A.A.A. Cercasi adulto promettente che possa fare da Supplente, Colloquio Supplente Camillo Breendbergh

« Older   Newer »
  Share  
Camomillo
view post Posted on 19/3/2024, 20:51 by: Camomillo
Avatar

Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

Group:
Negoziante
Posts:
885
Location:
Cioccolatino Amarena Mostarda Idromele Lampone Limone Oreo

Status:


camillo breendbergh ▸ 20 anni ▸ supplente in prova
5mtQebG«Domanda eccellente, confesso che me lo sono chiesto anche io». Camillo si ritrovò a fare i conti con la promessa fatta in precedenza. Era soddisfatto del risultato ottenuto, del caos prima e del chiacchiericcio incessante poi, per un breve momento trasformatisi in quiete, attenzione. Ciò che aveva domandato agli studenti gli era stato dato, ed ora toccava a lui saldare il debito che aveva con loro.
Il motivo – quello principale – per cui non si era ancora presentato, era che non aveva un ruolo definito. Ad Hogwarts serviva un supplente per trasfigurazione e lui aveva colto l’occasione al volo per mettersi alla prova. Senza contare il fatto che, una professione al Castello, gli avrebbe permesso di stare piú vicino alla sua frizzantissima metà.
Ma se li era già immaginati, tutti quegli alunni, al “Buongiorno, sono il supplente in prova per oggi”. Si era domandato chi mai, a quell’età, avesse potuto prenderlo sul serio. Impiego precario, tizio che probabilmente non avrebbero visto mai più. Sarebbe stato come invitarli a cazzeggiare impunemente.
Sì, decisamente la strategia di tenersi la cosa per sé, almeno all’inizio, aveva dato i suoi frutti.

Ma quando Breendbergh aveva risposto al Grifondoro, si era completamente disfatto del turbamento interiore, e la sua voce risuonò allegra. Sulle labbra dell’olandese si era formato un sorrisetto divertito, segno che voleva sdrammatizzare, alleggerire un po’ l’atmosfera. Guardò con aria curiosa tutti quei volti giovani e poi continuò, ripensando al fatto che – per come si era conciato – poteva benissimo sembrare un paio d’anni più vecchio di loro, all’anagrafe.
«Come ben saprete l’ex Vice-Preside McLinder ha lasciato la cattedra di Trasfigurazione. La Scuola mi ha chiesto di sostituirla per il momento». In realtà l’iter era stato un tantinello diverso. Lui aveva fatto domanda, c’era stato un breve colloquio con la segretaria e terminato il colloquio gli era stato affidato il compito di badare a quel branco di scappati di casa, magari ficcandogli in testa qualche nozione sulla materia. Un po’ per vedere se fosse stato adatto come insegnante, un po’ – presumeva – per diletto della beneamata Darmont, che non aveva esitato ad appioppargli una classe un tantinello su di giri già al primo round. Immaginava che anche quello facesse parte della sfida, al terzo anno per qualche strana ragione a tutti piaceva dare di matto. I più giovani erano ancora troppo timidi e superato quello scoglio, mostravano un po’ più di maturità.

Un mezzo inchino, mano sul petto, un po’ come faceva Alexander quando era in vena di coglionarlo.
«Edgar Zwick, al vostro servizio, per oggi. Domani si vedrà». Ritornò alla sua corretta postura con un sorriso ancora piú largo, il riflesso di un animo felice di aver lasciato qualcosa alle nuove leve. Non gli sarebbe dispiaciuto accompagnarli durante il loro percorso di studi, ma fino a che non avesse firmato un contratto con la scuola, era tutto un po’ sospeso per aria. Ragion per cui costruì la frase con un pizzico di ironia, come a volergli dire di non affezionarsi, se si fossero sentiti in vena di smancerie. Poteva arrivare da un momento all’altro qualcuno con delle qualifiche migliori ed un metodo d’insegnamento più raffinato. Potevano semplicemente rifiutare la sua candidatura per altre mille ragioni.

Ora, per la questione della falsa identità e delle millemila trasfigurazioni umane con cui si era presentato agli studenti, è bene aprire un piccolo inciso. Aveva già avvisato la segretaria che, a suo dire, quello era il modo migliore per gestire la cattedra senza impedimenti di sorta.
A partire dalla questione che lui, i MAGO, non li aveva dati, e che se aveva ampliato la sua comprensione della materia, era anche grazie al suo lavoro principale. Tra progetti e brevetti, scambi d’idee con clienti e fornitori, per forza di cose aveva comunque bisogno di rimanere costantemente aggiornato, ampliare il suo bagaglio di incantesimi. Pur non avendo un pezzo di carta in mano a confermarlo, il programma degli anni non seguiti non sarebbe stato un problema per lui.
Ma era anche vero che era stato egli stesso uno studente da poco, e mai una figura di riferimento per i suoi compagni, anzi. Trovarsi Camillo Breendbergh a spiegare la materia avrebbe potuto suscitare un po’ di controversie, specialmente tra chi frequentava il sesto e settimo anno al castello.
Ed era vero, come gli era stato fatto notare, che prima o poi la cosa sarebbe saltata fuori, ma il metodo di dimostrare e rivelarsi solo in un secondo momento, pareva aver già funzionato alla grande. Avrebbe rimandato la questione ad un futuro ipotetico.

«Bando alle ciance, queste domande sono ottime». Sviò il discorso, posando lo sguardo sul serpeverde. In realtà non lo erano affatto, il Commuto funzionava un po’ a braccio, per non dire che gli incantesimi, in generale, facevano sempre come gli pareva. In fin dei conti pronuncia ed esecuzione erano linee guida per incanalare la propria volontà ed il potenziale magico, sarebbero stati i maghi e le streghe presenti a doversi arrangiare per trovare un metodo che gli fosse congeniale. Aveva qualche consiglio da dargli.
«Per quanto riguarda la distanza, vi posso consigliare di tenerli abbastanza vicini al corpo da poter dire “questi oggetti sono qui” e non “quegli oggetti sono là”. L’importante è che vi riesca comodamente e con naturalezza il movimento del braccio quando andrete a tracciare i cerchi con la bacchetta».
C’era un'altra questione in ballo.
«Per quanto riguarda le proprietà da trasferire, vi consiglio di sperimentare per prendere confidenza con l’incantesimo. Proprietà complesse richiedono una padronanza maggiore del Commuto, ma con la giusta dose di pratica ed esperienza direi che nulla è impossibile».

Le regole le sapevano, i trucchetti pratici erano stati svelati.
«Se ora vogliamo dare inizio all’esercitazione, sono a vostra disposizione per qualunque cosa, ma vi invito a farlo con coscienza ed etica anche nel tempo libero. Tenete presente che ogni singola cosa intorno a voi vi potrebbe tornare utile per un Incantesimo di Scambio». E con quella premessa, introdusse un argomento tanto odiato dagli studenti.
«Data la natura dell’incantesimo, non vi riempirò di compiti, ma farò affidamento sulla vostra libertà creativa. Per la prossima lezione vi chiedo solo di sperimentare, sono interessato a sapere quali saranno gli utilizzi piú pratici o ingegnosi che scoprirete usando il Commuto». Si sarebbe ricordato, in caso l’avessero riconfermato, di dedicare un quarto d’ora o poco più alla discussione con la classe. Quindi, niente ricerche tediose sull’inventore, per quello c’era la biblioteca se qualcuno avesse voluto approfondire. Niente rotoli di pergamena impregnati di inchiostro. Niente che non fosse pratico all’atto della creazione.
Tanto, si era detto, il gradino successivo di quella scalinata era una variante di maggior complessità del Commuto. Se qualcuno avesse voluto rifilargli qualche balla, per dire che aveva fatto il suo dovere, si sarebbe fregato con le proprie mani al tempo dell’esercitazione successiva.
Per il momento, salvo domande dell’ultimo momento, si sarebbe concentrato nell’aiutare come poteva chiunque avesse incontrato delle difficoltà. Era lì anche – forse soprattutto – per quello.

”Fate pure bordello, affari del bidello”



Tutto al condizionale, come nella vita! :ph34r:

 
Top
10 replies since 6/3/2024, 21:36   278 views
  Share