Corso di Smaterializzazione, Parte Teorica

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Hoiuth
view post Posted on 2/3/2024, 11:16 by: Hoiuth
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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15 anni • studentessa • II anno • Serpeverde • Scheda

Ore 11.05. Sesto livello, Dipartimento dei Trasporti Magici. È la prima volta che arrivo fisicamente al Ministero della Magia, sebbene nei panni di semplice studentessa. È suddiviso in diversi livelli, impossibili da ricordare a memoria, ma almeno è stato - stranamente - semplice trovare la giusta via verso la meta. I movimenti bruschi dell’ascensore mi fanno sballottare più volte - e in tutte le direzioni - all’interno stesso delle quattro mura. Non riesco a non sentirmi a disagio nel chiedere più volte “scusa” ad Helena al mio fianco.
Dling. E le porte dell’ascensore si aprono, faccio cenno alla tassina di avanzare da gentildonna quale sono, quando la seguo a ruota. La mia natura curiosa mi impedisce di seguire la strada, mi porta a distrarmi sui dettagli di quel livello. E, in quel momento, comincio a percepire un po’ d’ansia. La stessa ansia di quando ho sostenuto l’esame di Storia della Magia, per intenderci.
Eppure quello a cui stiamo per andare incontro non è un esame. O, almeno, non ancora. Dovremmo apprendere la teoria della Smaterializzazione, eppure l’ansia la percepisco tutta. Forse è l’ambiente completamente nuovo che mi manda il cervello in tilt.

« Secondo te? Sarà difficile? » chiedo ad Helena e cerco il suo sguardo, senza mai smettere di seguirla e senza nemmeno vedere dove stiamo andando.
Capisco che siamo arrivate a destinazione quando leggo a caratteri cubitali “Corso per il conseguimento della Patente di Smaterializzazione”. Ci siamo. Ho deciso di essere lungimirante: avrò questa benedetta patente così a 17 anni posso fare il piffero che mi pare.

« Non è che siamo le prime? » domando ancora mentre mi guardo attorno.
Non c’è nessuno che io conosca, almeno per il momento. Spero solo di non incrociare mio fratello. In realtà, spero di non incrociare nessuno che non sopporto, ma non è una cosa che posso decidere io: siamo in un contesto didattico, non dovrebbe importarmene. Eppure…
L’aula sembra una semplice aula: spoglia e con banchi disposti a coppie, ampie finestre ai lati della stanza che illuminano lo spazio interno, una cattedra e una lavagna. C’è anche un uomo che, con la sua penna e calamaio, sembra estremamente professionale. Senza ombra di dubbio, è lui il docente.
Alla fine, senza concentrarmi troppo su chi è arrivato prima e chi dopo, mormoro un banalissimo “Buongiorno” in risposta e lascio decidere alla mia compagna di banco il posto in cui dovremmo sederci. Qualsiasi postazione va benissimo. Così mi sarei seduta al fianco di Helena, avrei poggiato la borsa a terra di fianco ai miei piedi e le braccia incrociate sulla superficie del banco.
Manca poco, la lezione dovrebbe cominciare a momenti.


PS : 166 PC : 103 PM : 111 PE : 13,5



Ciao belli!
Interazioni concordate con Helena :music:
 
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