Corso di Smaterializzazione, Parte Teorica

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Megan M. Haven
view post Posted on 2/3/2024, 13:39 by: Megan M. Haven
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Megan M. Haven | 19 yo
corso smaterializzazione.



Il sole filtrava attraverso i lunghi drappeggi delle tende ancora socchiuse. Lo scoppiettio delle fiamme risuonava nell’ambiente, accompagnato dai passi dei pochi studenti svegli già a quell’ora del mattino. Megan scese l’ultimo gradino della scala, avvolta da una corta giacca di jeans chiusa fino al collo. In mano stringeva una lettera, il marchio inconfondibile del Ministero sulla ceralacca spezzata. «Arrivo subito» le aveva detto Jean sull’uscio della porta della sua stanza.
Guardò l’ora prima di sedersi sulla poltrona. Un vassoio con una teiera e una tazza di tè fumante comparve davanti ai suoi occhi non appena lo sguardo si posò sul tavolo. Un elfo aveva fatto materializzare anche alcuni dolcetti su un piattino. «Grazie» disse Megan. La creatura fece un piccolo inchino e si allontanò, non prima di aver aperto tutte le tende con uno schiocco delle dita.
La luce illuminò la stanza e la Corvonero portò la mano a coprire gli occhi ancora assonnati, il tempo di abituarsi all’improvviso chiarore che l’aveva avvolta.
Con la mano destra, poi, bevve il tè caldo e ne respirò il profumo prima di mandarne giù un lungo sorso.

Uscì dalla Sala Comune qualche minuto dopo, diretta insieme a Jean alla prima passaporta utile che avrebbe portato entrambe a Londra. «Il fatto che questo corso non sia inutile, come tanti altri affrontati negli anni, è l’unica cosa che mi mantiene sveglia oggi» disse mentre superò l’entrata della cabina. Sei, due, quattro, quattro due. L’indice si mosse sui tasti del ricevitore, il disco ruotò indietro tornando al suo posto e una voce femminile risuonò nel piccolo spazio. Megan dichiarò il suo nome. «Siamo qui per il Corso di Smaterializzazione», disse alla fine. Appuntò la targhetta al petto con il nominativo e il luogo in cui era attesa. Proprio come era scritto nella lettera, che teneva nella tasca dei jeans, la voce dettò regole precise e li accompagnò per tutto il tragitto augurando infine loro una buona permanenza.
«Al diavolo!» Megan attraversò la soglia, si sistemò il cappello e calpestò il pavimento di legno. Posò lo sguardo su quel luogo senza guardare attentamente. Per tutto il viaggio aveva trattenuto il senso di nausea e livore nello stomaco. Ogni volta che metteva piede al Ministero tornava ad avvertire il dolore al centro del petto: la morte dei suoi genitori, domande senza risposta e Waldegrave.
Resistette ancora.
Il blu dei suoi occhi si posò sulla figura elegante al di là del banco. Consegnò lui la sua bacchetta per poi riprenderla subito dopo. Aspettò Jean, poi si assicurò di entrare con lei nell’ascensore giusto e una volta al sesto livello seguì le indicazioni per l’aula.
«Aspetto Draven» disse mentre si fermava sulla soglia, accanto alla porta spalancata. «Devo avvisarti che ci sarà anche Alice, non so se vuoi aspettare…» proseguì lanciandole un’occhiata curiosa.
Draven arrivò poco dopo. «Ciao, Drav» lo salutò regalandogli un piccolo sorriso che mise in mostra le fossette lungo le guance. Un cenno ad Alice subito dopo e si lasciò trascinare all’interno della stanza.
«Buongiorno!» un uomo li accolse e fece loro cenno di sedersi, Megan ricambio con lo stesso tono cordiale e trovò posto in fondo all’aula. Draven le fece spazio, si sedette. Un segno a Jean di avvicinarsi a lei nello stesso istante in cui Draven fece lo stesso con Alice. Nascose un sorriso divertito, posando gli occhi sull’uomo e seguendo gli studenti che man mano trovavano posto. Qualunque cosa sarebbe successa tra le due non la riguardava. Tirò avanti la sedia accavallando le gambe, tamburellò con le dita sul banco liberando un piccolo sbuffo. «Lysander non mi parla da giorni per via di questo corso. Lo abbiamo lasciato senza garzoni e dovrà stare al negozio fino a sera» Bisbigliò a Draven. La mano cercò di nuovo quella di lui; posò un bacio sulla sua spalla, poi vi poggiò la testa.


Azioni concordate.
 
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