Il Ballo dei Draghi

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view post Posted on 14/2/2024, 12:57
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Ocean eyes.

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MEGAN M. HAVEN || o u t f i t


Dove? In mezzo alle fratte dietro un tendone "x"
Menzioni: -
Interazioni:Draven; Lucas; Kevin e Alexander.

Passa un po’ di tempo, forse qualche secondo di troppo, prima che Draven mi risponda. Capisco le motivazioni non appena lo vedo maneggiare l’oggetto: è ubriaco, l’ansia sociale e sua nonna hanno avuto la meglio su di lui. Lo lascio parlare mentre cerco di intravedere il suo volto al di là del piccolo specchio ma l’unica cosa che riesco a scorgere è il colore di un tendone alle sue spalle. Mi basta. Bingo! penso, mi giro in cerca del luogo che scopro non lontano rispetto alla mia posizione.
«Arrivo, non muoverti e non toccare più alcol!» glielo ordino ma mantengo la calma necessaria affinché possa tranquillizzarlo più di quanto si meriti, serve a poco inveirgli contro e rinfacciargli una serata persa per andarlo a raccogliere da qualche parte in quell’isola sperduta nell’Oceano Atlantico. Chiudo lo specchio e ringrazio il barista per la mia terza dose di Whisky della giornata: anestetizzare il cervello, non chiedo altro in questo momento. Il cuore sembra essersi calmato, placido si espande e contrae nella gabbia toracica dandomi la sensazione di una tranquillità innaturale: Draven è da qualche parte disteso a terra, ubriaco; dovrebbe preoccuparmi, eppure saperlo vivo basta per prendermi qualche secondo in più per me...
«Bè, chi si assomiglia si piglia, vedo» sento dire. La voce è inconfondibile, Lucas Scott. Evito di girarmi in un primo momento, porto il bicchiere alle labbra, bevo un sorso e mi scopro curiosamente interessata al discorso. Così, alla fine di quel meraviglioso sproloquio sul mio essere smisuratamente piena di ego e su quanto siano stronzi Draven e, infine, Thalia mi limito a concedergli un piccolo sorrisetto beffardo. Lascio dondolare il bicchiere tra le dita, provo a distendere i nervi ora tesi. «Certo che sei strano, Scott» intervengo, mi viene da ridere. «Hai cercato una tregua e a nemmeno un anno da quest’ultima mi cadi così?» lascio schioccare la lingua sul palato, «Naaah, l’alcol ti fa dire cose spiacevoli» bevo tutto d’un fiato e finalmente mi volto a guardarlo. Il bicchiere batte sulla superficie del tavolo con decisione. «Dovresti cambiare atteggiamento e mestiere, naturalmente, ma questo già lo sai» stringo il bicchiere, perché la voglia di spaccarglielo in faccia è tanta e non mi terrorizza affatto il moto di violenza che la sua presenza mi genera, al contrario mi eccita. Faccio leva con le gambe, i polpastrelli allentano la presa dal vetro e torno con le mani lungo i fianchi. Gli occhi nei suoi, alzo le spalle: «Mi spiace, gli stronzi sono un problema non indifferente e vedo che anche a te non è andata diversamente. Ognuno il suo» distendo le labbra e muovo lo sguardo nello spazio che ci circonda. «Ora, se non ti dispiace…» dico sul finale e mi allontano.
Un respiro profondo accompagna quell’azione, mantenere la calma è costata parecchia fatica e mi domando: se non avessi avuto una spilla al petto, la responsabilità di una casata, avrei abbandonato allo stesso modo quella sensazione? Lucas Scott mette sempre a dura prova la mia pazienza!
Torno a perdere interesse sulla questione non appena mi avvicino al tendone. Lo sguardo cerca Draven tra la calca di gente in festa, da qualche parte seduto sul terreno ai bordi della struttura. Mi faccio spazio nel caos, la musica riempie lo spazio e ringrazio gli effetti anestetizzanti dell’alcol perché mi appare così lontana. Costeggio i lunghi drappeggi, supero uno studente che mi taglia la strada e freno il passo non appena lo vedo disteso a terra a poco più di un metro da me.
Studio la situazione, i miei occhi si posano sulle due figure che lo circondano da una distanza che - da quella prospettiva - pare fin troppo esigua. Chi sono? Mi avvicino. «…Quidditch» sento una voce familiare sul termine di un discorso e quando la distanza, che mi separa da quella scena, si riduce ad una decina di passi è proprio Kevin a voltarsi verso la mia direzione. Lo sguardo cade su di lui, la mia espressione muta l'istante seguente e non mostra più solo il velo di preoccupazione ma anche sorpresa. Cosa ci fai qui? Perché? Chiedo silente. Cerco i suoi occhi per un fuggevole attimo e nel silenzio che mi schiaccia schiudo le labbra per riprendere fiato. Il cuore trema. Cazzo! «Che succede qui?» chiedo tentando di soffocare la sensazione che mi genera quella situazione. Distolgo lo sguardo, per compensare lo poso sullo sconosciuto alla mia destra prima di tornare su Draven. La calma che mi aveva abbracciata poco fa cade giù come una roccia dalla montagna, mi abbandona e lascia un buco al centro del petto. No, non ho intenzione di ripetere quanto è successo l’ultima volta sull’Hogwarts Express tornando a Londra. Mi sforzo di controllare ciò che provo, di mantenere la lucidità che serve per nascondere le emozioni che mi travolgono. È paura ma è anche altro. Quei due insieme così vicini di certo non li avevo mai immaginati, né avevo previsto la strana sensazione che adesso accarezza il mio corpo e lascia un lungo fremito sulla pelle.



Edited by Megan M. Haven - 14/2/2024, 15:11
 
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view post Posted on 14/2/2024, 16:16
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[x la cricca della frasca] Ok, ha davanti il tipo che beve solo benzina, anche se gli piace quel "forse" sospeso così per lasciare un briciolo di suspance proprio sul finire. Una porta aperta che, tuttavia, Lex percepisce essere ben chiusa ed avere i cardini risistemati di fresco.
L'olandese non si sottrae mai ad un gioco, ma sa anche benissimo quando è il caso di smettere - in genere per noia sua prima che per un netto rifiuto - al due di picche ci è ben abituato.
In ogni caso, in una festa con netta maggioranza di minorenni, beh, ecco, giocare sta bene ma fintanto che il gioco resta tale.
Nonostante tutto, l'occhio furbo gli resta nell'espressione divertita che mantiene in volto.
In fondo, questa vita riserva beghe ben peggiori di un "raramente trovo piacere nel ballo" che, Lex, accetta chinando il capo in una lenta riverenza.
Oh lui il piacere in un ballo lo trova eccome, ma non perché sappia ballare, quanto per l'intimità di una vicinanza che spiega molto di una persona. Ovvio, si, beh, bisognerebbe trovare una persona che vuole essere letta, prima.
Ma piano piano anche Lex imparerà le sue lezioni. Il saluto al biondo è quel leggero accenno, tutt'al più che l'altro resta ancora vicino per parlare con il moretto a terra.
Nelle sue parole rivede la ramanzina di un tempo che fu, ma quanti anni hanno per essere già così in crisi con l'alcol? Va bene che neppure Lex si sia risparmiato negli anni di scuola, ma neanche lui ha toccato quei picchi.
E' forse l'arrivo di "Stella" a farlo ragionare sui problemi più evidenti di questa torbida esistenza. Lex la squadra da capo a piedi, innocuo e con la testa un briciolo più leggera.
E' molto carina, e sa che a quella domanda non dovrebbe rispondere lui, non l'ha rivolta a Lex.
«Ciao, Stella» il suo tono è sempre leggere, soave, mentre con uno slancio di bacino si stacca dal tronco d'albero a cui si è incollato tutto quel tempo. «Direi che ora sei in buone mani, amico» mormora al ragazzo a terra. Dopo il loro scambio suppone che qualcuno riceverà un premio di consolazione stanotte, magari dopo un sonoro schiaffo, non si sa mai. Beati loro, si trova a pensare, allontanandosi. Ché in realtà dalla sua altezza non ha ancora ritrovato la figura di Camillo che - tuttavia - lascerebbe un po' in cerca della sua bella che balla stanotte. Ma qualcun altro che forse non voleva farsi trovare, l'ha beccato eccome.

[x Vice Ministrello] «Mi rilascia un'intervista?» mormora alle spalle del Vice Ministro, dopo che probabilmente ha fatto di tutto per scampare all'assalto dei giornalisti. Ma, prima che possa allarmarsi troppo, Lex alza le braccia in segno di resa. Fortuna che l'odore dell'erba se lo è tolto via con il whiskey, o almeno così crede.«Scherzo, scherzo io... vengo in pace, non dirò a nessuno di averla vista e, io-» E tu? Vorrebbe trovare una scusa degna che non sia "cristo perché è così bello pure lui, quanto cazzo ho fumato? Quest'isola è il Paradiso?" ma si aggrappa all'unica sensata, per il momento. «-io volevo scusarmi per averla quasi accecata prima, non consideravo queste corna così ingombranti.» Accenni mezzo sorriso scaltro, giusto per stemperare. «E' terribile quello che stanno facendo ai draghi» vagheggi, ché non vuoi perdere il filo «E' stato un discorso carino» Sì, il discorso è carino, quello proprio.

Interazione: Kevin, Draven, Megan & Vice Ministro

Menzioni: //

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view post Posted on 15/2/2024, 19:15
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Per la maggior parte dei passanti, sono pronta a scommettere qualsiasi cifra, gli oggetti esposti sulla bancarella sono solo: oggetti, appunto. Quelle scaglie, quelle pietruzze variopinte, non sono solo gradevoli esteticamente, ma hanno già un valore affettivo enorme per me. Tu spontaneamente me le offri e dubito di riuscire a farti cambiare idea, ti conosco troppo bene. Ti rivolgo un sorriso caloroso, tanto sincero da sollevare le guance leggermente colorite «Grazie.» per il regalo che mi hai appena fatto – che già di per sé rappresenta molto, per entrambi –, per quest’intreccio di mani che si aiutano e sostengono a vicenda. Per tutto, semplicemente.
È un incantesimo che piano piano termina il suo effetto, il commesso cerca la nostra attenzione, necessita delle ultime informazioni per il recapito. Saldati i conti, possiamo dedicarci nuovamente alla festa e alle sue innumerevoli attrazioni. E io, d’altro canto, sono felice di farti strada in questo paese dei balocchi. Per stasera sarò la tua guida, la tua bussola personale, qualsiasi sia la direzione che desideri prendere «Non è sciocca, assolutamente.» ti rassicuro «Da Hogsmeade, tramite passaporta.» nominare ciò che ritengo uno strumento di tortura mi ruba una smorfia, ma fa presto a volatilizzarsi dal mio viso «Per tornare indietro, beh…» torniamo insieme al Castello? Una frase che resta tra le righe, sfumata nella brezza senza che io le dia voce. Non ti ho nemmeno chiesto come tu sei arrivato sull’isola. Cosa hai intenzione di fare dopo, quando le luci si spegneranno e la musica in sottofondo smetterà di suonare. Ho persino paura di saperlo, forse. Ma non permetto alle mie ansie di trasparire, seppellendole accuratamente sotto un’espressione serena, tipica di chi e convinto delle proprie azioni «Farò in modo che tu non ti perda.» è una promessa, non ti lascio solo, non adesso che ti ho ritrovato. È una consapevolezza che cresce lungo il sentiero, al cui culmine ci imbattiamo in un tendone smeraldino con screziature dorate. Non c’è molta gente in fila, l’ingresso è praticamente libero. Magari l’orario gioca a nostro favore, possiamo approfittare del fatto che la maggior parte degli invitati si stia affrettando per radunarsi al Lago per la premiazione imminente. C’è infatti modo di muoversi con più facilità, non solo all’esterno.
«Oh, prima di entrare, assicurati di avere il pass alla mano.» è l'unica raccomandazione che ti faccio, varchiamo la soglia e ci addentriamo in un ambiente da sogno. Come nella precedente location a tema, anche qui alloggiano degli esemplari, due cuccioli di Lungocorno per la precisione. Sono più vivaci dell’Occhiodopale, volano in cerchio e giocano tra loro intanto che sorvolano l’impeccabile rappresentazione di alcune cime rocciose. L’aria che respiriamo sa di montagna, qui è là ci sono alberi tipici dell’alta quota che ci inebriano con la loro resina. Sembra davvero di stare sui Carpazi, resto piacevolmente sorpresa, la bocca si schiude per qualche istante.
«Guarda, sono adorabili.» le parole mi escono con tenerezza, sono maestosi nonostante la giovane età e all’apparenza così delicati al medesimo tempo. Ho il naso all’insu, in totale ammirazione. Diversi primini corrono vicino alla barriera, incollandosi ad essa come fosse una vetrina ben addobbata per le grandi occasioni. Non li biasimo, è impossibile non restare affascinati.
«Chissà se Astraeus li somiglia?» la butto lì un po’ per genuina curiosità, un po’ perché il tesoro ti chiama a squarciagola; ottenerlo però richiede l’intervento di uno dei dragologi presenti «Che dici? Andiamo a vedere se hanno delle sue foto?» la folla a poco a poco si distanzia dalla postazione dell’esperto, lasciando intravedere una ragazza dai capelli corvini e la pelle d’avorio alla quale t’invito ad avvicinarti. Indossa una maglietta con su scritto staff per distinguersi dagli altri, il volto le s’illumina quando ci vede e ci accoglie con gioia «Buonasera, sono Eliza, come posso esservi utile? si presenta con fare cordiale, l’accento est europeo piuttosto marcato. Ci osserva con sguardo vivace, in attesa di conoscere le necessità che ci hanno condotto da lei.
«Mostrale il pass.» ti sussurro emozionata mentre lo indico, non vedo l'ora che tu scopra quali porte ti aprirà. Ma soprattutto, verso dove.
«Hai un pass? Meraviglioso!» si mostra subito disponile, tira fuori una pila di documenti che hanno tutta l’aria di dover essere compilati. Intanto io mi faccio leggermente da parte – giusto un paio di passi –, così da permetti di assorbire tutte le informazioni in tranquillità.
«Porgimelo pure, così lo convalido.» se glielo lascerai in custodia, con pochi gesti imprimerà un timbro sul bordo inferiore, vergando poi lo spazio centrale del cartoncino con le sue iniziali prima di riconsegnartelo «Non so se te lo hanno già spiegato, ma questi pass sono validi per assistere ad una serie di conferenze nelle nostre sedi sparse per il mondo, considerando le recenti scoperte.» svela così il mistero, sviscerando immediatamente i vari dettagli «Con questo, firmato da me, potrai accedere in particolare a quelle che si terranno nella nostra sede in Romania durante la prossima primavera.» ti spiega, mettendo alcune brochures sul tavolo che potranno esserti utili. Ed eccola qui, un’avventura in terre tutte da scoprire si para davanti a te. Ma non solo, è giusto dire che portai finalmente conoscere di persona un esserino speciale «È possibile far visita anche ai Draghi, non so se hai adottato uno dei nostri esemplari o hai intenzione di farlo, ma ecco…» io resto con te, silenziosa, che do spazio alle domande che vorrai porre sul piccolo Astraeus. Ti aspetto qui, pronta a sostenere ogni tua reazione.

code by Camille


Interazioni: Oliver :<31:

Acquisti:
- Veste del Drago (35 G)
- Scettro del Drago (35 G)
- Scoprire i Draghi (6 G)

Tot: 76 G

Sfrutto il buono sconto del 20% del Concorso Piuma di Drago

 
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view post Posted on 15/2/2024, 22:21
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dDtqrYd mtLkQKEOgni volta si riprometteva di saltare il ballo scolastico, brutti ricordi le permeavano la mente quando pensava agli eventi passati e d’altro canto da allora nessuno l’aveva invitata specificatamente.
Eppure ogni volta, interessata a ciò che veniva messo in piedi dallo Staff Scolastico, finiva per presenziare, ma quell’anno Hogwarts aveva semplicemente superato qualsiasi aspettativa che gli studenti potessero anche minimamente avere.
Il Ballo si incentrava totalmente sui Draghi e loro non solo avevano l’occasione di visionarne quasi la totalità dei tipi da “abbastanza” vicino, ma di poter approfondire nei vari Stand le proprie conoscenze.
Avevano unito l’utile al dilettevole, Ayumo era certa che chiunque si sarebbe fiondato per apprezzare anche un minimo la magnificenza di tale festa, un tripudio di colori, fiamme e curiosità.
Quando aveva appreso la notizia ne era semplicemente rimasta estasiata a tal punto da dover rinunciare al suo piano di fuga, armandosi di pazienza per trovare un abito che la soddisfacesse abbastanza.
Aveva intravisto qualche compagna provare i propri vestiti e il proprio make-up nei giorni precedenti, alla fine anche lei aveva ceduto al dresscode e si era lascata infine prendere la mano.
Data l’impossibilità di dirigersi al Ballo in altro modo aveva approfittato della Passaporte ad Hogsmeade, anch’esse richiamavano rigorosamente il tema trattato, finemente lavorate rappresentavano delle uova di drago dalle più variopinte colorazioni; una volta toccate sprigionavano una fiamma azzurra che permetteva ai viaggiatori di giungere a destinazione senza troppi problemi.
Una volta arrivati a Hiort lo spettacolo che si dipanava davanti ai suoi occhi era magnifico, poter osservare i draghi volare in libertà sopra le loro teste mentre sputavano fiamme e si libravano in danze spettacolari.
Era innegabile che tutti appena giungevano lì si ritrovavano con il naso puntato verso il cielo a rimirare qualcosa di unico ed irripetibile.
Ayumo non fu da meno rispetto ai suoi compagni, nessuno riusciva a resistere.
Dopo qualche secondo con gli occhi puntati verso il cielo decise di darsi un contegno e tornare con i piedi piantati a terra, pronta a fare qualche giro per i vari padiglioni che erano stati allestiti; ognuno si dedicava ad una specie di drago e ne dipanava ogni segreto.
Vi erano tantissimi approfondimenti, un seminario intero per approfondire l’utilizzo delle Corde di Cuore di Drago come nuclei all’interno delle bacchette e un altro che si dedicava all’innovazione, sempre in ambito di bacchette, che prevedeva l’utilizzo della Scaglie di Drago come nucleo.
Chi ne aveva piacere poteva fermarsi a rimirare un’eccellente spettacolo circense, il tutto naturalmente abbellito da esibizioni infuocate.
Non ultimi vi erano diversi oggetti che si potevano acquistare e la possibilità di poter adottare a distanza un Drago.
Non si lasciò sfuggire nessuna di queste occasioni, arraffando buona parte degli accessori esposti per poi dirigersi al padiglione del Nero delle Ebridi.
Aveva ascoltato interessata la spiegazione su quel drago, esemplare maestosamente feroce che richiedeva spazi molto ampi per cacciare ed insediarsi; questo di certo non lo rendeva tra le specie più facili da tenere sotto controllo.
Una lauta mancia per l’adozione era più che meritata e di certo avrebbe continuato a contribuire attivamente per poter garantire la sicurezza della creatura dato che generalmente i draghi, nella maggior parte dei casi, erano prede designate del bracconaggio, purtroppo.
Girando aveva notato diverse facce familiari, ma non aveva colto nessuna occasione qr94dzOper fermarsi a parlare dato che quasi tutti sembravano presi dalle proprie chiacchiere o faccende private.
Avrebbe assistito alla premiazione della Coppa delle Case e una volta conclusasi si sarebbe diretta nuovamente al castello per poi addormentarsi nel proprio letto, un po’ meno carica di Galeoni, ma di certo piena di emozioni.

ACQUISTI
› Veste del Drago | 35 Galeoni
› Intreccio di Scaglie (Nero delle Ebridi) | 15 Galeoni
› Scettro del Drago | 35 Galeoni
› Maleficium | 38 Galeoni
› Libro "Scoprire i Draghi" | 6 Galeoni
› Libro "Bacchette e Draghi" | 8 Galeoni
› Libro "cordis Draconis" | 10 Galeoni

› Adozione Drago
› Nome e Cognome: Ayumo Vanille
› Drago Adottato: Nero delle Ebridi
› Indirizzo di Posta: Guferia di Hogwarts (Appena potrò cambierò l'Indirizzo)

Totale Speso: 152 Galeoni | Compresa di Adozione
 
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view post Posted on 16/2/2024, 11:47
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Non c’è modo di fermare questo ruotare vorticoso e mi sa che, col senno di poi, aveva ragione il biondino: almeno da disteso riuscivo a respirare. Così, da seduto, ho lo stomaco compresso e sento più nettamente la minaccia della bile. Prima o poi, comunque, avrei dovuto alzarmi. Per quanto senta l’esigenza di voler solo dormire e spegnere ogni funzione vitale il più a lungo possibile, non è il posto giusto in cui farlo. Ciò, inevitabilmente, mi fa temere per quando arriverà il momento di riprendere la passaporta. Di conseguenza, mi chiedo se debba avvisare Lilien di questo cambio di programma e ammettere che aveva ragione… No, cazzo. Non voglio farlo. “Te lo avevo detto di essere quantomeno dignitoso”. Nella mia testa derido il suo tono di voce e mi ritrovo a sorridere come un ebete, precisamente quando i miei occhi incontrano quelli blu cobalto di Megan nello specchio. Potrebbe sembrare un sorriso voluto. Me lo auguro.
Non mi muovo. Non tocco alcool. - le rispondo, biascicando, con un tono che credo appaia divertito, anche se in realtà non lo sono. Non per la situazione, almeno. Mi fa ridere l’idea che l’immagine del nipote trofeo possa essere lesa dalla mia incapacità di reggere l’alcool e che Lilien possa finire la serata incazzata a morte.
Quando rimetto in tasca lo specchio sto ancora ridacchiando stupidamente. Mi arrivano stralci di una conversazione di fianco a me a cui non presto attenzione, se non al tono, e penso che la situazione avrebbe del potenziale ilare se solo Confa decidesse di pomiciarsi il biondino e Megan lo beccasse in flagrante mentre io mi godo la scena dal terreno, tutto contento, nemmeno stessi guardando un porno amatoriale. La presenza inattesa del ragazzo con le corna inizia a farmi piacere. È una gradevole distrazione rispetto a quella rappresentata dal Tassorosso.
C’è una parte di me a cui rode un po’ aver constatato che, tra tanti ragazzi disponibili a Hogwarts, proprio uno figo così sia riuscito ad avere Megan, anche se per un breve lasso di tempo. Ma insomma, lei è tanto figa, è perfetta in ogni aspetto, è più sorprendente che stia con me.
Ogni interazione con Confa mi ha sempre provocato un incomprensibile fastidio nervoso che non avevo saputo associare ad altro che al Quidditch, fino a qualche tempo fa.
Quando vengono scoperti certi altarini, immagino che sia normale provare un senso di avversione nel diretto interessato, no?
Non che debba giustificarmi perché mi sta sul cazzo, ma mi sta sul cazzo. È solo la mia non richiesta razionalità a presentarmisi di prepotenza per dare un senso anche a una cosa così di poco conto.
Poso le mani a terra, mentre cerco di riflettere sul modo migliore per fare leva sulle braccia e rimettermi in piedi. È come se avessi improvvisamente dimenticato come si deambula.
L’ombra di Kevin mi sovrasta e costringe a distogliere l’attenzione dal filo dei miei pensieri per riportarla su di lui. Qualsiasi traccia di divertimento avessi avuto negli ultimi minuti, svanisce in un nanosecondo a seguito delle sue parole. Che già guardarlo dal basso verso l’alto deve avergli ingigandito l’ego. Non ho intenzione di restare in silenzio a farmi fare la ramanzina da uno che non ha saputo tenersi al suo fianco la persona migliore su questa Terra.
So bene cosa merita, ma terrò a mente le tue parole quando sarò da solo con lei. Sono piuttosto bravo a prendermene cura. A ognuno il suo talento, presumo sia giusto così. - ribatto prontamente, mentre cerco un modo per rialzarmi e mi rendo conto, a scoppio ritardato, che mentre stavo rispondendo a Confa il biondino di fianco a noi ha salutato “Stella”. Gliela faccio passare liscia solo perché mi ha fatto simpatia, ma cazzo quella è solo una mia prerogativa.
Con ulteriore ritardo e solo conseguentemente al ragionamento precedente, mi rendo conto della presenza di Megan. Alzo lo sguardo su di lei mentre, barcollando, trovo il modo di rimettermi in piedi.
Ciao, Stella. Il tuo ex ha cercato di fare il gradasso. È stato divertente per un po’, ma ora mi ha rotto il cazzo. Oh... Che bella assonanza. Avete bisogno di un minuto da soli? Io ho bisogno d’acqua. E di qualcuno che mi ripulisca l’outfit… Dove cazzo è la mia bacchetta?! - biascico a ruota libera, superando entrambe le figure di qualche passo.
Mi tasto il corpo in cerca della bacchetta, perché non ho ricordi di averla portata con me, sebbene sia abbastanza sicuro di averla, e constato di non avere granché sensibilità negli arti. Porca puttana, non berrò mai più.

Menzioni: Lex
Interazioni: Kevin, Meg

Posizione: Finalmente ci si muove dalla frasca: verso l’infinito e oltre (?)
 
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view post Posted on 17/2/2024, 16:22
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«I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno.»

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Noah D. Von Heinrich
vice-ministro
H
o fatto una fatica tremenda a liberarmi di quel maledetto succhiasangue (ah, ah!) del Cavillo. La cosa buona di questi rumorosi eventi è che persino uno come me può mimetizzarsi egregiamente. Oddio, sono tutti così ben vestiti (pure troppo) che mi sento un plimpi fuor d'acqua con la classe di una prugna dirigibile. Tuttavia non potrei certamente agghindarmi con un'armatura di squame di drago, penso, mentre allungo il collo curioso nel seguire un ragazzo così bardato. In confronto io, col mio bel smoking vinaccia, sembro un adolescente al pigiama party dell'amichetto di dormitorio.
Qui il passare inosservati non è previsto dal programma: tra tendoni sgargianti e i suoi rockeggianti di una band che inizia il proprio concerto da qualche parte, passo vicino ad un altro tizio che ha appena digerito qualcosa rumorosamente emettendo una fiammata degna di un Dorsorugoso.

«Salute.» Mi scappa di dire. Il tizio si toglie un cappello cornuto in segno di saluto e io faccio ciao con la mano.
Mh.
Sarà che era una vita (secondo: "ah, ah!". Dai Noah, basta con queste battute) che non presenziavo ad un evento simile, ma mi sembra di stare nel caos più completo. Sinceramente i miei sensi cominciano a dare i primi segnali di mal sopportazione. Tutti gli odori che mi circondano, i suoni, i saporicominciano a procurarmi un grande giramento di testa. E sì che mi sono anche nutrito in vista dell'evento.
Decido di muovermi, consapevole che il mio rifugio dietro un tendone non potrà nascondermi per sempre. Del resto, auspico che il tizio del Cavillo si sia arreso.
Compio finalmente qualche passo cercando di svignarmela dal centro della festa; in lontananza mi giungono le voci dei membri dei rappresentanti dei membri del Controllo e Salvaguardia dell'Ambiente Magico che, in collaborazione con Kowinski, blaterano a proposito di... boh non lo so. Non ho nemmeno voglia di indagare oltre, tanto io il mio l'ho fatto e siamo tutti felici. Però mi concedo di osservare curioso i draghi che si intravedono in lontananza.
Belle bestie i draghi, tra le poche con cui noi vampiri possiamo andare d'accordo. Ho avuto modo di vederne anche da vicino durante uno dei miei voli in solitaria.
Mi scappa un sospiro pensando al mio biplano, Little Eagle. Da quando ho assunto questo ruolo non ho quasi più il tempo di respirare (terzo: "ah, ah!". Basta).

«Mi concede un'intervista?»
Vengo colto alla sprovvista e mi giro così velocemente da rischiare di tradirmi. Fortuna sono il Vice Ministro, i riflessi pronti dovrebbero essere annoverati fra le skills nel mio curriculum vitae. Comunque, se avessi ancora un cuore pulsante, me lo sarei ritrovato dritto in gola. Non tanto per l'aspetto dell'improvvisato giornalista, tanto più per l'essere, appunto, un giornalista.
«Ehm...» Temporeggio, sicuro di essere in trappola. Con un rapidissimo movimento d'occhi cerco una via di fuga, ma mi rilasso d'improvviso quando il ragazzo si scusa. Alzando gli occhi sul suo copricapo riconosco, in effetti, le corna che per poco non mi hanno accecato. Alzo una mano, gioviale, sventolandola nell'aria.
«Oh, no, si figuri!» Gli faccio un bel sorriso, di quelli da manuale. Sia mai che scrivano che sono pure uno stronzo, con tutte le schifezze che quella merda di giornale che è la Gazzetta spara sul Ministero ultimamente.
«Anzi, piuttosto pittoresco come costume.» Perché è un costume vero? «È un drago albino?» Sono in effetti curioso e con altrettanto interesse mi concedo di guardare (educatamente s'intende) l'outfit del giovane. Si dimostra così interessato alla causa dei draghi che io proprio non so resistere.
«Già è una bella piaga il bracconaggio. Mi auguro che Lei, nel suo bell'abito, non ne abbia scornificato uno, eh?» Rido consapevole di avere un senso dell'ironia davvero discutibile. Poi, però, mi congelo.
Carino?! Carino?!
Io mi spertico per trovare parole interessanti da usare ad hoc in discorsi come quello appena fatto, piazzando pause ad effetto così per tirare un po' su la suspance e l'unico risultato che ottengo è: carino?
Magistrale! Ecco cosa vorrai dire caro ragazzo!
Però rido con leggerezza, non voglio inimicarmi nessuno soprattutto se...

«Senta, ma davvero non è un giornalista? Perché, la prego, non rilascio interviste.» Mi sento in dovere di chiarire e ho già un gamba indietro, pronto a filarmela in caso contrario.
Sarebbe molto spiacevole, lo so, ma non potrei farne a meno.
Code • Oliver


Interagisco con il buon Alexander.
 
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view post Posted on 19/2/2024, 14:47
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Tutto ciò che accade, in prima battuta, Lex lo vede a rallentatore. Come in quegli spot del profumo, e gli occhi si sgranano piano piano, come si secca la gola di pari passo.
E' forse un istinto a portarlo mezzo passo indietro, ma solo per farne poi uno avanti - ed ecco come si perde il proprio senso di conservazione.
Lex giurerebbe di non averne mai avuto nessuno, e così non ne ha quando poi ride e nel farlo mostra quei denti tanto pallidi e perfetti.
«Oh, ehm no glielo assicuro...» parlare in modo formale è una cosa che gli riesce ben poco, ma non per questo darebbe del "tu" ad un'autorità... anche se, va beh, tralasciamo i vari pensieri che si succederanno più tardi a molte, moltissime miglia da qui.
«... io sarei un pessimo acquisto per qualunque redazione giornalistica»
E di questo non è che si dispiaccia, anzi. Non ha mai capito alcuni grandi paradossi del giornalismo, e non ci si è neppure mai messo d'impegno.
Ma certo se dovesse scrivere per un giornale lo farebbe giusto per quelle piccole rubriche sulla posta del cuore, ma nemmeno per farsi prendere sul serio. Di quello perfino ora non ha voglia.
Sar anche un po' il whiskey che batte in tempia, ma il sorriso sornione ritorna esattamente al posto che gli spetta: troneggia sul volto del biondino.
«Devo essere onesto? Immagino di sì dato chi ho davanti, mh quel ghigno malefico che poi serpeggia è quasi tipico degli Hydra, se solo Lexy lo sapesse. «Non ho idea di che drago sia, ma giuro è solo la trasfigurazione di un mago straordinario» che non sei tu, per inciso, mh. Alza le spalle, colpevole, abbassa lo sguardo per poi rialzarlo.
«Me lo dica lei: esistono draghi così? Oppure ho il piacere di essere il primo che per poco non la rendeva degno di un galeone pirata?»

Interazione: Vice Ministro

Posizione attuale:Paradiso

 
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view post Posted on 20/2/2024, 20:57
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entropia.

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«La copio, comunque. Se potessi far spedire tutto a Hogwarts, alla Torre di Astronomia, a nome Nieve Rigos, te ne sarei grata.»
Un occhiolino e un sorrisetto furbesco. È così che faccio la mia richiesta al garzone, un ragazzo della mia età che non riesce a fare a meno di tenere il naso all’insù. È evidente che, a differenza mia, provi una forte fascinazione per i draghi. E forse, sotto il denso strato di terrore che l’esemplare del mio passato ha lasciato dietro di sé, la provo anch’io.
Mi lascio condurre. Ti lascio condurre. Portami dove vuoi, purché non mi lasci indietro. È buffo come l’emotività di una diciottenne possa mutare rapidamente: da amiche a nemiche ad amiche in un battito di ciglia. Ma non è così, non è vero? Abbiamo passato lunghi anni a costruire il nostro rapporto e ci sono voluti un lutto e due anni di isolamento per separarci. Adesso che ne è trascorso quasi uno dal giorno in cui ci siamo riviste e io ti ho respinta, un po’ il Caso e un po’ il mio incerto tentativo di redenzione stanno provando ad avvicinare i lembi di un drappo strappato, il nostro.
«Credo che sia perfetto» rispondo al tuo tentativo di dare un nome, un’ora e un luogo alla missione che ci siamo prefisse. Ci sono così tante cose che dovrei dirti prima di iniziare e probabilmente te le confesserò. Abbiamo stabilito che solo l’onestà mi consentirà di recuperare la magia, no? E, se non posso prometterti di astenermi dal consumo di stupefacenti sempre, posso però metterti nelle condizioni per aiutarmi davvero. «St. Ives, eh? Sono curiosa!»
Quante cose devo essermi persa in questi anni. Quali e quanti cambiamenti devono essere avvenuti nella tua vita. Mi ritorna in mente l’immagine della tua fuga, quel giorno che in Sala Grande hai ceduto al panico senza che io abbia trovato il coraggio di correrti dietro. E ripenso al biondino del tendone, quello piadinato da Breedenbergh. È lui a farti tribolare? E, se sì, perché? Oppure c’entro io con quello che ti succede? Una scheggia di reminiscenza giunge inaspettata: hai fatto accenno a vicende funeste, la notte che ci siamo imbattute l’una nell’altra vicino al recinto dei Thestral. Rabbrividisco, impossibilitata a trattenermi, al ricordo della tua confessione sull’uso della Legilimanzia. Troverò il modo di chiedertelo, a suo tempo; di capire se, come sospetto, tu abbia sofferto delle tue azioni o se davvero saresti non soltanto disposta a farlo ancora ma addirittura senza provare rimorso.
«Ehi…» Ti sfioro il mento con la mano libera per indurti a sollevare il viso, quando distogli lo sguardo e ti fai timida. Conosco la tua delicatezza abbastanza da capire cosa stia accadendo senza bisogno di una spiegazione. «Va tutto bene» ti rassicuro con un sorriso affettuoso sulle labbra d’argento. «Mi darai tutto quello che serve per raggiungerti e io ci sarò.» Come non ci sono stata negli ultimi tempi, vorrei aggiungere, ma ce lo risparmio. «Ora, preparati a prendere quell’immeritata Coppa!»
Ammicco, dispettosa.

©Mistake (layout e codice) ©petrichor. (codice)

Interazioni: Thalia
Menzioni: Camillo
Luogo: dagli stand verso il palco
 
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view post Posted on 20/2/2024, 23:34
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Ennesima fine, ennesimo inizio?
Se un primo giro era terminato, non era comunque il caso di montarsi la testa, dopo tutto il bello doveva ancora arrivare? A essere onesti iniziava con l'essere alquanto irritante, sembrava quasi che saltasse di ballo in ballo. Un eterno rimpallo tra inverno ed estate, e ancora inverno, e poi nuovamente estate. Se aveva sempre detestato balli e feste, quella nuova creativa forma di routine stava semplicemente esasperando le intolleranze di un tempo. Era stato un anno complicato, per molti versi troppo, contrariamente a quanto sembrava essere cominciato.
Mentre scendeva dalla torre, gradino dopo gradino, avrebbe sgozzato il primo mal capitato che avesse incontrato, eppure nessuno sembrava voler correre il rischio. Un'aria truce, un diavolo per capello, e un rumoroso incedere, si faceva largo alla volta della festa. Che fossero tutti già là? I coraggiosi che avevano deciso di trattenersi per le feste al Castello evidentemente non dovevano averci messo più di quel tanto per trovare una prima quadra, convenire un orario adeguato, e unirsi alla festa di gruppo in gruppo. Chi si era dedicato quell'anno agli addobbi?
Passò davanti a un'armatura che cantava a squarciagola un qualcosa di orrendo, e soffocando un paio di note tacque, con aria contrita. Uno sguardo rabbioso e spazientito era stato più che sufficiente. Che dovesse lavorare forse un attimo su quello? In fin dei conti doveva unirsi a una festa...
Ma quel degenerato del Custode dove si era cacciato? In giro, da qualche parte, come al solito a perder tempo. Non v'erano dubbi, per Giove!
Scalino dopo scalino, infine ecco la meta, o almeno una prima tappa. Le porte, da cui sgusciare fuori con eleganza in direzione ulteriormente nord. Hiort... chi aveva sbranato un mal capitato libro di geografia, per scovare uno sperduto scoglio nel Nord della Scozia? Sicuramente la logistica non doveva aver nemmeno aiutato, chi si era scarrozzato decine e decine di studenti, con tutto il relativo codazzo di parentame e anime moleste? Sicuramente non lui!
Rosso come un pomodoro, apparve nel bel mezzo di una leggera nevicata, o forse si trattava di semplice acqua di mare mossa dal vento? Ci mancava solo il mal tempo!
La strada era però già tracciata, guadagnare il palco, al centro della festa, non finire con l'avere un brutto quarto di secondo con un drago, il cui esito sarebbe stato del tutto imprevisto, e sbrigare anche quella faccenda. Un cenno di qua, un sorriso non troppo convincente di là, un minimo di esercizio era pur sempre necessario prima di iniziare a fare le cose sul serio.
Guadagnò senza premura il centro del palco, e allargando le braccia provò almeno ad attrarre l'attenzione dei più immediati astanti, catturati i primi, il resto sarebbe venuto da sé. Almeno su quello la tecnica era ormai rodata!


Signori!
Anche quest'anno ci siamo, conto stiate trascorrendo una buona serata, e che non vi stiate struggendo troppo in trepidante attesa della Coppa, giusto? Ma per dare un tocco di brio alla serata, apriamo alla prima novità! Questo ballo prevede ben due regine, e nessun sovrano, segno che i tempi stiano proprio cambiando. Invito quindi M.me Whisperwind e Min a raggiungermi, preparandosi al... peggio?


Un sorriso qui, uno là.
Stava velocemente risalendo la china, da buon vecchio lupo di mare. A voler vedere troppo per il sottile qualche problema era rimasto, ma dopo tutto non ogni ciambella ci si poteva attendere uscisse con il buco. Se quella era una pratica quasi archiviata, poteva già essere tempo di affibbiare anche la Coppa ai vincitori? Un passo alla volta, tutti nella stessa direzione, e una soluzione l'avrebbero certamente trovata. Ma quindi, chi aveva vinto?
Uno sguardo intercettò la giovane Tassorosso ancora in fondo, quindi c'erano quasi. Mancava semplicemente un fanciullo, che sicuramente non avrebbe cercato lui!


Perfetto! Mi raccomando, ricordatevi anche di qualcuno per aprire le danze, quest'anno ci affideremo all'intuito di entrambe. Il che mi porta subito alla Coppa!

C'era poi un serio problema cronico temporale. Non si capiva più cosa fosse già stato, cosa sarebbe stato, e cosa sarebbe invece dovuto essere. Che razza di anno andava concludendosi? Com'era iniziato, e com'era finito? Nel bel mezzo di cosa? Una sensazione che nel corso di mesi frenetici aveva spinto alla maturazione una cocente irritazione, nei confronti di un qualcosa di non ben definito. Ma la Coppa! Sì ecco, quello era un buon punto da risolvere. Nulla di troppo strano, rispetto al solito?
Sventolando la mano, all'insegna della folla, ecco una pesante coppa apparire tra un fiocco e l'altro.


Ecco la Coppa, ed ecco che i colpi di scena non sono finiti. Dopo un anno in sordina, segnato da grandi traguardi accademici, e altri meno libertini di quanto non fossimo abituati a vedere, Grifondoro si aggiudica... il quarto posto, a 333 punti. Decisamente meglio, invece, Corvonero a 889 insieme a Serpeverde a 940. Il che inevitabilmente ci porta alla conclusione che ormai tutti hanno capito: Tassorosso vince la Coppa delle Case! Ben 2029 soddisfazioni si sono levati quest'anno, non poche in più di Grifondoro. Dunque molto bravi, e un bell'applauso! Magari anche una terza fanciulla ci vuole raggiungere al proposito? Sembra che questa sera aspetti solo studentesse...

Era quasi finalmente fatta.
Aspettarne una, o aspettarne due, tanto valeva che fossero tre? Che ballo sarebbe stato, senza una Coppa, per Diana!
Ciò detto, non restava che confidare nella divina provvidenza. Sarebbero giunte, con due figuranti danzatori, ancora sconosciuti. Era l'anno delle sorprese?! Un po' come quell'insopportabile chiasso di sottofondo?



Ottimo fanciulli, anche per quest'anno, o comunque lo scorso, i giochi sono fatti. Temo senza eccessive sorprese, ma questo passa il convento! Bravi i Tassorosso.
 
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view post Posted on 21/2/2024, 19:33
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Abbozzo un sorriso al tuo entusiasmo per la stilla di mistero che ancora riesco ad evocare nelle nostre conversazioni. Tutto mi appare stranamente normale, troppo considerate le circostanze, e fatico a credere che già domani saremo diverse da ciò che siamo ora. Il viaggio in treno ci riporterà alle nostre vite di sempre, ai miei doveri di Caposcuola fino all’arrivo a King’s Cross e al tuo viaggio quieto e sonnacchioso così com’è sempre stato. Solo che, stavolta, non mi ridurrò a soggiornare in una casa che non mi appartiene; sarò in casa mia - ho ancora difficoltà a concepire il concetto - e ti aspetterò lì per capire come risolvere il tuo rompicapo.
«Non aspettarti niente di buono…» dico, pensando a tutto il lavoro e alla fatica che mi aspettano da qui al diploma. Il mare e la sua brezza invernale non saranno clementi con le mura in pietra intonacata, né con lo stretto vialetto di terra e fango. Sospiro, riflettendo che dovrò presto trovare una soluzione a tutto questo, e proseguo verso la nostra meta. Mi piace pensare che il tuo supporto, adesso, non sia fine a se stesso anche se ne ho il terrore: già una volta ti ho dato presenza, affetto e costanza solo per vederla gettata alle ortiche. Non capirò mai questo tuo amore per Astaroth Morgenstern né la persona che sei diventata dopo la sua morte, quindi non mi resta che fare pace col fatto che non ti conosco, che devo ricominciare da capo e godere del fatto che - di tanto in tanto - la vecchia te riaffiori in superficie.
Col senno di poi, a pensarci bene, penserai lo stesso di me.

La musica si interrompe e questo mi spinge a sollevare lo sguardo oltre le teste degli invitati all’evento: riconosco la figura del nostro Preside, trafelato nei movimenti quanto calmo nei sermoni, farsi strada là dove tutti possano vederlo e udirlo al meglio. Esulto alla nomina delle mie compagne, ragazzine appena entrate in questo mondo fatto di perigli e insidie,ma anche qualche gioia, e mi volto a supportare Nieve sfiorandole la spalla con la mia.
«Voi Grifondoro dovreste impegnarvi di più…» mormoro, affinché solo lei possa sentirmi «E scatenare meno risse, magari.»
So che capirà ogni allusione, che coglierà l’ironia nelle mie parole e il tentativo tanto assurdo quanto inutile di stemperare un momento altrimenti spiacevole per lei e la sua Casa; dentro di me, però, so che Nieve è al di sopra delle competizioni e dei punteggi. Lei compete con se stessa, prima ancora che col mondo, e so che sarà così sempre. Dunque non mi pento di aver punzecchiato il leone dormiente che è in lei: può gestire questo e molto di più.
Il vociare estasiato che si solleva all’annuncio finale mi infastidisce e mi entusiasma insieme, ma mi aspetto che scemi un poco prima che io mi avvii a ritirare la Coppa.
«Questa è la mia chiamata…» dico e la guardo come se dovessi separarmi da una parte di me. Realizzerò solamente domattina che cosa è stato di questa serata e, forse, è meglio così. Non voglio fantasticare sul fatto che, probabilmente, per ricucire il nostro rapporto sarà necessario soprassedere - da parte di entrambe - su una montagna di gesti e parole sbagliati, perché farlo mi priverebbe della gioia che provo anche adesso. Mi sembra di avere di nuovo diciotto anni, lei al mio fianco a condividere momenti come questo, e ridere delle nostre prossime avventure. Le stringo la mano volendo infondere al gesto un significato che non abbia bisogno di parole, dopodiché mi faccio strada tra gli allievi presenti.
Riconosco qualcuno, stringo mani e rispondo a cenni estatici di esultanza: mi avvicino al palchetto e ci salgo, consapevole che questa sarà l’ultima volta. Presto sostituirò l’ansia del compito in classe all’ennesima sfida lavorativa, le giornate in biblioteca e di svago con pranzi affrettati e riunioni dell’ultimo minuto. Pensarci non mi provoca alcunché, se non placida accettazione, quindi sfoggio un sorriso aperto e solare come non mi capita da mesi.
Le fiaccole illuminano debolmente la platea, il volto del Preside al mio fianco e quello delle giovanissime Haru ed Helena. Le guardo e mi infilo tra loro, avvolgendo le braccia attorno alle loro spalle. Avrei potuto preparare un discorso per questa sera, ma ho creduto che sarebbe stato superfluo. Scelgo quindi la strada dell’ironia, che forse non mi appartiene poi molto da quando calco i corridoi in veste di Caposcuola. E’ interessante provare di nuovo a mettere in campo giocosità e carisma (sempre che ne abbia mai avute!).

«Camille Donovan, spero tu sia nascosta da qualche parte ed abbia delle buone ragioni per esserlo!» alzo la voce nel dirlo, certa che il mio Prefetto sappia a che cosa alludo. Non voglio scendere in alcun particolare, ma odo qualcuno ridacchiare e un po’ mi pento dell’imbarazzo che Camille proverà.
«Non c’è molto che si possa dire in questi casi… ormai ho perso il conto di quante volte abbiamo sentito certi discorsi!» mi fermo, non volendo infilare il dito nella piaga di chi stasera ha visto il sogno sfumare «Innanzitutto vorrei ringraziare gli organizzatori di questa serata, per lo splendido luogo in cui ci è stato permesso di essere oggi, e il Preside per aver portato a termine anche quest’anno la consegna della nostra Coppa.»
Qualcuno ride, altri fischiano, ma io proseguo nel mio intervento. Li guardo tutti e cerco di imprimere nella memoria l’immagine di ciascuno: sento sia importante farlo, non so nemmeno perché dato che vedrò tutti sul treno l’indomani e di nuovo di ritorno dalle vacanze natalizie.
«Tassorosso è casa ed è lavoro duro. Lo abbiamo dimostrato ancora una volta e per questo ringrazio i miei compagni. Per questa sera siamo dispensati dalla fatica e possiamo godere dei frutti del nostro operato... e no, Davies, tu devi ancora scontare la tua pena ai bagni del secondo piano quando torni, non ci provare..!» rido e lo indico con la mano una volta individuato tra la folla. Se potessi gli farei fare un po’ di pratica anche come Guardiacaccia nella Foresta Proibita, ma non si può avere tutto dalla vita, no?
«Essere la vostra Caposcuola è un onore, anche se ogni tanto mi fate dannare l’anima.» stringo le spalle delle Regine della festa e dono loro uno sguardo carico di emozioni mescolate insieme. Non riesco a tradurle tutte in modo definito, ma vorrei provarci comunque e sussurro loro un messaggio breve, seppur denso di significato. «Voi siete il futuro!»
Ho gli occhi lucidi, non posso farne a meno, e quando finalmente mi sgancio dalle mie compagne, sollevo la Coppa delle Case con orgoglio.
«Perdonateci, ragazzi, ma questa torna a Casa con noi!» esclamo, lasciando che i Tassorosso gioiscano rumorosamente e meritatamente.

Ed è allora che mi accorgo di aver trovato e fissato una persona soltanto negli ultimi minuti. Mi maledico, perché so che cosa farò non appena mi leverò di dosso l’espressione ebete di giubilo e mi sarò asciugata le guance dalle lacrime di gioia.



THALIA J. MORAN | 20 Y.O. | HUFFLEPUFF HEADGIRL |
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Menzioni: Peverell, Camille, Lucas
Interazioni: Nieve, Helena e Haru
 
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view post Posted on 21/2/2024, 19:34
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No rain, No flowers

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HELENA S. WHISPERWIND • 13 Y.o. • 1st year • Outfit
C
on la punta delle dita si picchietta il mento, scavando alla ricerca di qualche ricordo. «Kyros…» La sagoma nebulosa di un ragazzino dai capelli scuri, smilzo e dall’accento irlandese, pian piano si fa largo tra le tante altre. «Kyros, sì, penso di aver capito chi è. Dai, davvero è tuo fratello?! Non fatico a credere che non andiate d’accordo, ce ne vuole per essere amico di Zacharias! Sai, la storia del muffin avvelenato che ho rifilato a Jake Roberts in Sala Grande aveva un che di autobiografico, a ruoli invertiti. Ma lasciamo perdere, va» un riso un po’ amaro, un po’ autoironico, e occhi al cielo per tagliare corto la faccenda.
«Mi spiace che le cose non vadano bene tra voi. Spero che possiate riconciliarvi presto» aggiunge, con uno sguardo e un tono che stavolta sono carichi di sincera empatia. Dichiarare addirittura di odiare il proprio fratello è un qualcosa molto, molto forte. Schiude le labbra per dire qualcosa, perché vorrebbe sapere di più, chiederle come mai, se tra loro è successo qualcosa di serio o semplicemente il rapporto è andato a deteriorarsi per qualche futile motivo. Ma lo sguardo truce che poco prima Lyvie le ha rivolto è ancora vivido nelle iridi di Helena e il desiderio di rievocarlo è pari allo zero. Non emette quindi alcun suono e la conversazione passa oltre.
«No, non ho fratelli» risponde, asciutta. Abbassa le palpebre e si osserva i palmi delle mani, mentre le dita della destra e della sinistra si vanno ad intrecciare tra loro creando una trama simmetrica: chissà se anche lei ha le vene dello stesso colore delle mie.
«Ho una sorellastra che studia ad Hogwarts. Lo so che può sembrare assurdo, ma non ho idea di chi sia. L’unica cosa che so è che prima o poi riuscirò a trovarla» si confida a Lyvie rivolgendole uno sguardo serio, da cui traspare una scintilla di determinazione. Nonostante il tono neutro, è sicura che non sarà difficile per l’altra comprendere quanto l’argomento sia per lei impattante.
«È una storia lunga. Sono sicura che più avanti avremo occasione di parlarne con calma» chiude l’argomento con garbo, con la promessa di un nuovo incontro: non è il caso di affrontare la questione ora, troppo delicata per una circostanza così leggera e troppo privata per una socializzazione così fresca.

La piacevole passeggiata continua, finché l’argomento Draven non rispunta fuori ribaltando il mood della situazione. Ridacchia in risposta allo spintone della serpina, schiacciandosi una mano sulla fronte «Draven, che tipo strano! C'è poco da dire, solo che...» si blocca. Poco oltre, il preside Peverell guadagna terreno fino a salire sul palco. Pochi convenevoli, finché «[...] Invito quindi M.me Whisperwind e Min a raggiungermi, preparandosi al... peggio?» Regina del Ballo? una sensazione di calore la pervade, lo stupore di una notizia che non si aspettava di ricevere le arrossa il viso fino a renderlo en pendant con l'abito di seta scarlatta «Lyvie, io... mi sa che devo andare» si volta e osserva lei, poi Peverell, di nuovo lei e di nuovo l'uomo. Le premesse non sono ideali (prepararsi al peggio, COSA?), ma ignorare una chiamata pubblica del preside non sarebbe una mossa saggia, specialmente non prima di aver consegnato i temutissimi compiti di Storia della Magia.
Vorrebbe correre a cercare Haru ma svignarsela così su due piedi non sarebbe carino nei confronti della compagna verdeargento «Sono contenta di aver trascorso questa serata con te, sono stata bene. Penso che dovrem-...» «[...]Tassorosso vince la Coppa delle Case!» un grido all'unisono fa impazzire i figli di Tosca, nel caos generale.
La sua amica Ingrid, la sua nuova fiamma (un vichingo di quasi due metri) e altri due del secondo anno sbucano fuori da chissà dove, e urlanti e saltellanti la placcano senza troppi convenevoli, con una presa degna del più forte tra i rugbisti «Hel, che ci fai qui in mezzo al nulla? Andiamo a cercare Haru, poi fila sul palco, FORZA! Dovete farci S-O-G-N-A-R-E!» Troppi input per la giovane tassina. Un po' sconvolta, un po' eccitata, un po' desolata, saluta Lyvie con la mano, le lancia un'occhiata impotente e poi si lascia trascinare via senza opporre resistenza.
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Interazioni: Lyvie-Ingrid[png] • Menzioni: Draven-Peverell-Haru
 
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view post Posted on 21/2/2024, 22:46
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KEVIN P. CONFA


Dove? Frasche
Menzioni: Lex
Interazioni:Megan / Draven

Credevo di aver concluso con Shaw nel momento in cui gli ho voltato le spalle, ma la sua risposta blocca sul nascere ogni mio passo. «So bene cosa merita, ma terrò a mente le tue parole quando sarò da solo con lei. Sono piuttosto bravo a prendermene cura. A ognuno il suo talento, presumo sia giusto così.» La mia espressione si fa incredibilmente dura a quelle parole. Il Serpeverde non la può vedere, ma sono certo che sia in grado di percepirla nella rigidità delle mie scapole e dal tono inflessibile della mia voce, che si accinge a rispondere.
«Certo. In cambio le chiedi di reggerti la testa mentre vomiti l’anima?» Il tono è aspro, quasi di sfida. Non mi volto. Il capo è leggermente abbassato a contenere la rabbia. Non sarò certo io ad incassare, é bene che Shaw se lo metta in testa. Non gli concedo altro. Non si merita altro.
Non necessito di una risposta. Adesso sto davvero muovendo i primi passi per andarmene. Qualcosa però accade, inaspettato come un lampo a ciel sereno. Megan compare dinnanzi a me, all’improvviso, come nel più sadico scherzo del destino. Non l’ho sentita arrivare e la prima reazione del mio corpo è quella di sentirsi destabilizzato. Una sensazione che dura per un istante, prima che le iridi eterocromatiche vengano richiamate da quelle cobalto di lei. I nostri sguardi si incrociano l’attimo seguente, che è sì fugace ma intenso abbastanza da mutare i nostri animi. Lo intravedo, nel brivido che attraversa le labbra di Megan. Lo sento, nella medesima sensazione che avvolge le mie.
Gli sguardi si distolgono poi, con la stessa rapidità di come si sono cercati, lasciando in me un’agrodolce malinconia.
«Che succede qui?» Chiede Megan, a tutti e a nessuno in particolare. Prima di chiunque altro, però, è lo sconosciuto – del quale avevo rimosso ancora una volta la presenza – a farsi avanti. Lo fa chiamandola “Stella”, prendendosi fin troppe libertà. Faccio però finta di non sentire, perché ci tengo a mantenere la calma per una volta e so bene che la Corvonero è in grado di farsi valere da sola.
Il biondo si congeda infine, con un gesto garbato in risposta alle mie parole di poco prima. C’è forse del risentimento ben celato in quel saluto, ma la cosa non mi tocca abbastanza da creare in me un senso di preoccupazione. Non saprei neanche dire se le nostre strade si incroceranno di nuovo, un giorno. Certamente, non stasera.
L’attenzione torna su Shaw, che pare essersi rimesso in piedi a fatica. «Ciao, Stella. Il tuo ex ha cercato di fare il gradasso. È stato divertente per un po’, ma ora mi ha rotto il cazzo. Oh... Che bella assonanza. Avete bisogno di un minuto da soli? Io ho bisogno d’acqua. E di qualcuno che mi ripulisca l’outfit… Dove cazzo è la mia bacchetta?!» Il Serpeverde è un fiume in piena, incapace di contenersi. Stavolta, invece di “stella”, è il termine usato da Shaw per descrivermi a farmi alzare un sopracciglio, dubbioso. Da quando sono l’ex di Megan? É stata lei a definirmi così? Cosa sa realmente Draven di me e della sua Stella?
Allargo il braccio d’istinto, prima che il Serpeverde possa superarmi. La mano trova il suo petto e fa forza, arrestando l’avanzata del ragazzo. Non mi importa delle sue lamentele, né della reazione che potrà avere al mio gesto. Non mi importa di lui, o forse sì, perché non voglio che mandi tutto a puttane.
«É per questo che mi detesti così tanto?» Lo guardo dritto negli occhi. Non c’è disprezzo nei miei, per una volta. «Io sono tutto ciò che tu non sarai mai.» Le parole restano sospese per un attimo nell’aria che ci separa, come un lento sospiro. Ma c’è dell’altro, forse la parte più importante. «E tu sei tutto ciò che io non potrò mai essere.» Sentenzio. Non lo conosco, ma una parte di me sa che sto dicendo il vero. Il mio cuore è già immerso nell’oscurità, ma per quello di Draven forse c’è ancora speranza.
«Lei questo lo sa bene.» Torno a guardare Megan. Avverto una tristezza infinita nei miei occhi, in forte contrasto con la sicurezza che accompagna le mie parole. Mi chiedo se verranno comprese fino in fondo.
Mi sta costando tutto, ma sento di star facendo la cosa giusta.


© Esse | harrypotter.formucommunity.net

 
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view post Posted on 22/2/2024, 12:49
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Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

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Si comunica alla gentile clientela (?) che il Ballo dei Draghi è in fase di chiusura.
Per chiunque abbia ancora da fare l'adozione e/o gli acquisti, si suggerisce di approfittarne ora o mai più.

A partire da oggi, avrete dieci giorni per concludere qualsiasi interazione in atto.

Chiusura del Ballo: 3 marzo alle ore 23.59

:zalve:

 
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view post Posted on 22/2/2024, 21:57
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Nemo me impune lacessit Nessuno mi aggredisce impunemente.

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AHXCwd5
NOME COGNOME Memory MacWood
DRAGO ADOTTATO Nero delle Ebridi
INDIRIZZO DI POSTAHogwarts, Dormitorio femminile di Tassorosso, camera n. 2

ADOZIONE
ACQUISTI
Fiamma Sempiterna 14G
Intreccio di Scaglie (Combinazione: Opaleye degli Antipodi, Ironbelly Ucraino, Nero delle Ebridi) 15G
Maleficium 38G
Tutti i libri: Scoprire i Draghi 6G, Bacchette e Draghi 8G, Cordis Draconis 10G

qwOvvRj
Non appena Georgia realizzò l’argomento trattato nell’articolo che Memory stava condividendo con Connor e lei, ammutolì.
Memory avrebbe potuto giurare di vederla sbiancare, se solo avesse avuto il coraggio di guardarla.
Tutto il contrario di quanto invece si permise di fare con suo padre: con lui era più facile provare a stabilire una complice intesa, anche sostenendone apertamente lo sguardo mentre cercava di insinuare furbamente la richiesta di esplorare luoghi e situazioni che per i due genitori erano impensabili.
La ragazzina l’aveva presa alla larga e sua madre senza esalare fiato alcuno, si sorbì ogni parola. Georgia aveva preso lucido, panni morbidi e bianchissimi, poi aveva tirato fuori il servizio di posate e si era messa a lucidarle, una alla volta, pazientemente e con molta cura. Ma la sua mascella restò serrata per lungo tempo.
Connor invece restò più vicino alla figlia, partecipando con un mugoliò di tanto in tanto, in risposta ai commenti della ragazzina.
…insomma, questo raduno potrebbe essere importantissimo.
Voglio dire, sarà molto interessante e istruttivo approfondire le conoscenze sui draghi, sulla loro natura, sul loro grande contributo nel mondo magico.
Oh, ecco, sentite. Qui spiega come stiano studiando nuovi modi di trarre vantaggi, senza necessariamente infliggere sofferenze.

Perciò riprese la lettura dalle pagine del Profeta. L’enorme drago della foto continuava a far vibrare le possenti ali e di tanto in tanto si girava verso di lei, allora lo sguardo intento a scorrere le parole si lasciava affascinare dalle volute che si liberavano in uno sbuffo dalle fauci.
«Arrivare fin qui molti lo considerano un traguardo già notevole di per sé, ma io sono un visionario e detesto fermarmi solo al primo gradino.» ci confida lo stesso Dr. Kowinski.
Forse riusciremmo a guardare oltre le nostre stesse paure, non vi pare?
-Credo proprio tu debba andare.
Semplice e sottile, la voce di Georgia ruppe finalmente il silenzio e questa volta fu Memory a restare senza parole. Si voltò verso la madre, molto sorpresa per ciò che aveva appena detto e subito tornò a guardare suo padre, per cercare conferma di aver sentito bene. Connor le sorrise, poi si alzò per raggiungere Georgia, che non aveva smesso di lucidare le sue posate. Delicatamente le posò un bacio sulla guancia: -Allora è deciso. Direi che non ci resta che organizzare il tutto.
Memory corse ad allacciarli insieme in un unico abbraccio, ma ringraziò con un rapido ‘grazie’, correndo in camera sua prima che potessero porre dubbi o peggio, cambiare idea. La sua tracolla in realtà era pronta già da qualche giorno ed in effetti lei aveva già preparato il suo piccolo programma: da lì ad un paio di giorni sarebbe stato il momento di raggiungere la Passaporta più vicina e farsi trasportare su Hirta.

L’eccitazione per l’evento era incontenibile, tanto da non riuscire a controllare l’atterraggio dopo lo strappo che l’afferrò alle viscere. Si ritrovò a ruzzolare brevemente, ma ci mise poco a constatare che era perfettamente in grado di rialzarsi in piedi e scuotersi la polvere di dosso.
Perciò potè abbastanza in fretta guardarsi intorno fino ad individuare gli indizi attraverso i quali identificare la sua meta.
Fin da quando oltrepassò il cancello, i suoi occhi si riempirono di meraviglia. L’immaginazione più fervida non era riuscita ad anticipare le dimensioni delle cose in mezzo alle quali ora si ritrovò immersa. La prima cosa a cui non potè resistere fu proprio quella di vedere i draghi che occupavano le varie recinzioni. Si avvicinò ad ogni area, cercando di catturare quanti più dettagli possibili oltre ad apprezzare con estremo stupore la maestosità di quelle eccezionali creature. Era strabiliante essere riuscita a partecipare a tutto questo, ogni cosa accendeva sempre più le sue emozioni. Quando si trovò nei pressi dell’area riservata al Nero delle Ebridi, il suo petto straripò e arrestò il fiato in gola. Per quanto fosse una ragazzina piuttosto alta, le fece effetto dover sollevare il mento per poter ammirare la magnificenza di quelle creature. Ma adesso si ritrovò immersa nella profondità dell’intenso viola che accendeva gli occhi del drago. Il nero delle sue membra le ricordò il profondo abisso che si può osservare dall’alto di una roccia che sprofonda a picco nel mare. Non c’era paura nella sua pancia, ma sentiva una sorta di timore legato più alla sensazione di saggezza che quella creatura le suscitò.
Quando riuscì a staccarsi da quella vista, deglutì lentamente, come dopo una qualche fatica, ma in questo caso si trattò solo di mandar giù lo stupore. Frugò nella sua borsa e ne tirò fuori il suo portagaleoni. Quindi si avvicinò ad un banco sul quale una targa riverberò alla luce di una fiammata: Draghi Uniti per il Mondo
Chiese informazioni e scambiò una breve ma piacevole chiacchierata, fino a quando con trasporto e senza la minima esitazione, porse i pezzi d’oro necessari ad adottare un uovo, la cui creatura sarebbe stata poi accudita per lei.
Con uno sguardo fiero rivolto ancora alle magnifiche creature, si allontanò per proseguire nel suo programma.
C’era ancora un po’ di tempo prima dell’inizio dei seminari che non voleva perdere e si recò nella zona in cui facevano bella mostra monili, manufatti, tessuti meravigliosi e volumi finemente rilegati. Avrebbe voluto acquistare tutto, ma dovendo scegliere selezionò con convinzione alcuni oggetti, oltre a tutti i diversi titoli in vendita.
Si affrettò a concludere i suoi affari, così da riuscire a perseguire il suo intento di ascoltare le varie conferenze. La curiosità non le mancava. In particolare non vedeva l’ora di saperne di più sulla fabbricazione delle bacchette. Approfittò della possibilità di farsi autografare le copie appena acquistate e al termine di tutto, con somma soddisfazione riprese a gironzolare tra i vari tendoni.
Le ore trascorsero in un totale coinvolgimento, finchè la musica prodotta principalmente da percussioni, lasciò spazio ad una voce ben nota: il Preside Peverell in persona. Si lasciò guidare dal suono per potersi avvicinare al palco da cui egli proferiva il suo discorso, originale come sempre in tutto e per tutto.
All’udire l’invito rivolto alla sua compagna di dormitorio, battè forte le mani e cercò di scorgerla tra la folla, per poi incitarla nonostante non fosse paragonabile ai cori organizzati da Helena durante le partite di Quidditch.
Quando infine il Preside proclamò la vittoria di Tassorosso, la ragazzina si unì agli inni che si sollevarono tra la folla, esultando per le abilità dei suoi concasati. La gioia e le emozioni si fecero sempre più intense e fu liberatorio lasciarsi andare alla musica.
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view post Posted on 23/2/2024, 10:17
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MEGAN M. HAVEN || o u t f i t


Dove? In mezzo alle fratte dietro un tendone "x"
Menzioni: Alexander
Interazioni:Draven e Kevin.

Un mezzo sorriso in direzione del ragazzo sconosciuto e gli occhi tornano dritti su Draven. Un passo avanti, lui tenta di rialzarsi e mi guarda, non so bene quale espressione mostra il mio volto ma sono preoccupata. Lo ascolto mentre biascica parole senza senso che trovano una logica solo nella mia reazione. Un pugno allo stomaco e il petto si dilata, sospiro irritata mentre una smorfia di disgusto mi corruga la pelle: sopracciglia inarcate, naso leggermente arricciato ed occhi appena socchiusi.
Rimango in silenzio. Lascio che avanzi senza andargli incontro, gli permetto che mi raggiunga senza fare un passo indietro. Dovrei? È ubriaco, lo giustifico.
«É per questo che mi detesti così tanto?»
Kevin parla. Porto lo sguardo su di lui poi sulla mano che poggia sul petto di Draven. La distanza che mi separa da loro è esigua. Vedo le dita contrarsi sul tessuto della giacca, Kevin fa forza e non so cosa pensare. Rimango immobile mentre il caos tutt’attorno si propaga a macchia d’olio; mi pare di sentire la voce del preside in lontananza, una eco che risuona debole nella mia testa. Pongo tutta la mia attenzione sulla scena che ho davanti, temo possa succedere il peggio. Ho paura che quella mano possa stringere più forte il petto di Draven, spingerlo a terra e fargli del male. Stringo i pugni di riflesso, la tensione scorre sulla pelle come una lama su una superficie d’acciaio. Rabbrividisco. Gli occhi blu oceano si spostano da l’uno all’altro e lo fanno così velocemente da farmi girare la testa.
«Io sono tutto ciò che tu non sarai mai. E tu sei tutto ciò che io non potrò mai essere.» la voce di Kevin riempie ancora quel momento ed io capisco, so cosa vuole dire. «Lei questo lo sa bene.» Ora punta lo sguardo su di me, sento il nodo stringersi alla gola e non posso far a meno di sfuggire all’eterocromia dei suoi occhi. La tristezza che naviga nelle sue iridi è evidente, in contrapposizione alla sicurezza che traspare dalle sue parole.

«Legarsi a me significa esporsi ad un rischio troppo grande.»
«Io non sono quello che tu credi. Ho fatto delle cose…» 1


Così, come una valanga nel silenzio etereo di una remota montagna, le parole mi tornano in mente e mi seppelliscono. Dei! Vorrei non avere l’istinto di toccarlo, di stringerlo e dirgli che va tutto bene. L’alcol… Sì è lui: amplifica ogni cosa. A fatica reprimo ogni sensazione, mi sento sprofondare con il senso di vuoto che mi trascina giù, sempre più in basso. Tento con tutte le forze di respirare. Ci riesco alla fine, vinco sulle mie sensazioni. Annuisco, il cuore batte forte nel petto e arriva in gola ma resisto: nulla traspare al di fuori. I miei pensieri rimangono celati da qualsiasi espressione, sono impassibile mentre dentro sto implodendo. Sono brava in questo e così riesco ad alleggerire la tensione. Le mani allentano la presa, il sangue torna a fluire lungo le dita. Poi, un piccolo sorriso sfugge dalle mie labbra: è amaro ma anche comprensivo e spero lui capisca che non posso dire altro, che non saprei fare nient’altro. Lui lo sa.
Infine, torno a cercare Draven la mano cerca la sua.
«Dobbiamo andare, Drav… Devi darti una ripulita».



1. Kevin Prince Confa, mental fire allarm.
 
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