Cavalli Alati
tra verità e leggenda
È un piacere darvi il benvenuto ad una nuova rubrica della Gazzetta del Profeta, o per meglio dire, la ripresa di una precedente tematica. In questa rubrica si parlerà delle creature magiche, a volte incomprese, a volte pericolose se non si sa come trattare con loro. Ed è questo lo spirito ed il fine di questa rubrica. Informarci su come non farci staccare il collo da un Ippogrifo. Non volevamo riaprire le danze con una creatura troppo pericolosa. Per questo abbiamo pensato di portarvi tra le praterie sconfinate della Gran Bretagna e dell’Irlanda, a solcare i cieli più alti. Ebbene sì! Oggi parleremo di creature magiche dalle bellissime fattezze:
i cavalli alati. Come la stessa etimologia ci suggerisce sono dei cavalli che hanno in dote delle vere e proprie ali con le quali, semmai riusciste a domarli, potrete librarvi sopra le nuvole più alte.
Abraxas —
Generalmente sono più alti dei comuni cavalli babbani ed i più conosciuti sono gli Abraxas, palomini giganti dalla forza eccezionale, dal manto color fulvo chiaro, dotati di un’apertura alare che gli consente di essere impiegati nel trasporto aereo di carrozze. Proprio a questo fine ricordiamo che essi sono uno dei simboli dell’Accademia di Magia di Beauxbatons, titolo che si sono meritati trainandone le carrozze negli spostamenti ufficiali della Scuola di Magia più importante della Francia. Basileides, nel II secolo d.C., è stato il primo mago a parlare di questi fantastici palomini, secondo le testimonianze storiche pervenuteci. Da ciò che egli ha tramandato, forse nella leggenda, un antenato dell’Abraxas doveva essere legato ad un dio, dal corpo di un uomo-uccello con ai piedi dei serpenti. L'unica sicurezza è che questo dio fosse legato alla luce. La sua etimologia ci riporta alla Divinazione, infatti le sette lettere che compongono il nome Abraxas, nella numerologia, sono pari a 365, ed anche legate ai sette pianeti. Si dice che da queste evidenze derivi anche la parola magica per eccellenza “Abracadabra”. Vi è un’altra etimologia, secondo la quale il nome deriverebbe dalle parole
abir,
toro e
axis, "asse polare", con riferimento al movimento terrestre e all'Equinozio di Primavera. Alle prime due si aggiunge una terza etimologia derivante dalle parole egizie
abrak sax, letteralmente "parola sacra". Ed è appunto per la sacralità, per il forte legame con la luce e la magia che questo nome si ritrova in molti degli alberi genealogici di famiglie di maghi, per lo più antiche.
— Etone
Abbiamo poi gli Etoni, cavalli dal manto color castagno tipico della Gran Bretagna e dell’Irlanda. Il loro nome deriva senza dubbio dal greco: Etone, infatti, era uno dei quattro velocissimi cavalli del carro del dio del Sole, così da trainare il fuoco per far sorgere il giorno. Proprio per questo anche il cavallo di Ettore, principe di Troia, portava questo nome. La fama di essere tra i cavalli alati più veloci li ha portati al centro dell'attenzione mediatica proprio per la sfacciataggine di qualcuno nel farli gareggiare in gare clandestine, che ci pesa scrivere sono ancora in voga nelle Isole Greche, sopratutto a Naxos e Paros. Si spera sempre che questi scempi possano finire, desideriamo infatti unirci alla "Lega Internazionale per la Difesa delle Creature Magiche"- movimento di fondazione Ungarica nato per difendere i Draghi e che ha ottenuto, tra le tante lotte, l’opportunità di estendere il suo impegno anche per altre creature, come gli stessi Cavalli Alati.
Granio —
Il cavallo alato di straordinaria velocità porta il nome di Granio, esso è dotato di un manto grigio, si ritiene derivi dal Nord come il suo nome. Oggi sono difficili da avvistare, ancor di più da addestrare o così esige la leggenda. Il suo nome deriva dal culto norreno: Grani si ritiene che fosse il nome del cavallo dell’eroe Sigurd, donatogli da Odino e diretto discendente del destriero del dio stesso, Sleipnir. La leggenda narra che Sigurd fosse alla ricerca di un cavallo e che inoltrandosi in un bosco abbia incontrato un anziano signore dalla barba lunga che non aveva mai visto prima. Chiedendogli di accompagnarlo a scegliere un cavallo, il vecchio sembra aver suggerito di andare al fiume Busiltjörn: proprio lì, allora, il mito narra che alcuni cavalli vennero a riva, tranne uno, grande e dal manto grigio che nessuno aveva mai cavalcato. Secondo l'anziano signore, quel cavallo era proprio il discendente di Sleipnir, scelto poi da Sigurd e chiamato
Grani. La storia si conclude raccontando che il vecchio fosse proprio Odino. Si narra nella leggenda che Sigurd vinse molte battaglie nelle sue terre grazie al suo fedele compagno. Inoltre nella cultura norrena era molto spiccata la propensione alla navigazione al fine di depredare bottini da riportare in patria, a questo proposito Sigurd fece costruire un apposito giaciglio per il suo cavallo così da averlo sempre con sé in ogni battaglia.
— Thestral
Ultimo, ma non per importanza, è il Thestral: cavallo alato dotato del potere dell’invisibilità, sembra che queste creature siano scheletriche, mentre in realtà la loro pelle color nero è tesa sulle ossa. Dagli occhi bianchi senza iride e pupille ed ali simili a quelli di un pipistrello, danno l'impressione di avere un aspetto tenebroso, ma sono animali dall'indole docile. Forse non tutti sanno che proprio come gli Abraxas siano simbolo dell’Accademia magica francese, i Thestral svolgono un ruolo analogo per la nostra Hogwarts, difatti le carrozze che portano gli studenti dal secondo anno in poi al Castello il primo giorno di Scuola sono proprio dei Thestral, ovviamente molti degli studenti non riescono a vederli e credono che le carrozze si spingano da sole. È da molti considerato un presagio oscuro, la sua immeritata fama è legata al fatto che sia visibile solo da coloro che hanno visto la morte, ovvero qualcuno morire. Per cui in passato anche chi era in grado di vedere i Thestral era additato proprio come le creature che riuscivano a vedere. Molte volte maghi del rango di Newt Scamander - noto studioso britannico di creature magiche e autore dei più famosi testi accademici al riguardo - si sono pronunciati in favore di queste creature, a ragion veduta. Vogliamo oggi, prima di lasciarci con delle note informative in merito a queste creature, soffermarci su un ragionamento che molti di voi potranno non trovare condivisibile. È chiaro quale sia il motivo che nella credenza popolare li renda dei reietti, al pari fino a qualche tempo fa di coloro che li vedevano. Questi cavalli sono da sempre considerati come portatori della morte. Una mistificazione che nelle leggende magiche li ha portati ad essere considerati presagio della morte stessa. Ma se così fosse, cari lettori, non dovremmo vederli
poco prima che qualcuno muoia sotto i nostri occhi? Forse c'è una spiegazione più semplice, badate bene: è solo la mia opinione, a voi ogni possibile interpretazione. Ritengo che queste creature portino con sé più di quanto i libri non possano indicare. È vero, possono essere visti solo da chi abbia vissuto un’esperienza lacerante come vedere qualcuno morire. Ma essi si concedono proprio a coloro che hanno vissuto questo momento. Vedere la morte non è cosa da poco ed i Thestral vengono a chi l’ha vista quasi come
una speranza. A ben vedere concedendosi solo a coloro che abbiano interiorizzato la morte, uscendone con una nuova consapevolezza, potremmo dire che queste creature siano portatori di una nuova nascita, emotiva e spirituale a seguito di un evento come pochi. Tengo a ribadire che si tratti solo della mia opinione, ma potrebbe essere un ottimo spunto di riflessione.
Ed è proprio per questo motivo che otto giovani ragazzi abbiano fondato l'associazione
Brian & Co: il gruppo porta avanti la battaglia per l'adozione di Thestral, specie per i più piccoli che disgraziatamente hanno visto qualcuno morire. Credo che nel mondo dei babbani chiamino questa pratica pet therapy, a significare l’importanza di queste creature che, appunto, si concedono a chi può sentirsi solo a seguito della morte. Il nostro giornale si era già occupato di questa innovativa idea, e proprio come è stato fatto l'ultima volta, auguriamo loro di portare a termine e continuare il progetto, vi terremo informati sugli sviluppi.
Il Ministero della Magia classifica i Cavalli Alati da XXX a XXXX come indice di pericolosità, per cui serve una mano esperta per domare e addestrare queste creature, ciò non vuol dire che non dovreste provarci, ma fate attenzione e ricordate sempre che secondo lo Statuto internazionale per la segretezza magica approvato dalla Confederazione magica internazionale nel 1692, qualora vorreste tenere un cavallo alato in giardino dovrete fare degli incantesimi di disillusione. Eccoci giunti a termine del nostro primo viaggio tra le bellezze delle creature magiche, speriamo sia stato di vostro gradimento. Altre non saranno così incantevoli come i cavalli alati, alcune potranno colmare i vostri peggiori incubi. Ma la conoscenza, come sempre, è indice di un avvicinamento e di un'esperienza che possono fare sempre la differenza. E noi della Gazzetta del Profeta, cari lettori, continueremo ad informare e tratteggiare la vita più misteriosa, in tutte le sue infinite rappresentazioni
Nota —
Si ringrazia l'artista
Kindrie Grove per gli straordinari scatti fotografici in articolo, tratti dai suoi dipinti ad olio su tela per la collezione "Cavalli Alati, Spiritualità in Cielo" alla Legend Art Collection. L'artista, originaria della città di Penticton in Canada, cura da anni la Grove Fine Art Gallery, dedicando moltissime opere all'incantevole rappresentazione delle creature alate. La stretta collaborazione internazionale con la Gazzetta del Profeta è un privilegio di lunga data.
Derek Hide