Annalise, Privata.

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view post Posted on 27/6/2023, 21:02
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view post Posted on 28/6/2023, 22:47
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Horus R. Sekhmeth

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Piacevolmente stupito, mi rigiro la lettera fra le mani.
La comparsata alla grigliata ad Hogsmeade è durata quanto uno Fwooper su un campo da Quidditch e mi rammarico di non esser riuscito a chiacchierare come volevo con coloro che una volta facevano parte della mia quotidianità. Ma Pineswine è una spina nel fianco e a quanto pare devo stargli proprio sulle palle.
Le labbra si piegano in un sorriso divertito, mentre strappo un pezzo di pergamena e scrivo velocemente. Dovrei aggiornare delle mappe che mi guardano accusatorie al di sopra del cumulo di libri che ho ritirato dalla biblioteca (chi diavolo lo conosce il Tibet?), ma le ignoro di prepotenza e mi metto a scrivere.

Daddy!

Il tuo Gufo giunge con altrettanto piacere.
Sono curioso di sapere cosa ti frulla nella testa. L’ultima volta che qualcosa frullava, abbiamo quasi rischiato l’espulsione e, ti dirò, è fra le cose che ricordo con più divertimento.
Ci vediamo lì.

Un saluto,
H.



PS: Crossfit. È una disciplina Babbana. Dovresti provarla, ti piacerebbe.


Southwick Street è forse agli antipodi rispetto a Diagon Alley. Lontanissima da qualsiasi approdo magico, è l’ideale per chi vuole confondersi tra la folla o, semplicemente, imparare qualcosa dai Babbani. Solitamente animata soprattutto da giovani scapestrati, è spesso luogo di baldoria e meta preferita per i cazzeggi del weekend. Ed inoltre, è piena zeppa di turisti molti dei quali, tedeschi con calzini di spugna spessi quanto il mio mignolo e sandali francescani, alloggiano in uno dei tanti alberghi nei dintorni. Non ci sono mai stato prima, ma mentre scivolo tra la miriade di persone alla ricerca del pub indicatomi, sono felice di non essermi Materializzato in questa strada. La cacofonia di clacson e sirene si fonde con le voci eccitate dei passanti e, sono sicuro che, pur non correndo il rischio che qualcuno notasse il suono secco della Materializzazione, avrei avuto sicuramente la fortuna di piombare in braccio a qualche vecchia signora –probabilmente uccidendola– che si inerpica verso la fermata di Paddington; addio Statuto di Segretezza. Scocco un’occhiata alla moto che ho parcheggiato miracolosamente vicino un maggiolino color pastello che mi ha indicato la via: continuo a non essere pratico dei parcheggi Babbani. Non mi piace lasciarla lì, preferisco di gran lunga rimpicciolirla con la Magia, ma anche questo, nel mezzo di questa bolgia, è piuttosto complesso da realizzare.
Mi chiedo perché mai Daddy abbia scelto un luogo del genere per incontrarci. Faccio spallucce e mi incammino, guardandomi distrattamente attorno. Non fatico a riconoscere l’entrata del pub: un gruppo di tifosi del Manchester si sta dando alla pazza gioia per la vittoria della squadra favorita. Schiamazzano, fanno tintinnare le pinte di birra spargendo schiuma ovunque e cantano abbracciati e decisamente alticci oscillando davanti l’entrata del locale.
Da quando vivo a Londra, ho imparato moltissime cose sui Babbani. Li trovo curiosi, li osservo come si fa con un popolo alieno. Disprezzo ancora molti di loro e la paura viscerale che hanno per ciò che non conoscono, ma devo ammettere che spesso e volentieri i loro sistemi di vita sono assai ingegnosi. Oddio, niente a che vedere con la Magia, troppa fatica. Talvolta, però, certe cose sono apprezzabili come, per l’appunto, le moto. Ah, mio caro vecchio amico Vincent, che gran regalo mi hai fatto. Pace all’anima tua. Tamburello le dita sul casco che tengo nell’incavo del braccio sinistro mentre penso a quanto siano cambiate le cose da quando io e Daddy andavamo a scuola. Cosa farà ora? È cambiato tanto quanto sono cambiato io oppure è rimasto sempre lo stesso? Me lo chiedo con genuina curiosità. Di sicuro la sua espansività non è cambiata minimamente e ancora rido per il discorso della “branda”. Ci ho messo una vita a capire se era un insulto o meno.
Quando riesco finalmente ad entrare schivando una manata volante, il casino visto all’entrata non è nulla in confronto all’interno : gremito di gente, con quei grandissimi schermi rumorosi alla parete a fare da sfondo, i tifosi stanno dando il meglio per insegnare a tutti quanti decibel si possono raggiungere in un secondo. Dovrebbe infastidirmi, invece mi fa ridere. Non siamo poi così diversi, noi Maghi. Se ripenso alla vittoria dei Bats di un mese fa e a quanto eravamo euforici io e Ned, davvero non posso biasimare nessuno.
Mi siedo ad un tavolino piuttosto consunto e rabbrividisco: ecco, questo mi è ancora difficile da sopportare e resisto a malapena alla tentazione di prendere la bacchetta e schiaffare sopra la superficie di legno appiccicosa almeno una decina di Gratta e Netta. Decido che il casco lo lascerò vicino a me, sulla panca. Poi mi ricordo che forse è anche peggio, ma amen, è andata.
Consapevole di essere molto in anticipo, quando la cameriera si avvicina, decido di ordinare qualcosa da bere, anche se, diamine, ho una fame incredibile: se non fosse lurido, mangerei anche il tavolo.
« Allora tesò? Che te porto? »
Il pesantissimo accento scozzese della tarchiata signora simile ad un cinghiale mi ricorda la Cunningham e per poco non le sbotto a ridere in faccia. Rimedio in calcio d’angolo trasformando la risata in un sorriso spero credibile.
« Una mezza pinta di una Stout va bene, per ora. »
Scribacchia, la ringrazio, lei se ne va. Poi con voce da toro la sento gridare al barista, sovrastando il frastuono:
« STEEEEVEEEEN NA BIRA AL TAVOLO CINQUEEEEEeee! »
Scoppio a ridere. Devo ricordarmi di dire a Daddy che ha scelto proprio bene.



“Se semo prese ncalippo e poi na bira”
 
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view post Posted on 24/7/2023, 18:38
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Provava un naturale disagio.
Avete presente quella sensazione che si avviluppa allo stomaco, ti fa sbadigliare e rende insolitamente pesanti le gambe? Beh, proprio quella.
Si era spesso domandato perché gli succedesse quando affrontava una nuova avventura; era paura oppure un’insolita preparazione all’evento?
Nei pressi della stazione Undergrond di Paddigton, precisamente lungo la Sussex Gardens, Daddy fumava la pipa di zio Zonko.
Solitamente gli piaceva portare con sé le sigarette, ma quel giorno decise di cambiare, in favore di un accessorio che era restato fin troppo tempo fermo a prender polvere.
Portando con sé il forte odore di Asfodelo, osservò dei tifosi del Manchester esultare per la vittoria della loro squadra.

*Patetici*

Pensò tra sé e sé.
Cosa poteva esserci di così divertente nel festeggiare una squadra che vince sempre? Prima o poi non ci si annoia?
All’effettivo, a quella domanda, gli ritornò in mente il ragazzo che ben presto avrebbe incontrato.
Erano stati entrambi sulla cresta dell’onda, entrambi avevano vinto una moltitudine di trofei scolastici e di certo - pur vincendo- non si erano mai detti sazi.
Fece un rapido percorso in rettilineo, avvicinandosi sempre di più alla meta.
Avrebbe trovato Horus lì oppure si sarebbe messo ad aspettare?
Ad occhio e croce, l’orologio indicava chiaramente il suo ritardo, certo non evidente come quello mentale ma pur sempre tangibile.
Svoltò un angolo, poi il successivo, lo schiamazzo concitato lo stava richiamando come il canto delle sirene.
Il ministeriale lo avrebbe odiato? Probabilmente si; se lo ricordava da sempre con degli atteggiamenti pacati, sereni, che solamente il Filtro sogni svelti era in grado di debellare.
Svuotando il tabacco fumato in un posacenere nei pressi dell’entrata, si mosse rapidamente all’interno del locale e luogo di baldoria.
Anche lì i tifosi non davano cenno di volersi calmare, ma che diamine di partita avevano vinto? La Champion’s League ?
Osservando i tavoli vicino a lui notò il suo target stranamente ben composto su di una panca.
Certo c’era da dire che il Crossfit lo aveva proprio reso robusto, come poteva non complimentarsi se non dandogli della branda?
Sorridendogli si mise di fronte a lui.
Sguardo da ebete, sorriso insolitamente accentuato e occhi luminosi; il vedere un coetaneo non poteva che dargli gioia!

- Horus! Come stai!? Che bello vedere che hai accettato il mio invito! Fino all’ultimo ho pensato che potessi restare bloccato in ufficio -

La felicità era evidente, ma venne rapidamente soppressa da una principessa. Mano sul banco, gomma in bocca, con sguardo di sfida gli chiese con forte accento scozzese:

« E te che voi? »

Daddy si fermò solamente un secondo per capire quanto gli venne detto, di certo la sobrietà non era di casa in quel posto.

- Un Fish and Chips e un Gin Tonic. Grazie. -

Non riuscì a proseguire oltre, il tono di voce della donna lo sovrastò facendogli domandare dove aveva sbagliato nella vita.

« AAAAA STEEEEVEEEN! FAMME ANCHE UN GIN TONIC E UN PESCE. »

Rimanendo bloccato dall’arroganza della donna con le mani per aria, aspettò che questa se ne andasse per poi girarsi verso Horus e dirgli:

- Ti posso giurare che questo posto non è sempre così.-

Sorriso di cortesia, poi silenzio. Sperava che Horus capisse che fosse una coincidenza, certo era che quell’inizio aveva rotto il ghiaccio, dandogli facilità nel parlare.



 
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view post Posted on 4/9/2023, 17:10
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Horus R. Sekhmeth

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Mi si allarga un sorriso sul volto non appena vedo arrivare Daddy e gli faccio un cenno con la mano per farmi raggiungere in mezzo a questa folla berciante. I tifosi hanno appena lanciato un urlo che ha fatto sussultare i ragazzini al tavolo di fianco al mio e tremare i bicchieri al bancone del bar. Mi massaggio un orecchio, sicuro di aver sfiorato la sordità.
« Daddy! » Lo saluto gioviale « Non potevo mancare, ho smollato le scartoffie ad una mia collega. » Un ghigno mi si apre sulle labbra mentre ripenso a quella poveretta della stagista a cui ho sbolognato tutto il lavoro arretrato.
Ad onor del vero, anche io sono stato al suo posto, perciò mors tua vita mea o altrimenti detto: me ne approfitto una volta tanto. E poi, mi ripeto quando mi coglie un po’ di senso di colpa per la mia meschinità, io ho anche già dato al mio tempo. Sono, mi giustifico, perfettamente nel giusto.
Credo.
« Sto b––– » Non finisco la frase, bruscamente interrotto da una parlata sbiascicata.
Rieccola, la cameriera buzzurra. Mi scodella la mezza pinta di Stout, come richiesto, lanciandomi il sottobicchiere di cartone come se fosse un frisbee. Lo afferro al volo con divertita perplessità. Mi tocca trattenere una risata –mi pare brutto– e nascondo la faccia dietro il boccale mentre questa ulula l’ordine di Daddy. Devo bere piano perché, poco ma sicuro, mi strozzerei.
« Scherzi? » Riesco a dire quando finalmente qualche sorso di birra mi aiuta a riprendermi. « Non potevi scegliere di meglio! E giuro che sono serio. » Certo dirlo con ancora il riso sulle labbra non è proprio credibilissimo, ma è proprio così.
« Non frequento molti pub Babbani e devo dire che non pensavo fossero così… » Tamburello sul tavolo appiccicoso con le dita, alla ricerca del termine giusto.
Nel mentre, la nostra anfitriona sbrocca a qualcuno in lontananza. Sento volare epiteti che, devo dire, ben le si accostano.
« … Etnici. » Mi dico voltandomi velocemente nella direzione dell’impropero. Poi torno a guardare Daddy. Cerco di ricordarmelo ai tempi di Hogwarts: da quando ci siamo visti, nella mia breve comparsa all’evento della grigliata (di cui ho letto, nella Gazzetta, del plateale arresto), mi è capitato di ripensare di tanto in tanto al SogniSvelti Brevettati e alla rivalità sul campo da Quidditch. Rispetto a me, non è cambiato molto e questo è un bene perché è una di quelle certezze che ti innescano una serie di ricordi malinconici.
« Allora? Come st—»
« 'N cartoccio de pesce e gin tonicche, vè? Tiè. »
Per la seconda volta vengo interrotto e richiudo la bocca di scatto. Me la guardo per bene, questa signora: crocchia grigio topo da cui scappano ciuffi crespi, labbra a salvadanaio, collo da tartaruga. Un bel grembiule pieno di patacche e bigiotteria scadente sulle dita dalle unghie smangiucchiate.
Trattengo un brivido mentre lei se ne va ancheggiando con poco garbo, tirandosi su la gonnella consunta con un gesto assai signorile. Poi crollo e scoppio –di nuovo– a ridere così forte che mi devo appoggiare allo schienale.
« Non ce la posso fare. » Boccheggio, quando riprendo fiato, ma mi ci vuole qualche secondo.
« Dicevo… » Riformulo la domanda, ma totalmente confuso da ciò che ho appena visto, aggrotto le sopracciglia e, dimentico di quanto in realtà stavo dicendo davvero poco prima, osservo curioso il bicchiere ghiacciato davanti a Daddy. Poi lo guardo in volto, serissimo.
« Senti ma… cos’è un gin tonic? »
 
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view post Posted on 13/10/2023, 08:05
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Era impossibile non vergognarsi.
Le grida della cameriera superavano di gran lunga quelle dei tifosi che oramai sembravano essersi trasformati in dei piccoli festanti felici.
Rimase ad osservare interdetto il volto di Horus; probabilmente, se non ci fosse stato lui, avrebbe dato di matto, ma in quel caso decise di contenersi per evitare di risultare il guastafeste che era stato fin da bambino.

Nel bel mezzo di quel pensiero si domandò se Horus si ricordasse di quella zuffa che aveva dovuto placare quando lui si era infilato in un bisticcio tra Fred Riddle e Will Turner, due deficienti, rendendo il tutto una zuffa.
Ogni tanto, nei momenti tristi, ancora si ricordava che ad uno dei due aveva fatto arrivare un barattolo di miele in testa, direttamente dalla dispensa scolastica, mandandolo KO.
Si ricordava anche di come Horus successivamente avesse dovuto portarlo davanti ad Aryadne Cavendish, al tempo Caposcuola Serpeverde, per fargli togliere dei punti casa. Odiava quella ragazza, piena di sé che probabilmente ora si pavoneggia milionaria dentro a qualche maniero lontano dal Regno Unito.

Erano belli i ricordi, anche se si erano persi dei punti. Alla fine cosa erano i punti Casa rispetto alle risate e le esperienze?
Si riprese di lampo, nel vedere arrivare quanto era stato richiesto.
Quanto erano stati veloci? Come era possibile?
Osservando Horus divertito, toccando con la forchetta una delle patatine del suo piatto disse:

- La cameriera sarà pure sboccata, ma i piatti arrivano velocemente!
Forse qualcuno efficiente c’è e si trova dentro la cucina.-


Sorridendo al ragazzo, alla domanda sul Gin tonic, prese un’altro bicchiere, quello che solitamente mettevano girato sui tavoli per bene l’acqua e versó parte della sua bevanda all’interno di esso.

- Tieni-

Disse porgendogli il bicchiere, purtroppo senza il cartocino a far da sottobicchiere.

- Prima di parlare degli eventi andati penso sia necessario farti assaggiare quanto di amaro e al contempo eccelso possa offrire il Mondo Babbano. -

Indicando il liquido trasparente, con molte bollicine, proseguì la sua promozione al cocktail:

- Hai presente il Whiskey Incendiario che la Pompadour ci passava spesso sotto banco? Beh questo è tutt’altra storia!
Ha un sapore intenso, ma che sa meno di vecchio di quella bevanda e meno esplosività.
Ti direi che è un alcolico più soft, di certo più nelle corde per ragazzi della nostra età.-


Attendendo che provasse, senza fissarlo perché capiva bene quanto potesse mettere a disagio avere gli occhi puntati addosso, domandò:

- Come è?-

Nel frattempo, come se fosse una schiaccia sassi aveva finito quasi metà del suo piatto.
Se c’era una cosa che amava di quel mondo era il fritto, il grasso e il sale, come era possibile che nel mondo magico privilegiassero i dolci e le caramelle?



 
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4 replies since 27/6/2023, 21:02   171 views
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