Night Caffè, [Privata]

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view post Posted on 3/10/2023, 08:07
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Il Night Caffè è un posto magico. Letteralmente. L'hai scoperto quando un volantino si è spiaccicato con poca grazia fuori dalle vetrate dell'Atelier. L'hai letto inclinando il capo e si, magari hai approfittato di una di quelle "serate fuori" di Camillo, per non pesargli sul coppino.
Che insomma, il tuo Van è comodo, ma hai sempre un po' il dubbio con lui ci stia stretto. Neanche a dover scusare la tua indole del vagabondo.
Comunque la verità è che sei finito qui dentro perché - probabilmente figli di una certa disperazione - nel foglietto c'era ben scritto che chiunque avesse partecipato alla serata dell'open mic, avrebbe ricevuto un cesto di frittura locale e da bere.
Quindi insomma: why not? E tu di questo vivi.

Gambe incrociate, sei seduto all'indiana sullo sgabello. Scomodo ma perfetto per reggere la chitarra di quella vecchia signora del mercato. Hai ancora in mente la sua storia, ed il motivo per cui ha finito per regalartela. Ti ha fatto promettere che l'avresti suonata come faceva suo figlio, appiccicandole sopra gli adesivi di tutti i locali in cui entravi.
Il microfono non stride più, sei alla terza canzone, credo te ne concederanno solo quattro, l'hai sistemato scostandoti, Loreen cantava in un locale folk da bambina, hai preso da mamma, mh?
Ti accendi un'altra sigaretta - ecco magari di questo potrebbe non essere entusiasta - e la sposti agli angoli delle labbra per parlare. Poi finirà tra le dita quando suonerai.
Le creature più disparate si muovono trai tavoli e tu sai quasi guardarle una ad una. Sono tutte in attesa della tua prossima mossa, tocca farla Lex.

[]
«Ehi ehm... mi sa che questa è l'ultima» sussurri così vicino al microfono da entrare docilmente nei loro cervelli.
La voce esce in un soffio di fumo e tu sorridi, chiudendo gli occhi un secondo per fare mente locale.
Ma la realtà è che poi restano chiusi. Il cuore batte forsennato, la luce si scalda per te, si fa più bassa, offuscata nel fumo magico che ti circonda un po'.
E' che quando sali su un mezzo palchetto, e ti viene puntato un faro contro, un po' risplendi. Un po' ti scaldi anche tu, ché non hai mai avuto ansia da prestazione (o almeno non in questo modo).
puoi non avere una voce perfetta o un timbro così strano, ma non importa.
Beh, guadagnarsi la cena così è quasi sleale non pensi?
Nah, per te tutto vale. E così riprendi da dover ti eri fermato, così da arrivare alla fine ad occhi chiusi.
Le tue canzoni parlano solo di quelle avventure che a volte non hai neanche vissuto tu, sei uno storyteller e tieni il ritmo con la punta del piede. Così non ti senti mai solo.
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view post Posted on 4/10/2023, 11:16
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Night Caffè » Londra
«Nah, nah, honey I’m good, I could have another, but I probably sh-» la tua voce e lo stereo si interrompono contemporaneamente. Ti stai truccando davanti lo specchio nel soggiorno, applicando con attenzione l’eyeliner sull’occhio destro. Guardi il riflesso di Katie alle tue spalle che ha ancora la giacca addosso, un foglio tra le mani. «Quindi ci vai?» ti dice con un tono che è un misto tra curioso e seccato, se possibile. Ha le chiavi di casa tua quindi la colpa di quell’intrusione è tutta tua. «Sì, mi va una serata così. Tu non vieni?» scosti lo sguardo e torni a concentrarti su di te. La tua è una domanda retorica giacché sei tu che le stai dando buca per una serata al Night Caffè, luogo mai sentito prima. «E ti sei tinta i capelli per non farti riconoscere?» sbuffi, ora. Il trucco sull’occhio destro è andato e ti prendi un attimo per indirizzare il corpo verso la tua amica. «Puoi riformulare la frase come se ti facesse piacere se per una sera vado a divertirmi senza troppi cazzi per la testa?»
Devi averla convinta perché la sua espressione cambia. Hai tanto tra le mani in questo periodo e l’idea di sì, tingerti i capelli per una notte e non essere la solita biondina potrebbe farti stare meglio. «Stai bene.» ti dice e rispondi con un grazie veloce prima di darle nuovamente le spalle e concentrarti sull’altro occhio.

Non hai mai performato in pubblico o comunque mai più che per tre persone. Il Night Caffè è particolarmente pieno per una serata open mic. Sei seduta al tavolino praticamente sotto al palco, solo una fila più in là. E hai segnato il tuo nome per essere la prossima dopo il ragazzo con la chitarra. E ti stai cagando sotto. Il fatto che il tizio sul palco suoni come se non gliene fregasse assolutamente nulla un po’ aiuta e un po’ no. Ha dei capelli ricci pazzeschi, una voce che sicuramente non ritroverai in radio ed è alto. Chiuso su sé stesso a suonare può non dare nell’occhio, ma lo capisci da quanto lo sgabello risulti essere piccolo per il suo fisico. Hai sorseggiato il tuo vino bianco nella speranza ti calmasse i nervi e hai applaudito come una forsennata per ogni persona che è salita sul palco, lui incluso. Ha fatto quattro canzoni con la sua voce graffiata e forse ha stonato in certi punti ma lo hai trovato particolarmente affascinante – charming suona meglio.
«Mary, sei la prossima. Mary!» ti alzi con discreta calma, vorresti aspettare che il biondo scendesse dal palco prima ma il tizio dietro le quinte ti fa cenno di salire. «Ehi-» vi incrociate, lui scende e tu sali. «Sei stato bravissimo. Una parola di incoraggiamento per una ragazza alla sua prima uscita pubblica?» lo guardi e con l’indice indichi te stessa. «E per favore, non dirmi di immaginarli tutti nudi!»
Ok combattere i mangiamorte, i tizi cattivi ad Hogwarts, i bulli etc, ma occhio all’open mic eh Mary!


Brunette Mary is in the house!


or outside, whatever.
 
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view post Posted on 4/10/2023, 13:37
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Un po' ti mancava, il fare una sorta di comunità artistica.
Anche se quello che ha suonato prima di te è salito in tensione ed è sceso in tensione. Forse perché le sue battute non hanno fatto ridere granché. E mentre tu scalpitavi per il tuo turno, altri ancora stavano ansiosamente in coda. Sei stato nei tempi, da bravo ragazzo, ma solo perché sai di non essere a casa tua.
Quando ti arrampichi sul van per suonare al tramonto, il tempo smette di avere un senso ed esistere. Quindi tu sei salito con una base di buona adrenalina e scendi adesso con un carico di gioia tale che si trasforma in un sorriso raggiante verso la ragazza che ti raggiunge.
Un inchino da bravo teatrante di strada, non glielo neghi, figuriamoci. Nessuno poi ti ha mai chiesto un consiglio, e questa sorta di fratellanza improvvisata ti brilla negli occhi.
Sorridi ancora, senza alcun accenno d'ansia.
La guardi, guardi oltre la tendina scostandola piano, e poi torni su di lei.
«Immaginare nudi chi?» alludi, ed anche se è uno scherzo ti impegni ad essere drammaticamente serio. Le indichi con un cenno il palchetto e la gente che - tra un tavolino comodo e la scelta coraggiosa di stare in piedi - affolla il locale. «Ci sono solo io, nel tavolino in fondo» le strizzi l'occhio e ti fai indietro perché possa salire, prima che il fonico decida di spingercela lui sul palco.
Ti dici che forse le sarà più facile se con lo sguardo passerà oltre tutta quella gente e si concentrerà sulla tua chioma bionda in fondo al locale, in quel tavolino da solo con finalmente una cena sotto il muso.
Pregusti il pollo fritto come fosse il santo Graal.
Dio in questi posti a volte non c'e respiro, ma tu non hai mai avuto questi problemi. Per te è facile pensare che la gente che non ti vuole ascoltare possa alzarsi ed andare via, e chi invece è interessato si avvicini.
Lo fai per te e basta, non compiaci mai nessuno. Nemmeno la tua insegnante di chitarra. Cavolo, Loreen doveva sempre pregarla di riprenderti in classe perché lei ti cacciava più o meno una volta al mese.
E' che il metodo classico - super importante - a te non è mai interessato, e quella donna non sapeva darti modo di esprimerti come avresti preferito tu. Sei libero, Lex.
Libero di alzare la mano per lei e farti vedere quando entrambi prendete posto.
Si, libero e curioso, ti avvicini una seconda sedia vuota; magari dopo la riempirà lei, non si sa, la vita è imprevedibile.
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view post Posted on 5/10/2023, 11:38
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Night Caffè » Londra
La prima cosa che noti è il suo sorriso verso di te. Ti rincuora che abbia preso bene le tue parole, non sai mai cosa aspettarti dalla gente. Sei molto estroversa e delle volte ricevi reazioni contrastanti. E ti sorride con i denti bianchi che quasi si confondono con il pallore della sua pelle. E sorride con gioia come di solito fai te, usando ogni piccola parte del viso e con gli occhi che si illuminano. Il suo inchino ti fa ridere e porti la mano sulla bocca per nascondere il suono che ad ogni modo non avrebbe avuto occasione di ascoltare, visto il trambusto della gente in platea. Abbassi il capo a tua volta e cerchi di mantenere il viso serio come se foste due artisti veri e non dei trovatelli in una serata di un locale sconosciuto.
Segui il suo sguardo al di là della tendina, ti sporgi come se potesse esserci qualcosa che non hai notato. C’è solo tanta gente ma non per lui, a quanto pare.
«Ci sono solo io, nel tavolino in fondo» non lo sa, lui, ma quel commentino ti rincuora. Un gesto di genuina bontà da una persona che non conosci e con cui potresti non averci nulla a che fare al di fuori di quel posto. «Grazie.» gli dici dopo il suo occhiolino, quando ancora siete fianco a fianco, prima che il tuo corpo venga catapultato sul palco e la tua anima lo abbandoni. Speri di aver incanalato in quella singola parola la genuina gratitudine che provi. Ti avvicini al microfono ancora all’insù e lo stacchi dal suo appoggio che è adeguato alle necessità di chi prima di te. «Buonasera» inizi e il fatto che nessuno ti presti attenzione forse un po’ ti rallegra. «Sono Mary.» concludi. C’è un pianoforte elettrico al lato del palco che appoggiato su un tavolo pare poco in equilibrio. Lo porti al centro del palco, smanatti con il microfono per posizionarlo al di sopra.
Ti siedi.
Alzi lo sguardo e tutti ti stanno fissando. C’è anche chi tenta un applauso di incoraggiamento. E noti, per l’ennesima volta, che c’è tanta gente. Ma poi noti anche lui, il biondo in fondo alla sala come ti aveva promesso, che alza la mano per farsi notare. E alzi anche tu la tua prima di avvicinare la bocca al microfono. «Questa canzone è per il mio amico in fondo.» un respiro, poi, lo sguardo sui tasti e parti.

Ti ci è voluto un attimo per adattarti al microfono e sai per certo che la tua voce è uscita un po’ troppo docile all’inizio ma pensi di avercela fatta. Dal palco gli applausi sembrano sempre troppo deboli e forse lo sono, ma ti frega davvero poco. Ringrazi e scappi prima che qualcuno possa suggerire un’altra canzone, una melodia o qualsiasi cosa. Scappi e ti ritrovi a recuperare il bicchiere di vino dal tuo tavolo e avvicinarti al ragazzo di prima. Ora, in piedi di fronte a lui, noti la sedia vuota al suo fianco. «Ciao! Ti volevo ringraziare per prima, mi hai davvero salvato la faccia.» gli sorridi e porti una mano al petto, all'altezza del cuore.
 
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view post Posted on 9/10/2023, 18:46
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Forse sono gli anni che hai passato a farti bravo per Theo, a renderti così capace.
Oh, di certo ci ha messo molto anche la genetica di mamma, i suoi insegnamenti ed il tuo spiccato senso del teatro a fare di te ciò che sei, ma tuo fratello deve aver dato il colpo di grazia.
Ti sei improvvisato ogni cosa possibile per lui nel corso della sua crescita. Avete quegli anni di differenza che un po' hanno tentato di fare di te una guida, ma poi sappiamo tutti che il migliore dei due è il piccoletto.
Tu comunque ti sei reinventato ogni giorno. Un po' per capire come parlargli, come superare il mutismo che non si è mostrato selettivo ma totale.
Come giocare con un fratellino che basava tutto sulla vista e sul tatto, che non ha mai sentito la tua voce.
Quante volte gli hai detto di volergli bene, quando tu e le tue paure prendevate il sopravvento e per terrore non volevi dormire da solo.
Allora si stringeva a te per dirti che era lui quello più bisognoso, quando non è mai stato così. In cambio, sei il fratello perfetto. Quello che gli darà sempre uno scopo nella vita, e che sarà il primo a supportalo ovunque.
Dal primo giorno di scuola all'ultimo e per tutto quello che vorrà fare da grande, sarai lì.
Lì a dirgli che non c'è nessuna folla a fargli paura, a intimorirlo. Ci sei solo tu, lì in fondo, appena illuminato, che gli sorridi. Solo tu.
Così quando la ragazza canta tu ti perdi, pensi a tutto questo, per la dolcezza che le scalda le corde vocali. Forse condita un po' da quella paura che fra spingere i tasti a volte più velocemente, l'assenza di un metronomo interno che lascia spazio al cuore.
E' quello no? E' quello che gli altri - e pure tu - lasciano su un palco così.
E continui a sorriderle, ché ti sei distratto alla fine, ma per una buona causa, una che grazie al Malibù aiuta anche a distendere la serata.
Gli occhi, comunque, non li hai staccati da lei.
Neanche quando ti hanno portato la cena, e questi bastoncini di mozzarella aprono voragini nello stomaco.
Pieghi il capo quando ti viene vicino, alzi il bicchiere in sua direzione.

«Scherzi? A questo servono gli amici-» e lo fai, si, le fai cenno di sedersi con te, se le va. In fondo non hai mai costretto nessuno a farti compagn-... oddio, forse qualche volta ma non in modo violento, ecco, non ne saresti capace.
«E' una bella canzone, quasi mi dispiace di non chiamarmi Ophelia» te la ridi, leggero, spingendo il cestino del fritto lentamente verso di lei.
«Io... sono Lex, ma andrà benissimo anche "quell'amico in fondo"» che a volte un po' stupido lo sei, ma perché non vuoi davvero dei ringraziamenti, non l'hai fatto per avere qualcosa in cambio.

«Che fai, ti fermi un po'?» ogni tanto le cose sai anche chiederle. Con un sorriso, magari.
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Edited by A.Hydra - 9/10/2023, 21:11
 
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