Posts written by leopolis

view post Posted: 12/6/2018, 23:35     Un bicchiere di latte - La Capitale del Mondo Magico

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"Pensieri"
«Dialoghi»


Non era una giornata come le altre: non era una giornata proprio di merda. Una di quelle quasi buone. Quelle che con un po' d'impegno e di alcol sarebbero potute diventare un vero e proprio spasso. Ma di alcol non ne aveva (e le promesse in merito le aveva fatte molto tempo prima), mentre l'impegno era sicuramente ciò di cui avrebbe potuto gioire e che gli avrebbe potuto dare la forza necessaria per compiere il grande passo. Non ciò che molti avrebbero creduto: qualcosa di completamente diverso. Perché se sul volto c'era la maschera di Do e nel braccio destro la bacchetta magica che egli non voleva nemmeno nascondere, - tanto se avesse vinto il muro tra i maghi e i babbani sarebbe caduto, - nella mano sinistra c'era la vera pergamena della rivoluzione... o quasi. La solita katana, invece, era legata alla schiena: sembrava soltanto una di quelle spade-souvenir e nessuno tra quei babbani lo avrebbe rimproverato. Aveva abbastanza tempo per stilare la sua dichiarazione come meglio credeva e, ovviamente, l'aveva ampiamente modificata dopo il suo contatto con Rowena e la non uscita dell'articolo sul Profeta. Rowena, - o per meglio dire Voldemort, - avevano dato nelle sue mani un altro asso che avrebbe potuto sfruttare a suo sfavore per la futura guerra: poteva ora dire, senza mentire, che il Profeta era un giornale di parte, che era controllato, che sui suoi contenuti veniva applicata la censura e che quindi era da bruciare fino alla cenere insieme alla gente che vi albergava. Insomma, forse non lo voleva fare; forse voleva avvicinarsi ulteriormente al Ministero; forse voleva solo usare Rowena come sempre aveva fatto: ma Voldy non era il migliore dei scacchisti. Già. Perché grazie a quell'azione avrebbe, - con il tempo e il merito, - finalmente potuto dimostrare il collegamento tra la censura del ministero, il funzionamento del profeta e Lord Voldemort in persona: tutti e 3 i pezzi sarebbero stati chiari al popolino. Per farlo, però, avrebbe dovuto aggiungere qualche altra riga alla sua dichiarazione, spronando le menti celebri e vuote del popolo ad agire secondo metodi e usanze.
In realtà non aveva scelto a caso la meta finale per la sua passeggiata a Londra. Tutt'altro: poteva farlo anche nella propria baracca in mezzo al bosco. Magari proprio vicino al tizio che si era legato alla Madre Natura un po' troppo, prendendo quel modo di dire un po' troppo vicino al cuore. Quello, però, era il giorno in cui l'avvicinamento alla costruzione dei ponti e alla rottura dei muri si sarebbe fatto più veloce e intenso. Quello era il giorno in cui avrebbe seminato le sue pergamene in tutti i principali luoghi magici. Certo, lo avrebbe fatto di notte, per non essere visto; ma prima... prima bisognava scrivere, magari rifugiandosi tra i soliti babbani che, dopo secoli di buia ignoranza, avrebbero visto la Luce... e l'avrebbero vista anche i maghi, che finalmente avrebbero potuto a loro volta capire meglio quel mondo tanto meraviglioso quanto lontano. E avrebbero visto la luce anche gli Elfi, la cui pestilenza della schiavitù si era ormai diffusa praticamente ovunque: poveri animali maltrattati da altri, ben peggio, animali?
Il locale nel quale si recò con la sua bacchetta e la sua pergamena era il solito e tradizionale locale babbano in cui ti davano una bibita se venivi vestito mascherato. Ti facevano pure sentire a casa e forse avrebbero persino chiesto cos'era quella strana bacchetta... In realtà non li odiava, i babbani. Era incuriosito da loro, ma credeva comunque che fossero in un qualche modo spiritualmente "altri". Li osservava; li curiosava e persino pensava di non essere tanto di essere, sempre a modo suo.
In ogni caso, giunto nel locale dove davano da bere gratis di domeniche se venivi vestito con la maschera e con qualche travestimento, si sedette subito dietro al tavolo più lontano e meglio illuminato. Come di suo solito, iniziò a roteare la bacchetta tra le dite e pensare a cos'altro aggiungere alla pergamena. Poco dopo gli portarono la sua bevanda con cui, - ne era certo, - se la sarebbe spassata per il resto della serata, facendosi venire idee strane e proclamazioni passionevoli: un bicchiere di latte.
Solo quando fece un sorso si accorse che, in realtà, aveva già letto la pergamena più e più volte e vi erano diverse cose da aggiungere. E il sole, che ormai era calato, l'aveva lasciato quasi senza luce.
Non era così sconsiderato da usare il Lumos senza alcuna copertura. Perciò fece per portare vicino una di quelle "candele elettriche babbane" e al lume della stessa puntò comunque la punta della bacchetta verso la pergamena e, pensando a una flebile luce che gli permettesse di leggere le righe, pensò: "Lumos!".
Un attimo e divenne capace di leggere, capire, fantasticare e immaginare. Mancava solo una piuma e dell'inchiostro.




PS: 121
PC: 352
PM: 488

Ti riporto gli oggetti che mi porto dietro:
-Una katana con qualche kainji giapponese posizionata in modo tale da sorreggere la testa a Raven;
-Bracciale di Damocle (al braccio destro);
Anello degli elfi oscuri (dito indice della mano sinistra)
~ Anello del Coraggio: (dito indice della mano destra);
~Anello Luminoso (anulare della mano sinistra);
-Cappuccio dell'Apprendista (sulla testa);
-Mantello di Disillusione (sul corpo).
view post Posted: 9/6/2018, 11:18     +2TOPIC DELLO SFOGO - Off-Topic
Perché io devo lavorare ogni giorno come un malato, pure il sabato e la domenica, per avere qualcosa che i figli dei papini, dei politici e delle regine di stocazzo hanno senza alzare un dito?

Perché?

Odio.
view post Posted: 30/5/2018, 23:20     Cercando la pace dove non esiste - La Capitale del Mondo Magico

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"Pensieri"
«Dialoghi»


Le luci della città erano belle, ma restavano soltanto delle lontane e fredde luci. Non avevano essenza; non avevano calore: esattamente come le persone che le accendevano, era solo delle luci spente. Il vero significato restava oltre quell'alone di apparenza e inganno. Il vero significato era ben lontano dall'essere descritto unicamente in una fredda lucina, una manifestazione apparente. Stare lì a osservarle era sicuramente bellissimo, specialmente in compagnia di quella ragazza sconosciuta dagli occhi docili e dal corpo infreddolito. Ma non era che semplicemente una pausa di quiete in mezzo alla tempesta: presto sarebbe finita, le luci si sarebbero spente, un nuovo giorno sarebbe giunto e l'esistenza di Raven avrebbe continuato la sua folle corsa verso un'idea che difficilmente avrebbe potuto realizzare: una scalata verso la cima della montagna che però richiedeva troppi sacrifici e troppi tagli. Aveva scelto quella strada e che gli piacesse o no, avrebbe comunque camminato fino in fondo al di là di tutto quello che doveva sacrificare. Del resto, lei se ne era allontanata; andata; sparita come uno spettro nella nebbia mattutina: di lei non aveva notizie e forse non l'avrebbe mai rivista anche se non fosse comunque morto dopo tutto quello che stava per fare. Eppure era così crudele: lasciarsela indietro per camminare in avanti sapendo di non avere alcun futuro e di non poterle regalare ciò che lei, probabilmente, avrebbe voluto. Ma non era soltanto Lei a essere rimasta indietro, bensì anche i suoi amici, i compagni di squadra: tutto per una sola idea. Era a quello che pensava ignorando quelle luci senza essenza: la sua battaglia, che aveva posto su di ogni altra cosa. Per la quale si era sacrificato senza rimorsi e così avrebbe continuato, per tutto il tempo necessario, a soffrire e uccidersi, tagliando ogni legame e ogni ponte. I tempi di felicità facevano nascere persone deboli; persone deboli creavano caos e casino; dal caos uscivano personalità forti, che facevano ritornare i tempi felici.
Era quello il segreto?
«Figurati...» – rispose semplicemente chiudendo gli occhi per un attimo. Gli piaceva quel tocco, - delicato, - della sua mano sulla sua, ma sapeva di già dove sarebbe potuta giungere tutta quella storia: in un vicolo cieco senza possibilità di ritorno e senza alcun futuro, specialmente considerando il suo status.
Quelle luci le sarebbero servite unicamente per trovare un attimo di piace in mezzo a tutto l'ardore; la loro luminosità avrebbe, forse, scacciato i suoi demoni. Ma questi sarebbero ritornati. Di nuovo e di nuovo. Finché non li avrebbe distrutti tutti, bruciandoli con la loro stessa fiamma, estirpandoli fino alla radice e distruggendone le basi. Proprio come voleva fare anch'egli, con quei fuochi senza essenza... e con quel mondo senza alcun significato. Strinse la sua mano per quanto potesse nel cercare di regalargli il calore vero, quello che, forse, un giorno l'avrebbe aiutata a scacciare i suoi demoni.
E ascoltò, zitto, la sua proposta.
«Capisco,» – sospirò. - «Se la Provvidenza lo vuole...» – stette per iniziare il suo lungo discorso. Poi si fermò. - «Spero di esserci,» – rispose con il tono di voce deciso, non sapendo nemmeno cosa glie lo faceva dire. Sentiva che sarebbe morto, prima o poi; e sentiva che sarebbe stato meglio non creare altri legame per non doverli forzatamente spezzare poco dopo. Un ponte spezzato, un cuore rotto: una sofferenza subita.
Non seppe se quella risposta la convinse o meno; seppe però che il suo braccio si avvicinava al suo stomaco. Cosa voleva fare? Per un attimo, quasi come se di scatto, volle allontanarsi. Poi lasciò fare. Lasciò che la sua mano toccasse il suo corpo e salisse sempre di più, quasi esplorandolo, quel suo corpo martoriato. Non fece esattamente niente, curioso di scoprire cosa lei avrebbe scoperto, fino a dove si sarebbe spinta...
Rimase così per un attimo, percependo il polpastrelli sul viso, sulla cicatrice, sull'accenno alla barba, sulla benda: una ferita che avrebbe portato con orgoglio o che avrebbe persino trasformato in un vantaggio. Ci volle poco perché la mano trovasse anche le labbra: le sue dite erano calde a contatto con le stesse.
Da quel momento in poi, - complice anche quell'atmosfera fantastica, - aveva già capito cosa avrebbe fatto la ragazza. Ma una promessa era pur sempre una promessa; e le parole perdevano ogni valore e significato quando le promesse non venivano mantenute. Sentì il suo caldo respiro; gli occhi chiusi.
Fu allora che, roteando sul proprio asse e tenendo bene in mente la destinazione e la determinazione a raggiungerla, sparì proprio quando il suo respiro fu a pochi centimetri dal suo.
view post Posted: 27/5/2018, 20:09     TOPIC DELL'APPREZZAMENTO - Off-Topic
Mikey Garcia e quelle sue sfide accettate)))))


view post Posted: 27/5/2018, 10:53     Quote's World - Angolo Giochini
CITAZIONE
L'odio deve essere per l'uomo il fuoco per la locomotiva a vapore. Essa trasforma il fuoco nel suo combustibile per percorrere i percorsi più lunghi, e la macchina non si brucia con le fiamme. L'uomo deve fare così con il suo odio interno, causato da tutte le ingiustizie subite da lui e dai suoi simili; deve usarlo come combustibile verso il successo, senza farsi consumare dalla fiamma. Certo, l'amore può cambiare un uomo, ma solo l'odio può trasformarlo.
view post Posted: 18/5/2018, 22:19     Hola! - Presentazioni
Benvenuto!

Con questo nickname prometti bene!

Studente o adulto?
view post Posted: 17/5/2018, 10:10     +1TOPIC DELLO SFOGO - Off-Topic
Eh, i bambini moderni.

Da prendere a palate sulle gengive finché respirano, poi ascoltare se respirano ancora, e poi continuare a prendere a palate sui denti per divertimento.

Porco Iuda.

Dove cazzo sono gli anni '90
1699 replies since 30/12/2006