Il Ballo dei Draghi

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Oliver Brior
view post Posted on 28/12/2023, 11:59 by: Oliver Brior
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ballo dei Draghi
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bahía de la Concha Perdersi alle fiabe della buonanotte; tornare bambino, la testa sulle ginocchia di zia Calliope, il tepore di un caminetto dalle braci sempiterne; catturare la danza delle fiamme — alcune come anelli tra le dita di zia, lei che domina il Fuoco per eredità — sotto le palpebre; e credere di non avere nome, di non avere destinazione, di non avere altro.
La mia vita è come in pausa, il mio tempo è in sospeso. Non ricevo Visioni da mesi, oramai. Tutto, in me, è in metamorfosi; in parte mi spaventa, ho l'impressione che possa esservi qualcosa di grave in arrivo; in parte... mi rassicura, perché mi lascia finalmente in pace. Baia della Conchiglia è stata l'ultima tappa di un lungo, infinito viaggio. Torno indietro di pochi mesi, perfino il ricordo è offuscato. Peregrinazioni lungo le coste britanniche, pelle di bronzo, capelli disordinati e bagnati di salsedine. Ora, invece, profumano di ninfee, di camelie, di gerani. Non c'è stagione, a San Sebastián. A scandire le pause del giorno è soltanto il sole, talvolta l'ululato del mare. Per me, è la carezza di zia Calliope. Mi ha accolto lei alla villetta dei nonni, forse presaga più degli altri. Lei, sulla spiaggia, come in attesa. Ha volto gli occhi al cielo, governando i venti affinché potessi discendere più facilmente. Il volo dell'Alato è stata pura grazia, poco dopo. Giorni, notti di viaggio oltremanica, finché Ira ha toccato terra, e sabbia, e conchiglie. Ora è fuori, in riposo. Ora è un confine indefinito. Ora è ieri, ora è la volta in cui sono arrivato dai nonni, ora è il mondo che si riposa, e che lascia riposare anche me. Il mio cuore è in trappola, goccia di sangue e nostalgia. Non c'è altro, per me. Oltre il volto degli affetti preziosi, e perduti.
«Ay, mi niño. Oggi è arrivata questa.» Così, zia Calliope mi porge una lettera. Ha in sé il ricordo del tempo, l'impronta del Castello di Hogwarts. Mi chiedo quanto a lungo abbia viaggiato il Postino per consegnarla. Questa è una delle poche lettere che abbia ricevuto, eppure non la scarto. Le mani di zia Calliope s'arrestano tra i ricci, ora lunghi come onde sul volto; scivolano sulle guance, su entrambe. Poi s'abbassa, e mi solletica la pelle con un bacio. Va via, mi lascia solo. Non ho bisogno di aprire la lettera, non più.
Camille mi è giunta in Visione. E ha riacceso il tempo.

Isola di Hirta Il volo s'acquieta ad un cielo terso, azzurro brillante. Riverbera sulle onde del mare, sotto di noi: un guizzo di pinna, forse di delfini, finché le coste iberiche sfavillano in luce per l'ultima volta. Il gioco dei saluti è stato rapido, un abbraccio veloce, un'altra carezza. Mi hanno strappato la promessa di tornare presto. Forse i miei nonni hanno sentito la mia famiglia, hanno avvisato della mia presenza in Spagna; forse... forse è stato un segreto, tutto per noi. Non ho parlato molto, in questi tempi. Ramòn è passato a trovarmi, e con lui la schiera di rospi, topolini, creature magiche in tasche di cappotti. Poi c'è stata zia Calliope, ospite fissa, e con lei qualcun'altro, talvolta di passaggio. Non credo d'aver mai trascorso l'Autunno dai nonni, prima d'ora. Solitamente, la Spagna è per me Estate. Nulla di più, nulla di meno. Mi pento soltanto di non essere stato più a lungo, di non essere arrivato prima. Eppure, non posso negare d'avere una maledetta, terribile nostalgia per Hogwarts, e tutto quello che per me rappresenta. Forse è per questo che l'Alato voli più velocemente del previsto, le ali catturano l'onda dei venti con una sincronia che lascia di stucco anche me, a dispetto — oramai — dell'affinità tra me e Ira. Entrambi, mi dico, siamo cambiati; e non saprei dire se in meglio o meno. Il mio cuore s'è inaridito, accantonando i sentimentalismi in un cassetto lontano, giù a fondo. Il mio corpo, in risposta, è maturato: è un fisico più resistente, più forte, alla mercé dell'esercizio cui involontariamente ho costretto me stesso. Il mio viso è granitico, più sottile; i capelli sono lunghi, in confusione, e il mare — curiosamente — ha reso alcune ciocche oscure.
Mia zia Calliope dice di non avermi mai visto meglio, e il commento mi ha fatto riflettere. Mi dice d'essere cresciuto, d'essere più adulto. Ora custodisci l'incanto delle terre segrete, mi racconta. E io, che non ho mai veramente compreso le sue parole, ho lasciato correre. C'è un ché di misterioso, in me; è come un crepuscolo in carne, sangue ed ossa, e l'abito che mia zia ha confezionato per me ne accentua l'armonia notturna.
Il Ballo dei Draghi è un evento che è giunto anche a me, complice le pergamene (e qualche Strillettera) che la Gazzetta mi ha spedito in queste settimane. Non ho interrotto ogni lavoro, affatto. Eppure, mi ha sorpreso — e un pizzico perfino esaltato — scoprire l'incredibile organizzazione dietro tale progetto. I Draghi, poi, rappresentano un richiamo che vivo fin sottopelle, e che mai... a ripensarci, mai avrei potuto perdere. Non riesco a seguire il filo delle mie emozioni. Non ho idea di chi possa incontrare, di come possa reagire. C'è in me una pace che preannuncia tempesta e che, a malincuore, mi rende imprevedibile. Eppure, c'è in me anche gioia — fin nel profondo — all'idea di ritrovare chi, come Camille, abbia saputo custodire un posto per me nel cuore. Mi perdo in lungo e in largo, letteralmente. Atolli in mezzo al mare, isolotti in dispersione. Circumnavigo coste che non saprei delineare, né in mappa né in memoria. Attraggo a me le redini, carezzo la testa dell'Alato. Vai, le dico. Vai, vai avanti.
Visioni di Cielo e di Tempo, ecco la guida. Poco dopo — forse un momento, forse un'ora — l'Isola di Hirta appella il fuoco, un grido feroce che invade l'aria. Scortica il vento, mi spinge a serrare la presa.
«In discesa, Ira.» Il mio sussurro è nettare, è dolce all'orecchio dell'Alato. Come in picchiata, un'aquila verso una preda d'acqua, finché spalanca le ali al tramonto; Ira volteggia verso le collinette più lontane, al sicuro dalla presenza dei Draghi. Qualcuno è già in arrivo, sotto di noi è un dedalo di scintille azzurre — le Passaporte. Mi fa sorridere l'idea di poter essere riconosciuto, di essere indicato verso l'alto. Ira va via poco dopo, già diretta verso l'Irlanda. Non resta sull'Isola, non con i Draghi così in prossimità; e d'altronde, le spetta un riposo che non potrei concederle, insieme. Da solo, allora, approfitto per riprendermi dal viaggio; è un incastro di magia, un sortilegio dopo l'altro: l'abito che porto con me s'adagia, infine, come un mantello intessuto di luce e d'ombra; è una tela di pece nera, impreziosita dai ricami d'oro di spine, artigli e fiamme tessute. S'allunga verso il basso, oltre le ginocchia, come una veste da stregone. Mi rende regale, Cavaliere d'altri tempi. Vi sistemo, poi, un anello dall'effigie di Drago all'indice della mano destra, e altri d'argento e d'oro alle dita. Al collo è un monile con testa di Drago, una spire di serpente che s'anima in fremito. Ho occhi di fiamma, per davvero: è l'espressione decorativa della magia, sulle iridi splendenti. Forse, è esattamente come dovrei essere. Il completo nero, pantaloni, camicia, stivaletti, sfuma in illusione di cenere. Ho in me il profumo dei mari, della tempesta, del fuoco spento. Io, la Fine.
dove l’acciaio fende il ghiaccio e, mi raccomando, sii puntuale. Mi basta poco, spinto dalla frenesia del momento, per trovare il bacino d'acqua ghiacciato e da lì la pista di pattinaggio. Si innalzano scintille di fuoco, per lame incantate. Attendo, in anticipo. ll mondo è in sospeso, torno a casa.
OutfitOliver

Oliver è al bacino d'acqua ghiacciata.
Menzioni: Camille
 
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