Corso di Smaterializzazione, Parte Teorica

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Camille Donovan
view post Posted on 3/3/2024, 18:50 by: Camille Donovan
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Un corso di smaterializzazione. Non avrei mai immaginato di poter ottenere l’opportunità di partecipare a qualcosa di simile, non adesso almeno. È un pensiero che mi frulla in testa mentre me ne sto qui, sdraiata sul letto a baldacchino, che rigiro tra le dita la lettera di Jordan:

“Ehi nanerottola, ti conviene cogliere il Boccino al volo! Palmer è entusiasta, sono giorni che dice in giro quanto sia felice di avere qualche studente tra i piedi. A quanto pare, sono secoli che al piano di sotto non fanno qualcosa di così entusiasmante, temeva di morire di noia e non arrivare alla pensione."


In allegato un avviso ministeriale, i dettagli su dove e quando presentarsi per la lezione. Provare non costa nulla, un pensiero in meno per il futuro se mi anticipo il compito di studiare la teoria. Prendo un respiro profondo, con pochi gesti mi alzo e mi fiondo alla scrivania per stilare una risposta. Gli do appuntamento per lo stesso sabato, di certo non passo da Londra senza andarlo a trovare – a casa o, come in questo caso, sul lavoro. Come di consueto affido la missiva a Caramello, che svolazza felice oltre l’oblò del dormitorio. Bagnato dai raggi lunari, si dirige in gran carriera verso la meta. Io invece mi preparo per il turno di ronda, che stasera prevede un’accurata ispezione delle Torri.

********


La città non è grigia come immaginavo, c’è un bel sole che illumina le strade e migliora di parecchio il mio umore compromesso dalla sveglia e dai parapiglia quotidiani all’interno delle mura del Castello. Jordan, come promesso, mi sta aspettando all’ingresso visitatori. «Guarda che sei in ritardo, tra dieci minuti iniziano.» mi accoglie così, l’indice che ticchetta sul polso come se indossasse un orologio. Mi fa cenno di entrare nella cabina telefonica, rapido digita il codice e questa inizia a ridiscendere causandomi un senso di nausea.
«Perdonami, ho avuto qualche problemino inaspettato da risolvere a scuola.» un problemino chiamato Hughes, che si è fatto accusare di truffa – smercio illegale di tesine – da un primino di Corvonero. Il ragazzino gli urlava contro come un pazzo, ritenendolo responsabile della sua ultima “T” in difesa. Mettere pace, purtroppo, ha richiesto più tempo del necessario. Finalmente ci fermiamo al piano indicato, il sesto livello. Ci imbuchiamo nel dedalo di corridoi, mio cugino li conosce come le sue tasche e va senza indugio, io invece sono più pignola e la paura di perdermi m’impone di concentrarmi sui cartelli appesi qui e là. Non impieghiamo molto a trovare la porta giusta, è l’unica spalancata e dentro sono radunati già diversi studenti.
«Eccoci arrivati!» è poco più avanti di me, con la mano mi mostra l’ingresso.
«Ci vediamo quando ho finito?» sollevo un sopracciglio indagatore, considerando che abbiamo pianificato di passare il pomeriggio assieme il mimino è che confermi.
«Sì, ovviamente, andiamo a pranzo insieme prima che tu rientri.» mi rassicura.
«Ottimo, così mi offri qualcosa finalmente.» lo canzono, sul mio volto compare una smorfia malandrina.
«La speranza è l’ultima a morire-» l’arrivo di un meno lo interrompe, lo afferra con riflessi invidiabili e lo legge svelto «Allora io vado, torno su al quartier generale che mi stanno dando per disperso.» infila il foglietto in tasca e, prima di incamminarsi, aggiunge «Tu vedi di non combinare danni qua, non ci tengo a spiegare ai tuoi perché sei finita al San Mungo.» tiro gli occhi al cielo e lo osservo sparire dietro un angolo, entro così nella stanza ormai pronta ad affrontare anche questa prova.
«Buongiorno.» mi rivolgo al responsabile dietro la cattedra, per poi dedicare un cenno di saluto anche a chi conosco tra i presenti. Scelgo un posto defilato, vicino alla finestra. La luce che filtra mi dà un senso di pace, togliendomi l’oppressione che mi provocano i posti chiusi e affollati come questo. Tiro giù la sedia dal banco per poi accomodarmi, lasciando scivolare la borsa ai miei piedi.

Camille Donovan | Hufflepuff Prefect








 
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