| -Spero non ti offenderai, ma gli abissi del lago nero non possono essere battuti dal tuo panorama..- Adeline batté un paio di volte le ciglia, vagamente perplessa. Precoce quel Verde Argento. Stava comunque sorridendo cordiale però quando una piccola attenuante fu aggiunta dal mago, che così in tutta risposta ottenne un sorriso gentile ed una strizzata d’occhio: -Tempo un paio di anni e avrai la fila a scuola.. posto che tu non l’abbia già. - Incrociò le braccia, ridacchiando l’attimo seguente -E sempre che a te interessi la questione.- Nel complesso, poteva all’apparenza avere una personalità e atteggiamenti ambivalenti e fortemente altalenanti, ma Adeline non si trovava poi così male a chiacchierare con quel maghetto. Era curioso, e individualità come quelle avevano sempre stimolato la mente analitica della Medimag. -Ad ogni modo, sì.- rispose alle parole successive del Serpeverde, orgogliosa della sua ex casata e del suo attuale lavoro - Non è facile scrivere il proprio destino, fissare una meta e raggiungerla come vorremmo, io non ho ancora niente su cui puntare, pensavo che una volta frequentato Hogwarts tutto sarebbe stato più chiaro, ma non è stato cosi. Guardami, ora sono qui in un locale dopo gli esami a sorseggiare cioccolata, come se tutto quello che ho fatto per tutto l’anno sia stato solo un dovere da figlio e verso la società, mi chiedo se il mio posto sia realmente questo, se le scelte fatte rispecchino la mia volontà, oppure sia solo stato indottrinato dal volere dei miei genitori o da una presunta normalità che non riesco a calzare. - -Non.. non è facile, hai ragione.- strinse appena le labbra, comprensiva -Ma sei ancora talmente giovane.. e so che può infastidire come frase, ma è vera per il semplice fatto che non hai ancora avuto l’occasione di fare una marea di esperienze, conoscenze, e banalmente il tuo cervello deve ancora finire di formarsi completamente.- aggiunse, accennando delle spallucce. Le sembrava sufficientemente intelligente ed acuto quel Verde Argento, per comprendere che le sue parole fossero meri fatti, motivazioni alla base, e non modalità di sminuimento o presa in giro. -Questo non vuol dire neanche che tutto ciò cui hai esperito sin ora non sia importante e/o non abbia avuto le sue ripercussioni nel bene o nel male - precisò - Significa solo che hai ancora tanto altro di fronte. - Rifletté ancora qualche attimo, prima di aggiungere:-Se ti può consolare, è abbastanza comune la confusione rispetto a ciò che si vuole, ciò che si crede vogliano i genitori, la società.. a questo punto della tua crescita. Eri un bambino completamente dipendente dalle figure genitoriali, il potere, l’autorità decisionale e di volontà erano completamente eterocentrate su di loro. Tra qualche anno invece sarai completamente indipendente, ogni più piccola decisione dipenderà anche legalmente da te, ogni scelta..- Prese un attimo fiato, ripensando a quella libertà imposta che l’aveva resa troppo indipendente, troppo presto. -Il punto è che ora sei in quella scomoda via di mezzo in cui devi capire cosa ancora di te appartiene in realtà alla tua famiglia.. e cosa invece è davvero tuo. E il punto è, che magari non hai ancora sviluppato qualcosa di davvero tuo, e sarebbe normale anche questo.- Lo sguardo bicromo si abbassò per un attimo, le pupille a muoversi rapide di fronte a ricordi invisibili. -La chiave di volta alla fine è lo scontro. Devi scontrarti contro qualcosa o qualcuno per riuscire a definire chi sei. Devi.. se trovi dei muri, dei confini altrui, troverai anche i tuoi. Se non esistesse un “altro” non esisterebbe neanche un “io”. Dopodichè, trovando un “io”.. potrai trovare anche tanti altri “simili a me”.- Finì la frase mentre le si spezzava la voce. Indirizzò lo sguardo altrove, verso la folla che ancora caoticamente riempiva il locale, guardandola senza vederla. Parole sagge per chi di scontri, muri e confini non ne aveva mai neanche intuito la forma. Il suo “io”, alla fine, era rimasto Caos, tenuto a malapena insieme da quella sottile e pallida pelle che lo o la? rivestiva. Si aggrappò al discorso di quel maghetto, ascoltandone ogni singola parola per scappare - codarda - da quelle zone d’ombra della sua mente e del suo animo. Voleva solo rincuorarlo, rassicurarlo, farlo sentire compreso e al sicuro: all’improvviso invece, era lei quella in difficoltà. Catturò appena in tempo uno sguardo oscuro dietro i tratti da ragazzino del mago, e lo rinchiuse dietro le palpebre, per il tempo di un respiro, mentre il Verde Argento concludeva il suo discorso. -Capisco.- perché era più che in grado -Ma non condivido tutto.- -Non ci si deve schierare per forza..- ma chi poteva essere lei per parlare di schieramenti, confini e definizioni? -Ma è anche vero che sì, bene e male coesistono nei nostri animi..il punto è, che inevitabilmente - le si spezzò di nuovo la voce -O il più delle volte- si corresse subito -vince una delle due parti. Vince la parte che si nutre di più.- Restò in silenzio, sorvolando consapevolmente le ultime parole del mago inerenti il “per chi vivere”. Le si era chiuso lo stomaco a onor del vero e sapeva che le sue mani probabilmente avevano perso qualche grado di temperatura. Quegli ultimi minuti di conversazione l’avevano quasi portata al ko emotivo. Cercò di recuperare, aggrappandosi agli spunti di discussione di Silias: -Mi sembri solo molto curioso, non invadente.- lo rassicurò quindi gentile -E in realtà non c’è poi molto da dire: vivo da sola a Londra e occupo tra le 18 e le 20 ore delle mie giornate lavorando, in ospedale o a casa.- Le venne quasi da ridere a sentirsi dire ad alta voce quelle parole, come se solo in quel momento acquisissero realtà. -Merlino può sembrare.. può sembrare pesante o simili ma in realtà mi piace molto il lavoro che faccio. Mi piacciono le persone. Principalmente ne sono incuriosita.- ”Il più delle volte confusa, dolce Ad.” -E a te?-
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