Il Ballo dei Draghi

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Thalia Moran
view post Posted on 1/1/2024, 17:40 by: Thalia Moran
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Sto cercando di trovare la quadra in ciò che vedo, mentre con calma sto per raggiungere il primo tendone: non mi ero resa conto che il servizio bar fosse “libero” e che, soprattutto, fossero dei draghi - erano veri? - a servire le bevande per l’occasione. Ogni volta mi convincevo di averle viste tutte, di aver toccato con mano la stranezza del mio mondo intendo, ma in ciascuna occasione finivo sempre per dovermi ricredere.
Questa volta non faceva assolutamente alcuna eccezione.

Cerco quindi di riacquistare sicurezza nel passo, mentre mi accingo a prendere qualcosa che mi sciolga il nodo alla gola: all’improvviso mi sembra di essere un pesce fuor d’acqua e non ne colgo la motivazione. Nelle ultime settimane le cose sono andate meglio, gli attacchi di panico non si sono più verificati con la stessa intensità dei primi tempi e sospetto che parte della soluzione sia aver appianato - non so per quanto tempo durerà - la mia divergenza con Nieve. Forse, quella nostra per quanto precaria tregua sta avendo gli effetti desiderati, almeno per me.
Non mi illudo che la strada imboccata sia quella che metterà il punto alla situazione, ma qualche puntino di sospensione sarebbe estremamente gradito: svegliarmi ogni mattina con l’ansia sociale non mi fa bene e, soprattutto, non mi aiuta ad affrontare la vita al di fuori del letto. Di solito mi servo di abbondanti dosi di camomilla e altre tisane per distendere i nervi, ma qualcosa mi dice che qui non troverò prelibatezze del genere; non mi resta che avvicinare un drago - la sola idea mi inquieta a dir poco per la sua stranezza - e farmi servire qualcosa di forte. Mi guardo intorno e mi rendo conto che lo spazio non è ancora carico di ospiti e che, forse, posso ritardare ancora un po’ la mia panacea con buona grazia della mia lucidità e ancor più del mio fegato.

«Vuoi una sigaretta?»

Istintivamente mi irrigidisco, ma mi rilasso subito quando mi volto ad incrociare lo sguardo di Draven Shaw. I tratti del suo viso sono arricciati in un sorriso mesto, quasi di scuse mi pare, per aver interrotto la mia delirante sequenza di pensieri. Gli sorrido di rimando, ma mi rendo conto con qualche secondo di ritardo che l’espressione lieta non può che essere vista di sfuggita a causa della maschera che indosso.
«Una sigaretta no, qualcosa da bere piuttosto…» la mia voce suona leggermente ovattata a causa del metallo e mi accorgo spiacevolmente di un prurito fastidioso alla nuca. Con disinvoltura sfioro con le dita il nastro della maschera e, nel farlo, mi rendo conto di essere osservata da una donna in abito scuro, decisamente aggressiva nello stile quanto la sua età non lo permetterebbe. Più che osservare me, in realtà, è Draven l’oggetto del suo interesse e la cosa mi stupisce e incuriosisce insieme. D’altra parte io e Shaw non siamo per i convenevoli e tantomeno per le confidenze. Continuerò a chiedermi dove sia finita la sua dolce metà, poiché - se sapesse che cosa intendo fare - la suddetta metà deciderebbe di accecarmi o menomarmi permanentemente. Decido quindi di prendere il toro per le corna e affidarmi al mio vecchio, insulso istinto per capire in quale misura io c’entri davvero con i piani del ragazzo. Nel silenzio breve che cala tra noi cerco di fargli notare la signora alle nostre spalle col solo ausilio dello sguardo e mi pronuncio con aria innocua, sebbene mi senta lontana anni luce dall'esserlo.
«Posso?» il mio braccio nudo si solleva lievemente, ad indicare il desiderio di allacciarsi al suo «Queste scarpe sono una tortura e vorrei davvero qualcosa da bere.» confesso mostrandogliele e sollevando l’orlo dell’abito. Il tacco non è vertiginoso, ma lascia comunque a desiderare in una location come questa. Se cogliesse la palla al balzo saprei di aver fatto centro e di averlo salvato, per la seconda volta da che ci conosciamo, dall’ansia di trovarsi in una situazione scomoda abbastanza da indurlo a parlare con me. A pensarci bene, per i nostri standard questa non è di certo la conversazione più strana che abbiamo avuto finora, ma sono disposta a ricredermi qualora dovesse rifiutarmi una gentilezza tanto innocente.



THALIA J. MORAN | 20 Y.O. | HUFFLEPUFF HEADGIRL |
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Interazioni: Draven
 
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