, pervaso da un’autentica ondata di adrenalina. Il gruppo sembra donarmi la giusta carica e sono pronto a sfogare tutta la mia frustrazione mattutina su quel vecchio corpo già di per sé malconcio.
«Avanti! Fatemi fuori sporchi vigliacchi. Io tanto non voglio vivere, non in uno schifo di mondo come questo!»
Forse quel vecchio ringhioso ha ragione; sulla terra non c’è più giustizia, né ordine e né tantomeno spazio per deboli cariatidi come lui. Ed è nostro compito far in modo che il suo spazio nel mondo sia preso da qualcuno di più pronto e meritevole.
Il segnale di attacco non tarda ad arrivare e, preferendo la soddisfazione del duro lavoro fisico sul potere datomi dalla magia, faccio subito calare il mio bastone rinforzato sulle gambe del malcapitato.
Uno, due, tre colpi. Il sangue comincia a scorrere copioso mentre l’aria si riempie dell’odore della paura.
Pura poesia.

Questa doveva essere la nostra giornata fortunata perché, poco più tardi, nei pressi del teatro abbandonato facciamo un piacevole incontro con Billy Boy e i suoi quattro scagnozzi.
Nonostante fossero anche loro degli adepti dell’ultraviolenza, seppur inferiori rispetto al gruppo dei Drughi, avevano scelto di abbracciare un credo diverso e decisamente più sciatto e trasandato del nostro. Mancavano di acume e di eleganza, ed io, in cuor mio, avevo sempre odiato il vecchiume trasmesso da quelle malconce uniformi naziste che amavano indossare.
Rozzi, unti e puzzolenti, erano tutti intenti a dedicare qualche particolare attenzione nei confronti di una piacente ragazza che, verosimilmente, era stata attirata sin lì per ben altri scopi.
Vestita come mamma l’aveva fatta la vediamo dimenarsi invano, ed è proprio in quel momento che Alex decide di entrare in azione.
«Ma questo è il grasso puzzoso Billigoa de Billy Boy in carne e ossa?! Come ti porti, tu, gonfia palla di grasso puzzolente, unto e bisunto? Vorresti una zampata nelle balle? Se di balle ne hai tu, gelatinoso eunuco!»
Tra risate generali, come veri paladini della giustizia e delle buone maniere ci adoperiamo per dare una nuova e migliore prospettiva a quella giovane fanciulla. Così, mentre Billy Boy ci fa bella mostra delle sue lame, noi ci disponiamo in formazione d’attacco.
Con me portavo sempre il fidato bastone che, in realtà, celava al suo interno un portabacchetta rinforzato. Insomma, per quanto fossi ben disposto verso il duro e muscolare esercizio fisico, perché non assicurarsi l’incolumità anche con un eventuale tocco di magia?
Da una posizione leggermente nascosta e defilata rispetto al resto del gruppo mi adopero per provocare un’intensa emicrania a quei cinque topi di fogna che giocano ancora a fare i piccoli nazisti. Usiamo poi Dim come ariete e in quattro e quattr’otto i giochi sembrano fatti e finiti. Tra un colpo in pieno petto ed uno dritto in testa, riesco anch’io ad unirmi al divertimento per assestare un paio di robuste mazzate al malcapitato di turno.
Nel sentirli ululanti come bestie ferite mi sento subito soddisfatto ed appagato. È una gioia indescrivibile, e in quel momento inizia a farsi strada in me l’idea perversa di una libertà assoluta e senza limiti, di una violenza destinata sempre e comunque a rimanere impunita, per lo meno nel mondo babbano.
Poi, all’improvviso il suono delle sirene ci rovina il proseguo della festa.
Un vero peccato perché, proprio in quel momento, stavo cercando di frantumare la mascella ad uno di quei maiali.
Il tempo è tiranno e dopo un lungo fischio di Alex ci ritiriamo in maniera ordinata. Non c’è stato nemmeno il tempo per praticare una piccola dose del dolce su e giù con la giovane ragazza appena liberata, ma in cuor mio so già che ci rifaremo. Quello, non era che l’inizio.

Fuggiti a bordo di una fiammante Durango 95 presa in prestito per l’occasione, decidiamo di abbandonare la città per dirigerci verso l’aperta campagna.
Alex al volante è un autista provetto, e tutti abbracciamo ben presto l’estasi e il senso di libertà che ci viene dato dalla velocità. Provo a chiudere gli occhi e per un istante mi sembra di essere tornato a cavalcare la mia Firebolt. *Ah, quanto mi manca il Quidditch!*
In quel momento avrei pagato tutti i Galeoni della mia camera blindata per poter tornare a scagliare un bolide a piena potenza contro il cranio di un avversario, ma il mio tempo tra i babbani non è ancora finito.
Mentre continuiamo a folleggiare in compagnia degli altri viaggiatori della campagna, Alex ci propone un piano piuttosto carino per continuare la serata. Il suo asso nella manica è la “visita a sorpresa”. Un po’ di vita, qualche risata, una scorpacciata di ultraviolenza e, perché no, del sano su e giù a conclusione della giornata.
Parcheggiato il nostro bolide nei pressi di un’abitazione piuttosto isolata, indossiamo delle vistose maschere e ci prepariamo ad entrare in scena. Per questa sera abbiamo scelto davvero un bel villino e, anche se con un paio di incantesimi ben piazzati potrei spianare la strada a tutti i miei compari sino all’ingresso, lascio al nostro boss il compito di convincere i padroni di casa a lasciarci entrare.
Ascolto estasiato la sua brillante arte oratoria ed in quattro e quattr’otto siamo dentro.
«Cosa succede? Chi siete? Come osate entrare in casa mia senz…»
Entriamo con irruenza nell’edificio ed Alex assesta un calcio in pieno viso al proprietario di casa, che cade rovinosamente all’indietro. Io mi occupo subito di testare le morbidezze della gentil signora, prima di immobilizzarla, mentre Pete e Georgie vanno in perlustrazione nel resto dell’abitazione.
Il piano è stato studiato nei minimi dettagli ed in poco tempo tutta l’abitazione è sotto il nostro controllo. Con l’adrenalina ancora a mille, a stento riesco a controllare l’emozione e la gioia del momento.
Ora è tempo di dar prova della nostra “arte” ed il nostro capodrugo, da buon esteta, inizia a deliziarci con della buona musica e con un superbo balletto che finisce per sfigurare ancor di più il viso del nostro ospitante. Sulle note di Singin' in the Rain comincio ad intravedere il nostro amico rosso scendere copioso, fino a macchiare il tappeto.
Il poveretto sembra disperato e sta iniziando a piangere come un folle, ma il bello deve ancora venire. Scorgo Alex avvicinarsi a me con sguardo lascivo, e mentre serro ancor di più la presa sugli arti della nostra ospite, mi appresto a gustare la scena da una pozione del tutto privilegiata. Mi bastano pochi strappi per essere irrimediabilmente attratto da quei due gran bei tuberi rosa.
Puro diletto.
«Guarda bene fratellino, guarda bene.» È il turno di Alex, ma da buon provocatore e leader non smette un attimo di far sentire importante anche il nostro “ospite d’onore”.
Nello scorgere quella scena lo scrittore sembra dar di matto ed è necessario l’intervento di tutti gli altri tre Drughi per tenerlo fermo.
Quando tocca finalmente a me, noto lo sconforto e la rassegnazione dipinta sul suo viso. Sembra quasi non apprezzare il mio sforzo nel tener alta la bandiera ma, nonostante l’ormai scarso trasporto emotivo del marito, mi accingo comunque all’immersione.
In quel momento sento la necessità fisica di soddisfare nuove emozioni e la dolce pratica del su e giù mi aiuta a tale scopo. Sono attimi di puro piacere e non vedo l’ora di ripetere l’esperienza. In breve tempo provo un’intensa sensazione partire dal basso ventre, pronta ad estendersi a tutto il resto del corpo.
Questa sì che è una vita degna di essere vissuta, anche fuori dai confini magici.
“Quando si è circondati da babbani, se la noia diventa una domanda l’ultraviolenza è la risposta”. Questa è la lezione più importante che ho appreso dai miei cari Drughi.
Amici mai, perché dinanzi a loro non mi sarei mai messo a nudo, ma da quando ho iniziato ad uscire con loro l’estate è trascorsa indimenticabile, ed io non mi sono più annoiato.



Edited by Mike Mino - 30/6/2022, 23:43
 
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