Posts written by Killian Resween

view post Posted: 16/12/2019, 21:22     Pied Piper - La Capitale del Mondo Magico

killian Friedrich resween ▸25 anni ▸ ispettore auror
Era incredibile come quel vicoletto semi-nascosto gli risultasse poco familiare nonostante ne facesse uso ogni singolo giorno per smaterializzarsi e materializzarsi. Si era accertato che fosse sicuro ed inaccessibile a sguardi indiscreti e questo era bastato, ma poi non si era preso la briga di controllare con esattezza cosa vi fosse all'interno. Se proprio doveva darsi un’attenuante, la stragrande maggioranza delle volte vi transitava nelle ore notturne e con appresso il desiderio di tornare a casa dopo giornate piene ed impegnative. Ora invece non era solo di passaggio ed il tutto veniva illuminato da un timido sole che intiepidiva l’aria. Insomma, solo la circostanza di lui in attesa nel vicolo in pieno giorno gli permise di constatare quel fatto incredibile: c’erano piante e vasi pure lì. Evidentemente la passione della McCramble aveva straripato dalla sua proprietà, sconfinando nella stradina. Che l’anziana si spingesse fin lì non gli piaceva affatto. L’impicciosaggine di quella donna sarebbe stata la sua rovina, lo sapeva già. Non poteva permetterle di ficcanasare in quel luogo con il rischio di essere scoperto. Il problema era che vietarle di mettervi piede senza una giustificazione avrebbe avuto come diretta conseguenza l’accampamento permanente di Azalea nell’angusto spazio solo per fargli dispetto. No, serviva qualcosa che l’avrebbe tenuta alla larga senza generare sospetti. Qualcosa come…
Topi! Ma certo. Se c’erano animali che la sua padrona di casa proprio non sopportava erano i roditori, di qualsiasi genere. L’ultima volta che aveva avuto il sospetto di un topolino in casa, Killian aveva passato un’intera giornata a controllare ogni pertugio del suo appartamento (senza alcun risultato se non la convinzione che Azalea si fosse sognata tutto e un scoppio di allergia alla polvere). Le avrebbe detto che il vicolo era infestato da ratti grossi quanto gatti. Magari poteva inventarsi di essere stato persino attaccato, lei ci avrebbe creduto di certo.

Soddisfatto della soluzione trovata, il venticinquenne recuperò il cellulare e controllò l’orario. Erano quasi le sedici. Rimise il telefono a posto e tornò ad appoggiarsi con la schiena al muro. Cercò di immaginarsi l’espressione di Amber nel trovarlo lì in attesa appena dopo essere comparsa dal nulla. Probabilmente sarebbe stata sorpresa perché non lo aveva mai fatto prima di aspettarla fuori. E poi, ne era certo, si sarebbe meritato un sorriso da quelle labbra rosate che non assaporava da un po’. E’ vero, erano riusciti ad incontrarsi abbastanza spesso, ma mai per stare realmente insieme. Le visite al Wizard andavano bene per placare la voglia irrefrenabile di vederla, ma non quella di stringerla, baciarla o anche solo farla indispettire per qualche battuta delle sue. E poi, qualche giorno prima c’era stato il Ballo. La serata stava procedendo nel migliore dei modi grazie alle provocazioni veicolate dagli anelli dei gemelli, ma poi era successo quel che era successo e loro erano stati bruscamente richiamati ai rispettivi doveri. Si erano salutati con un unico cenno quella notte e da allora avevano comunicato solo per messaggi. SMS, non lettere. Cellulari anziché gufo. Era servito a farla calare nella parte sin da subito dato che in programma per lei aveva un pomeriggio di puro divertimento babbano. Lo aveva persino specificato nel testo telegrafico insieme a pochissime altre cose quali la data e l’orario dell’appuntamento. Niente di più. Il resto doveva mantenersi una sorpresa, anche se un primo indizio si celava in una delle tasche e un altro dentro la sua bocca. Il lecca-lecca che si era tenuto per sé era piccolo ma saporito. Probabilmente gli stava colorando la lingua di un blu mirtillo ma non se ne preoccupò. Mosse la pallina zuccherosa da una parte all’altra, sentendo già la voce di Amber prenderlo in giro per l’aspetto bambinesco che doveva avere con il rigonfiamento sulla guancia e il bastoncino della caramella che fuoriusciva dalle sue labbra scure.

Per l’ennesima volta estrasse il telefono. Scoccarono le sedici in quel preciso istante e lui spostò gli occhi nuvolosi sul vicolo vuoto. Vuoto ancora per poco.

Pied Piper ▸outfit▸ "Can't close your eyes. I'm takin' over you"

view post Posted: 19/9/2019, 11:16     WIZARD STORE - La Capitale del Mondo Magico

Quindi era questo che si provava nell’andare a fare acquisti come una qualsiasi persona normale. Niente corse per mettere piede dentro al negozio cinque minuti prima della chiusura o la faccia tosta da indossare quando si arriva che il proprietario è ancora in pigiama e sbadiglia senza sosta (questo era capitato una sola volta, ma il ricordo di quel povero babbano era rimasto comunque vivido in Killian). Non era affatto sgradevole concedersi un’intera mezz’ora di “pace” nella frenetica routine che si ritrovava a vivere quotidianamente, per questo stava sorridendo. No, non è vero. Il motivo del buon umore era tutt'altro. Non si stava recando in un negozietto qualsiasi, ma nel negozio dove lavorava la commessa. Avrebbe persino potuto mettersi a fischiettare se solo non avesse stonato troppo con l’immagine dell’ombra tetra e inaffidabile che dava di sé. E se lei lo avesse visto? O peggio, udito? Doveva ancora tirare la massiccia porta del locale, ma Amber non era da sottovalutare. Mostrarsi così genuinamente felice di incontrarla anche solo per pochi minuti sarebbe equivalso a firmare una condanna a morte. Aveva anche la scusa perfetta per mentire sulla visita: Amigdala si era rifiutata di trasportare il cinturone che effettivamente costituiva un peso non indifferente. Il fatto che non glielo avesse nemmeno chiesto era un dettaglio; il mago sapeva che la falchetta gli avrebbe sicuramente beccato le dita per dire di no e mandarlo al diavolo. Perciò aveva saggiamente scelto di fare a meno della parte dolorosa della faccenda e presentarsi di persona. Ed eccolo qui, ora, dentro al Wizard Store. In mancanza di doti di self-control avanzate come quelle che aveva lui, il sorrisetto obliquo si sarebbe afflosciato mezzo secondo dopo aver realizzato quanto fosse affollato il luogo. In quel momento si ricordò perché aveva sempre evitato di andare negli orari di punta, ma ormai era tardi per mantenere fede alle proprie sacrosante abitudini.
Si avvicinò al bancone dato che tutti gli altri clienti sembravano impegnati ad ammirare la preziosa merce esposta o la brillantezza delle vetrinette tirate a lucido, il giovane non sapeva dirlo. Per quanto lo riguardava, nulla lì dentro fu più degno di attenzione dopo che nel suo campo visivo apparve la figura della Caposcuola Tassorosso. I capelli erano tirati indietro in una coda di cavallo morbida e tale dettaglio diede all’uomo l’opportunità di spiare meglio il suo volto concentrato sulle richieste della signora di mezza età che stava servendo. Non distolse gli occhi grigi da lei un istante, facendosi passare di proposito per un cliente davvero molto impaziente che cerca di mettere sotto pressione la commessa affinchè lo serva presto. Fu dopo diversi minuti che lo sguardo incontrò fugacemente quello acquamarina della giovane prima che lei tornasse a rivolgersi ai suoi doveri lavorativi con la signora. Forse il tutto era stato così veloce che non lo aveva nemmeno visto o riconosciuto. E allora perché tra le labbra rosee si era formata una piega gentile simile ad un sorriso? Anche se minuscolo e appena visibile, il venticinquenne seppe con certezza di non averlo immaginato. E che era per lui, cosa che lo fece sorridere di riflesso. A quel punto dovette fingere di concentrarsi a sua volta sugli espositori che aveva vicino se non voleva mandare a monte la sua copertura da avventore burbero. Messa in scena che continuò persino quando arrivò il suo turno e la voce sottile di Amber si rivolse direttamente a lui in modo formale per chiedergli in cosa potesse rendersi utile.

«Vorrei incastonare in questo cinturone un Punto Luce del Mana, uno del Corpo e una Perla del Mistero » disse in tono pratico posando il manufatto in questione sulla superficie lignea del bancone. «E che sia un lavoro ben fatto, o saprò a chi fare reclamo» aggiunse corrugando la fronte per darsi un tono minaccioso.

Sì, giocare ad impersonare il cliente rompipluffe lo divertiva decisamente molto. Era anche un attore fin troppo credibile. Peccato che una volta terminato l’acquisto, con tutta probabilità avrebbe diretto alla ragazza un occhiolino complice e segreto prima di lasciare il palco e far calare il sipario.


KILLIAN RESWEEN ✧ 25 Y.O. ✧ outfit ✧ THORNS
Ricapitolando: Punto Luce del Mana + Punto Luce del Corpo + Perla del Mistero, tutto da mettere su un Cinturone Argentato già in mio possesso (tiè).

view post Posted: 29/8/2019, 10:56     Human - Frammenti


CITAZIONE

"L’espressione che esibiva sembrava tradire una certa dose di colpevolezza che in qualche modo ricordava all’uomo l’occasione in cui gli aveva rivelato di aver portato a casa un cane anziché un gatto, lo stesso terremoto vivente che ora scorgeva agitarsi per raggiungerlo dietro al profilo robusto della donna che bloccava il passaggio tra l’ingresso e il salottino alle sue spalle"


Frammento tratto da: Quel succo di pera [s]corretto


Ambientazione: passato, Rosegarden St n.9.
Età di Killian: 25 anni.

“Signora McCramble, non possiamo tenerlo”
“Perchè no?”

Il battibecco tra i due abitanti del n. 9 di Rosegarden St andava avanti già da un po’, precisamente da quando la gagliarda vecchietta aveva intercettato Killian sulle scale e gli aveva chiesto di seguirla nel suo appartamento con un’espressione indecifrabile. “Ricordi che ti avevo parlato dell’intenzione di prendere un gatto?”, aveva domandato al ragazzo con una punta malcelata di apprensione nella voce mentre faceva strada attraversando il delizioso e frivolo salottino. Lui aveva risposto di sì e aveva aggiunto che la trovava una splendida idea ma mentre la seguiva si era chiesto perchè lei lo stesse conducendo verso il giardino esterno: aveva immaginato che il micio fosse ospitato all’interno della casa al piano terra, vezzeggiato tra i pizzi e i merletti che ivi ricoprivano ogni superficie. Con quel confuso interrogativo in mente ma completamente ignaro della risposta che avrebbe ottenuto da lì a breve, il giovane aveva raggiunto l’ampio appezzamento di terreno oltre la porta-finestra sul retro che proseguiva circondando l’intero edificio.

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Un batuffolo bianco si era precipitato scodinzolando tra i suoi anfibi scuri e aveva richiesto al mago più di qualche attimo per realizzare come non si trattasse affatto di un felino, ma di un vivace cucciolo di cane. Allibito aveva ascoltato in silenzio un’agitata Azalea che gli spiegava la – a detta sua – buffissima storia di come era entrata all'allevamento per prendere un persiano ed era uscita con un pastore svizzero bianco (“Solo da parte di madre però, del paparino non si sa nulla!” ). “Ora è un cucciolo, ma tra non molto diventerà il doppio di così e poi il triplo e il quadruplo.Aveva notato le possenti zampe del nuovo arrivato che promettevano come minimo un taglia media. Come minimo. La storia del padre ignoto poi non era affatto rassicurante.

“Mi piacciono i cani grandi”, ribadì prontamente la vecchietta con il tono ostinato di una bambina per nulla intenzionata a rinunciare al proprio capriccio.
“Ma sono difficili da gestire”, dall’altra parte però non c’era una sprovveduto qualsiasi, ma Killian che sapeva abbastanza bene come rivestire il ruolo del genitore autorevole: Persephone era stata piuttosto impegnativa da quel punto di vista.
“E perchè mai? Lo addestreremo a dovere e diventerà un vero galantuomo”

Gli occhi grigi seguirono scettici il rapido girovagare dell’animale che spingeva il proprio tartufo scuro ovunque: visto che l’uomo nello shock di trovarlo lì non gli aveva rivolto molta attenzione e che il pieno di coccole da parte di Azalea l’aveva già avuto, il curioso cagnolino era tornato ad intrattenersi da solo fino ad approdare nell’orto perfettamente coltivato della donna. Un vero paradiso per lui.

“Le distruggerà tutta la verdura”, constatò saggiamente il giovane nel vedere una rapa recuperata chissà da dove essere allegramente sgranocchiata dal cucciolo. “E le piante”, continuò imperterrito dato che la donna era impegnata a dissuadere la bianca bestiola dallo scavare nel terreno soffice rastrellato più che ad ascoltatore i suoi avvertimenti. “E i fiori”, concluse con tono grave come se stesse annunciando un’imminente apocalisse. Conosceva fin troppo bene i punti deboli della sua anziana padrona di casa e aveva intenzione di sfruttarli tutti.

“Qui nel giardino dietro casa non c’è nulla di irrinunciabile mentre per l’orto… potresti costruire una piccola recinzione per tenere questo pestifero alla larga!”

In effetti gli sarebbe bastato uno svolazzo di bacchetta o due perché apparisse un divisorio ligneo tutto intorno al terreno coltivato, con tanto di cancelletto. Il difficile sarebbe stato convincere la McCramble a non tenergli compagnia durante il lavoro altrimenti non avrebbe potuto fare ricorso alla magia. Si rese conto di star pensando a come assecondare i progetti della donna come se avesse già perso la battaglia e indispettito verso se stesso (aveva anche usato il plurale più e più volte in merito alle decisioni sul futuro del cane!) giocò un altro asso nella manica.

“Cosa diranno le Casalinghe? Scommetto che Ivette inorridirebbe”
“Ma se anche lei ha un carlino! E lo lascia dormire sul letto, parola mia”

L’ultima rivelazione proprio non ci voleva. Il circolo di amiche della vecchietta comprendeva perlopiù zitelle attempate con la fissa per le pulizie, perciò Killian aveva creduto che puntare sull’opinione che le adepte avrebbero avuto in merito potesse costituire la mossa vincente contro la devotissima Azalea. E invece ora scopriva che anche la rigida presidentessa delle Casalinghe Modaiole – la stessa che lo squadrava sempre dall’alto in basso riservando uno sguardo diffidente ad ogni suo piercing o tatuaggio – aveva un cane. Alla fine lo smacco l’aveva subito lui e per qualche momento dovette tacere alla ricerca di una nuova strategia che ora più che di attacco andava su una posizione di difesa.

La donna ne approfittò all’istante:“Vedrai che darà meno fastidio di quell’uccellaccio del malaugurio… nonostante i problemi che ha causato, io non ti ho mai impedito di tenerlo”

Ecco, ora pure i ricatti morali, ergo: era spacciato. Il venticinquenne sospirò mentre stancamente si passava entrambe le mani sul volto prima di innalzarlo verso la parte superiore dello stabile da lui abitato. Purtroppo non poteva ribattere in alcuno modo data la veridicità di quanto rinfacciatogli. Amigdala non era mai stata la “coinquilina” ideale e si era dimostrata addirittura dispotica nei confronti dell’affittuaria che aveva da subito ricambiato l’antipatia (aggravata a dismisura dall’abitudine della falchetta di lasciare le carcasse delle proprie prede sullo zerbino nonostante le infinite prediche del padrone). Di sicuro al rapace non avrebbe fatto piacere avere un altro animale con cui condividere i propri spazi, già quando Persephone aveva portato a casa Senza Nome lei lo aveva ignorato per settimane intere rifiutandosi persino di recapitare le missive… Per quell’espansivo cagnolino, Amigdala era capace di non farsi viva per un mese. Tale pensiero lo preoccupava, ma in definitiva non poteva fare poi molto per impedire che il n. 9 si trasformasse in uno zoo: come Azalea gli aveva appena ricordato, lei era stata molto accomodante nei suoi confronti.

“Anche se qui avrà abbastanza spazio, deve essere portato a spasso più volte al giorno..”

Dietro alla fiammeggiante montatura rossa degli occhiali della vedova si intravide l’esultanza tipica di chi l’ha appena spuntata: più che dalla voce rassegnata dell’uomo capì di averlo fatto cedere nel momento in cui questi si chinò per interagire finalmente con il cucciolo che si precipitò immediatamente tra le sue braccia per leccarlo ovunque arrivasse con la lingua rosea. Felice fino alla commozione, per lei fu facile notare come il giovane stesse abbandonando anche le ultime reticenze grazie all’euforia che quel batuffolo bianco trasmetteva: poteva giurare di aver visto un sorriso tra la sua barba scura e questo le diede più soddisfazione che ogni altra cosa visto che di recente l’aspetto dell’inquilino si era fatto ancora più tetro.

“Ci penserò io, ma tu puoi portarlo con te quando vai a correre”

Eh sì, era proprio con le spalle al muro: la diabolica vecchietta sembrava aver pensato a tutto. L’idea in sé non gli dispiaceva, eppure Killian avvertiva il trionfo nella stridula voce di Azalea e voleva evitare che gongolasse troppo esibendo finte proteste:“Non ci vado mica così spesso… e comunque non regolarmente”. Ma l’opposizione perse credibilità appena pronunciata poiché le carezze del mago sul fitto pelo immacolato si stavano facendo bonariamente dispettose, con il piccolo che tentava di mordicchiare le dita tatuate del nuovo compagno di giochi.

“Sono sicura che lui non si lamenterà dei tuoi orari da sconsiderato… A proposito, a che ora sei rincasato ieri notte? Alle due la pentola era ancora fuori dalla porta!”

I sensi di allerta di Killian lo avvisarono che urgeva cambiare discorso o la McCramble avrebbe iniziato i suoi interrogatori da “non sono affari miei ma me li faccio lo stesso” : da quando lei gli passava gli “avanzi” dei suoi pasti in modo sistematico, curiosare su cosa facesse il ragazzo quando era fuori casa – cioè praticamente sempre – era diventato più lecito, come una sorta di guadagnata ricompensa.

“Dovremmo trovargli un nome”, propose allora sviando la faccenda.
Le iridi nuvolose si posarono su quell’esserino vivace che continuava a scodinzolargli attorno, ma non riuscì a ragionare nemmeno sulla prima possibilità che Azalea annunciò trillando:“Oh, ma ce l’ha già! Ti presento Milkshake!”
“Starà scherzando, spero”
“Perchè? Cos'ha che non va?”
“Io mi rifiuto di portarlo al parco e gridare questo nome al vento”

No, i battibecchi non sarebbero finiti lì, decisamente.

view post Posted: 22/8/2019, 09:12     +6TOPIC DELL'APPREZZAMENTO - Off-Topic
E insomma - manco vi sto a spiegare perché - la mia anziana zia ha passato una delle scorse sere a raccontarmi tutta la trama di "Ingredienti d'amore" che sta vedendo su canale 5 (e con tutta intendo fino all'ultima puntata perché lei è moderna e su "internette" ha visto le anticipazioni). La protagonista cambiava nome ogni volta che la citava fino a quando non se ne esce con Nazli (che ho poi scoperto essere il nome effettivo, ma ne aveva sparati così tanti che vacci a capire). Io faccio una battuta che ovviamente non poteva decifrare: "Nazli? Ma che dici, sarà Nazgul casomai".

E niente, ora si è convinta che si chiami così ed è la quarta volta che la nomina con la vicina di ombrellone che guarda anche lei la telenovela. La faccia di quella povera donna :ihih:
view post Posted: 20/8/2019, 08:19     +10Manuale del perfetto rincorbellito - Off-Topic

Ieri è stato il primo giorno di vacanza e già devo riportare qualcosa :uhm:

Gelateria a caso del lungomare. Leggo l'insegna. "GELATI. YOGURT. GRANITE. FRAPPE". Rimango stupita. Dovete sapere che le frappe sono un dolcetto di carnevale tipico delle mie parti (tipo le chiacchiere ma più fritte e più caloriche e più inzuppate nel miele) e io, presa da un'inspiegabile nostalgia di casa, decido di togliermi uno sfizio fuori stagione E fuori regione. La conversazione con il cassiere va così:
"Due gelati e una frappa, per favore"
"Scusi non ho capito, due gelati e....?"
"Una frappa"
"Non ho capito"
"Le frappe" dico indicando l'insegna poco distante che avevo letto.
"Ah! Un frappè!"
Mi rendo conto dell'effettiva presenza dell'accento e taccio per qualche momento.
"...Sí, quello. Al cioccolato grazie"

:fix:

view post Posted: 21/7/2019, 20:12     +2Manuale del perfetto rincorbellito - Off-Topic
Avete presente le paillettes double-face? Quelle che ci passi la mano e sembrano cambiare colore per magia, quella meraviglia lì. Quando le vedo divento una bambina e devo per forza correre a giocarci. Ebbene, le noto sul cuscino del divano di mia cugina e ovviamente mi fiondo ad assolvere il mio dovere. Peccato non fossero quel tipo di lustrini magici e così con un truc, truc, truc saltano tutti i fili che li tenevano cuciti alla stoffa quando li accarezzo convintissima. Pioggia di paillettes dorate sul pavimento.
Questo è stato uno dei più grandi tradimenti subiti nella mia vita.
view post Posted: 12/7/2019, 12:04     Zarathustra - La Capitale del Mondo Magico

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Killian non era abituato a fare compere in compagnia. Solitamente il processo di acquisto era così rapido da impegnarlo nemmeno una decina di minuti. Ma Persephone no, lei doveva per forza analizzare ogni merce in vendita anche se non la interessava o non aveva alcuna intenzione di aprire il portafogli. Se all'inizio il fratello maggiore l'aveva affiancata volentieri nelle ispezioni, al quarto negozio la condotta della sorella iniziava a farlo spazientire. Non avevano tutta la mattina e trovò doveroso ricordarglielo prima di entrare nel quinto: «Possiamo entrare, comprare la cosa che mi serve ed uscire senza spendere dieci minuti a fissare ogni oggetto?» le domandò mentre apriva la porta del locale e attendeva che lei si facesse strada all'interno.
«Agli ordini, capo» rispose la ragazza fiondandosi ad esaminare qualcosa sul primo espositore che vide, ignorando dunque la raccomandazione ricevuta.
L'uomo avanzò verso il bancone in fondo alla stanza con passo sicuro poichè, a differenza della minore, non era propenso a farsi soggiogare al fascino dello shopping.
«Buongiorno» iniziò rivolgendosi alla persona incaricata di servire i clienti. «Vorrei acquistare la Veste dell'Imperatore. Del colore più scuro che avete» continuò poi indicando il modello in mostra poco distante.
Persephone seguì il gesto dell'Auror e sbirciò l'indumento che aveva richiesto per poi arricciare il naso costellato di lentiggini. «Non è meglio quel verde smeraldo? Oppure - non so - un viola, un giallo...».
«La ignori. Se c'è in nero, andrà benissimo» tagliò corto Killian suscitando una risatina nella giovane che aveva citato appositamente colori che sapeva essere banditi dall'armadio del fratello.
Mentre la sua Veste veniva recuperata dall'addetto, il borsello dei galeoni venne estratto in un tintinnio promettente. Iniziò a contarli e quando la transazione fu quasi terminata, sua sorella ebbe l'ardire di rimangiarsi la parola di concludere il tutto rapidamente: «Ehi, aspetta! Hai visto questo anello qui?».
Il Resween sollevò gli occhi al cielo, vicino all'esasperazione. «Compro anche quello, di qualsiasi cosa si tratti» annunciò al commesso, preparandosi a sborsare altre tonde monete dorate.«Così te lo guardi per bene a casa e non perdiamo altro tempo» aggiunse scoccando uno sguardo d'intesa a Persephone, soddisfatta e sorridente.

***



Non passò molto tempo da quando la coppia aveva lasciato Zarathustra che ecco la ragazza tornare a superare la lucida porta nera, stavolta da sola. Forse soffermarsi a scrutare ogni oggetto che le capitava a tiro era davvero solo un modo per far dispetto al fratello, perchè filò dritta al bancone senza esitazioni ora che lui non c'era.
«Ciao, prendo quei pantaloni scuri laggiù» disse con una certa fretta, dovuta al fatto di aver solo temporaneamente seminato Killian che sicuramente si stava già chiedendo dove fosse finita con il suo borsello di galeoni.
Pagò altrettanto velocemente l'acquisto per poi sparire in una nuvola di riccioli castani.

// Ricapitolando: una Veste dell'Imperatore nera e un Anello Vegvisir, grazie!

//Modifico per aggiungere un oggetto: Pantaloni scuri.




Edited by Killian Resween - 12/7/2019, 13:30
view post Posted: 8/7/2019, 18:28     +2Ultimo libro letto - Angolo Giochini

Il monaco - Matthew G. Lewis

Non sono proprio sicura che sia il mio genere. Nel dubbio mi sono buttata su

Il castello di Otranto - Horace Walpole

Mi ha confusa ancora di più, quindi ho ritentato con

L'italiano, ovvero il confessionale dei penitenti neri - Ann Radcliffe

E niente. Non ho ancora capito.

view post Posted: 8/7/2019, 18:17     Lo Speciale di Natale - La Capitale del Mondo Magico

Killian Friedrich Resweenispettore auror ✧ 25 Y.O. ✧ Rosegarden Street, n°9
Un telefono cellulare di ultima generazione! Un regalo gradito dalla stragrande maggioranza delle coetanee della strega, ma per ovvie ragioni lei non poteva essere paragonata alle altre, non solo per il potere magico. Killian non era certo così sciocco da credere di poterla entusiasmare con qualche diavoleria babbana della quale sapeva ben poco e il suo ottimismo non si affievolì nemmeno davanti all’espressione interdetta di Amber una volta finito di scartare l’apparecchio dai numerosi involucri. Prese a spiegarle le funzioni principali assicurandosi di rendere le istruzioni chiare e semplici anche per una purosangue totalmente estranea alla tecnologia odierna. Come primo numero salvò il proprio e per darle una dimostrazione pratica effettuò una chiamata. Peccato che a causa della McCramble aveva spento il proprio cellulare, ma comunque l’esempio servì allo scopo perchè quando esplicitò che in quel modo potevano parlare a qualsiasi distanza, gli occhi acquamarina si illuminarono di nuova comprensione. Certo, trovare un momento in cui entrambi erano liberi dall’interferenza dei luoghi magici non sarebbe stato affatto semplice, ma i messaggi potevano risultare più efficaci e utili delle lettere. Soprattutto perchè Fergus e Amigdala non sembravano così vogliosi di recapitare le loro lettere che – inutile negarlo – si erano intensificate parecchio negli ultimi tempi. A quel pensiero, Killian si chiese che fine avesse fatto l’antipatico gufo della Tassorosso. Non che volesse lamentarsi dell’assenza, ovviamente. Milky era già per certi versi un ospite incomodo, ma che per fortuna si era appisolato sul tappeto ai loro piedi solo a metà film. Quando Amber scattò in piedi, il cucciolo non aprì nemmeno gli occhi ma si limitò a sollevare un’orecchia floscia. Il Resween la osservò dirigersi verso la mantella ed estrarre quello che sicuramente era il suo regalo, come lei stessa aveva annunciato. Anche senza avere il pacchetto ancora in mano, tra le labbra scure dell’uomo emerse il sorrisetto tipico di chi è in pace con il mondo e con se stesso. Tornata seduta vicino a lui, il venticinquenne ebbe la sensazione che in lei albergasse una sottile ansia. La spiò sottecchi mentre gli porgeva il dono accuratamente incartato e dovette trattenere una risata. Era così buffa alle prese con qualcosa che chiaramente non le era mai capitato prima di poter o dover fare! Le iridi cristalline non nascondevano l’apprensione e il mago avrebbe voluto assestare un altro gentile buffetto sul nasino dritto assicurandole che la sua presenza lì era già tutto ciò di cui aveva bisogno per un perfetto Natale. Poi tornò in se stesso, stupendosi della sciocchezza sentimentale che la sua mente aveva appena partorito e che per poco non aveva lasciato la sua bocca. Prima che potesse far danni irreparabili come una dichiarazione del genere, le mani tatuate scartarono il pacchettino senza difficoltà e poi ancora la scatola lucida. Fissò per alcuni attimi l’oggetto metallico al suo interno e attratto da esso lo sollevò dal contenitore per poterlo osservare meglio alle fioche luci della sala. L’ispezione visiva durò relativamente poco e al termine di essa, il sorriso tranquillo e soddisfatto si tinse di sfumature più... più da Killian. Tenendo il medaglione ancora sollevato tra il suo volto e quello della ragazza, gli occhi nuvolosi passarono immediatamente ad intrappolare i complementari. Non c’era bisogno di aggiungere altro rispetto l’espressione assunta dall’Auror affinché la mittente capisse di aver colto nel segno. Indossando quel ghigno obliquo che lo aveva rappresentato agli inizi della loro conoscenza e che ancora gli apparteneva, trovò il modo di pungolarla anche di fronte a quel regalo pensato:

«L’ho sempre sostenuto che le principesse preferiscono i pirati ai principi».

Il tono scaltro e colmo di saggezza da strapazzo terminò quasi in un mormorio. Erano una coppia così giovane, eppure potevano già vantare una serie di episodi passati che sarebbero tornati nelle loro memorie per farli sorridere e scherzare. Avevano interpretato molti ruoli nelle loro fughe dalla realtà e il regalo della strega mirava evidentemente a ricordarlo. Al mago era sempre piaciuto quel gioco, ma la cosa che ora glielo faceva apprezzare ancora di più era il poter immedesimare tutte le parti pur rimanendo se stesso e avere la certezza che ad Amber andasse bene così. Voleva un pirata? Un ladro di scarpette? Un confidente? Un amico? Un ragazzo? Lui sentiva di poter soddisfare tutte le richieste, senza mai discostarsi dal vero Killian. Ed infatti, fu nelle vesti di un cuoco incapace che aveva organizzato una delle serate più semplici della storia che scese in picchiata sulle labbra della giovane, provando la stessa libertà di quando lo faceva nel cielo sotto forma di Falco.
Anche quell’aspetto ora era una parte di lui a cui non avrebbe rinunciato tanto facilmente.

24 Dicembre - Lo speciale di Natale




//Buon Natale, socia! Oh... aspetta... è davvero Luglio?!
view post Posted: 3/7/2019, 17:04     Lo Speciale di Natale - La Capitale del Mondo Magico

Killian Friedrich Resweenispettore auror ✧ 25 Y.O. ✧ Rosegarden Street, n°9
«Una tradizione inviolabile» asserì con tono solenne, salvo poi ridacchiare e aggiungere un «Più o meno» di fronte alla curiosa associazione che la strega aveva compiuto tra il Grinch e un goblin. Per lei anche le cose più banali come un film mandato in onda con puntualità ad ogni Natale costituivano una novità a cui reagire con interesse. Killian non la biasimava affatto, anzi: ogni scintilla di entusiasmo mal celato da parte della ragazza veniva da lui vissuta come una personale conquista, una riuscita dei propri piani. Già la commestibilità del pasto era stata un grosso - e per nulla scontato - traguardo; la soddisfazione che ne era derivata faticava ad affievolirsi persino adesso che nella sua mente tornava il ricordo delle patate arrosto lasciate dentro ad un forno ormai tiepido (quella santa donna della sua padrona di casa gli aveva imposto di inserire il timer dell’elettrodomestico per assicurare la perfetta cottura della pietanza, ma invece l’accortezza era servita per evitare qualcosa di molto peggio come un incendio divampato per la dimenticanza del mago).
Una volta designato il film che li avrebbe intrattenuti fino allo scoccare della mezzanotte, il venticinquenne ebbe un’altra folgorazione: al quadretto televisione - caminetto acceso- luci soffuse mancava un elemento imprescindibile.

«Aspetta un attimo» le disse prima di rialzarsi dalla comoda seduta per dirigersi verso il buio corridoio e sparire per qualche minuto nella stanza di sua sorella alla ricerca dell’oggetto interessato, seguito a ruota da un assonnato Milkshake. Dopo vari rumori di ante e cassetti che venivano aperti e richiusi quasi istantaneamente, l’uomo riapparve nel salottino con un ingombrante ammasso di stoffa in mano. Si piazzò davanti alla giovane intralciando volutamente la sua visuale e con un gesto teatrale aprì quella che si rivelò essere una coperta di lana blu fatta a mano. Gigante, tanto che l’apertura completa delle braccia dell’uomo non riusciva comunque a dispiegarla tutta.

«Sarà la prima volta che uso il regalo di Natale della McCramble dell’anno scorso. Finora mi sono rifiutato per preservare la mia reputazione, ma stasera farò un’eccezione. Tanto mi sono già compromesso con la cena e tutto il resto».

A mettere a repentaglio il suo orgoglio non era la coperta in sè, ma i disegni ottenuti dalle sapienti mani dell’anziana che avevano intrecciato i fili così da ottenere il profilo stilizzato e geometrico di due gattini dal manto verde pisello e giallo limone. Sprofondò di nuovo nel divano accanto alla ragazza e coprì entrambi con quel caldo obbrobrio. Ora sì che potevano godersi il film in perfetto spirito natalizio!
In realtà, questo non piacque alla strega quanto Killian si era aspettato. Lo capiva dall’espressione sconcertata e scettica che le si dipingeva sulla pelle pallida ogni due per tre e dalle domande dubbiose che gli rivolgeva con altrettanta frequenza. L’invito a prendere la faccenda meno sul serio gli morì in gola quando lei commentò con un “non ci crederanno mai...” l’ingresso in scena del cagnolino con le corna da renna. L’Auror le spiegò pazientemente che non voleva essere una simulazione di trasfigurazione, ma continuò a sghignazzare per tutto il resto della visione senza potersi contenere. Era bello averla lì accanto e ancora di più lo era il poterla tormentare affettuosamente quanto e come voleva. Al termine della trasmissione e dell’immancabile lieto fine, mancavano ancora una manciata di minuti al termine della Vigilia e allo scattare del venticinque, ma il padrone di casa era ormai in preda all’impazienza. Aveva sempre preferito fare regali piuttosto che riceverne, convinto com’era di avere l’innata capacità di azzeccare esattamente ciò di cui i destinatari avevano bisogno. Ed era così anche stavolta, per questo non vedeva l’ora di mostrare ad Amber la sua trovata geniale. Con un gesto ad effetto (sapeva che sarebbero stati sul divano a quel punto della serata, nulla era stato lasciato al caso.... a parte le patate) recuperò un pacchetto dalle dimensioni contenute da sotto il divano dove l’aveva strategicamente posizionato prima dell’arrivo della Tassorosso. Glielo mise sotto al naso senza alcun tipo di preavviso così che lo stupore cominciasse da subito. Perché Amber sarebbe stata molto sorpresa una volta sciolto il fiocco dorato e strappata la carta regalo rossa.
Molto, molto sorpresa.

24 Dicembre - Lo speciale di Natale

view post Posted: 24/6/2019, 16:59     Lo Speciale di Natale - La Capitale del Mondo Magico

Killian Friedrich Resweenispettore auror ✧ 25 Y.O. ✧ Rosegarden Street, n°9
Quando la ragazza fece una battuta riferendosi al titolo di Ispettore, Killian non le diede la soddisfazione di farsi vedere a ridacchiare per essa. Mantenne invece lo sguardo minaccioso (decisamente mal riuscito) indossato per requisirle la fine bacchetta e liberò il sorriso divertito solamente quando ormai aveva la biondina alle spalle. Le aveva affidato il compito di apparecchiare la tavola senza magia non per qualche strana mania o ripicca, ma lo scopo della serata - oltre a quello di passare insieme più di qualche istante rubato al tempo - era farle sperimentare qualcosa di nuovo. La tranquillità e la semplicità di attività prettamente babbane rientravano nella vita quotidiana del Resween ed era giusto che Amber venisse messa al corrente e resa partecipe: c’erano talmente tante cose che non sapevano l’uno dell’altro che ogni occasione per rimediare andava sfruttata a pieno. Proprio in virtù di questo buon proposito, Killian aveva deciso di cimentarsi ai fornelli così che la strega venisse a conoscenza subito di come la cucina non fosse la sua specialità. Raggiunto il piccolo ambiente dove la confusione di ingredienti, canovacci e posate testimoniava una preparazione lasciata a metà, il mago posò il legnetto magico in cima al frigorifero dove la proprietaria avrebbe potuto facilmente raggiungerlo in caso di reale necessità. A quel punto non aveva più scusanti per rimandare il momento della verità e verificare i frutti dei propri sforzi e quelli a distanza di Azalea che aveva spiegato almeno una decina di volte i vari passaggi della ricetta di sua creazione. L’aveva anche chiamato ad intervalli regolari di mezz’ora per sapere come stava procedendo, nemmeno si trattasse di un delicato intervento chirurgico, ma da quanto era andato a prendere Amber il venticinquenne aveva staccato il telefono per evitare che l’anziana interrompesse con la sua petulanza la cena. Riaccese il fuoco sotto la pentola bassa e il forno che aveva spento per la breve assenza. Non mancava molto alla cottura e dei profumi piuttosto promettenti già invadevano la cucina, ma non voleva montarsi la testa o illudersi. Le patate arrosto sembravano ancora pallide per i suoi gusti, ma il roast beef era in dirittura di arrivo. Appena il fornello riprese ad ardere, la pancetta che avvolgeva la carne inizió a sfrigolare. Il ragazzo sollevò lo sguardo sulla collezione di post-it lasciati dalla McCrambe come pseudo-ricetta attaccati ai sportelli più alti. Rilesse velocemente gli ultimi passaggi che gli interessavano e ne dedusse che mancava una manciata di minuti alla cottura ottimale garantita “McC”. Con perfetto tempismo, Amber apparve sulla soglia della cucina e avvertendo la sua presenza, l’Auror spostó lo sguardo su di lei per poi scoppiare a ridere sommessamente. Con un ampio sorriso ancora impigliato tra la barba folta decise di prenderla in giro ancora un po’: «Quello cos’è? ».

Si stava ovviamente riferendo al singolare maglione natalizio che la Tassorosso indossava con orgoglio. Apprezzava molto la scelta informale dato che anche lui aveva optato, senza nemmeno pensarci su, una delle sue numerose tute. Si accorse che la bellezza della giovane risentiva poco o nulla degli abiti che le facevano da cornice: riusciva ad incantare sia con i sontuosi abiti delle feste, sia con quella tenuta più dimessa. Ricacciò quel pensiero indietro prima che potesse uscirgli di bocca e si concentrò piuttosto sulla portata principale ormai pronta per essere tolta dal fuoco e servita. Girò la manopola del gas e afferrò la pentola ai due manici laterali, senza pensare alla temperatura che questi potevano aver raggiunto. Tuttavia la percepì qualche istante dopo e anche piuttosto bene.

«Attenzione!», esclamò mentre si precipitava verso la sala sfrecciando davanti ad Amber per liberarsi il prima possibile del bollente fardello che quasi lanciò sul tavolo. Non c’era un sottopentola né un vassoio, strumenti che rappresentavano per l’uomo un optional di cui fare tranquillamente a meno, così come le presine. Come se non avesse appena dato spettacolo con un esempio di pura disorganizzazione, Killian si voltò con un’espressione soddisfatta verso l’ospite.

«La cena è servita, se vuole accomodarsi», dicendo questo mostrò con una mano la tavola scarsamente imbandita ma perfettamente apparecchiata.
La parte difficile era andata, ora doveva soltanto ricordarsi le patate in forno. E se proprio tutto quello sulla quale aveva messo mano si fosse rivelato deludente, sapeva che il suo ristorante cinese di fiducia era aperto anche per le feste, perciò non voleva preoccuparsi. Bastava la vista della ragazza a sollevarlo da qualsiasi pensiero negativo. Anche da quello di una possibile intossicazione alimentare.

24 Dicembre - Lo speciale di Natale

view post Posted: 19/6/2019, 13:42     +8Manuale del perfetto rincorbellito - Off-Topic

La mia mente ha fatto una fusione permanente tra il detto e la celebre frase manzoniana, perciò ogni santa volta che voglio usare l'uno o l'altra devo bloccarmi e pensare cinque secondi per non esibirmi con un dottissimo:
"I panni sporchi si lavano nell'Arno"

view post Posted: 19/6/2019, 13:34     Lo Speciale di Natale - La Capitale del Mondo Magico

Killian Friedrich Resweenispettore auror ✧ 25 Y.O. ✧ Rosegarden Street, n°9
L’Inverno era arrivato solo da qualche giorno ma la neve si era resa sua bianca ambasciatrice ormai da tempo. Non v’era superficie esterna che non risentisse della sua silenziosa e quieta presenza: il vialetto in cui Killian era appena apparso non faceva eccezione e al crack della materializzazione seguì quello meno sonoro della neve che affonda sotto a spessi scarponi. Libero dal senso di oppressione della magia eseguita per raggiungere il villaggio magico, l’uomo inalò l’aria gelida della notte puntellata di minuti e candidi fiocchi. Forse proprio il loro lento scendere aveva giocato agli occhi grigi del mago uno scherzo, ma lui si convinse comunque di aver colto un rapido movimento alla finestra al primo piano della villetta che aveva davanti. Le labbra scure si sollevarono in un sorrisetto soddisfatto: era il genere di accoglienza che si era aspettato, per non dire che aveva sperato. La sua anziana padrona di casa lo aveva un po’ viziato in questo, ma sapere che ad attenderlo stavolta era Amber e non un’ultraottantenne che voleva arruolarlo per qualche commissione aveva tutto un altro sapore.
Non ci fu nemmeno bisogno di bussare o suonare il campanello (avevano un campanello? Nemmeno lo sapeva, non c’era mai stato) perché il portone si aprì qualche istante dopo, assecondando la muta richiesta che la sua stessa presenza esprimeva. Nelle intenzioni del Resween vi era quella di mantenere il ghigno scaltro come saluto, ma vedendo apparire la strega gli fu praticamente impossibile non aprirsi in un sorriso più naturale e felice. Il fatto di incontrarla per periodi lunghissimi aveva certo un ruolo cruciale, ma non poteva essere solamente il fattore-lontananza a rendere la giovane donna sempre più bella e radiosa di volta in volta che la vedeva. L’oro dei capelli risaltava persino con la scarsa illuminazione del quartiere, ma mai quanto gli occhi pieni di vita e gioia. Erano così radicalmente diversi dalla loro versione arrossata a velata di lacrime… Credere di essere parte del motivo del cambiamento lo faceva stare bene come mai prima di allora. Non sapeva nemmeno come fosse possibile.

«Farò finta di non averti vista ad aspettarmi», le disse salutandola con un leggero buffetto sul naso che già prometteva una colorazione degna di Rudolf. Anche le labbra erano di un rosso invitante, ma il venticinquenne non poteva permettersi di finire già in quella trappola senza vie di uscita. Non lì, non ancora. Si concentrò piuttosto sulla neve che continuava a calare con calma e che si stava accumulando anche sopra le loro teste e spalle. Annuì alla proposta di Amber e avvolgendole le mani con le proprie, protette dai mezzi guanti, aggiunse: «Come desidera, signorina».

Il paesaggio innevato di Dulwich Village venne sostituito dal meno raffinato ma altrettanto bianco vicolo a lato del n. 9 di Rosegarden Street. L’unica luce della deserta viuzza era fornita dalle finestre del proprio appartamento, qualche metro sopra di loro. Killian ne usufruì per controllare che la ragazza stesse bene: spendeva sempre particolarmente attenzione quando eseguiva una materializzazione congiunta, ma la prudenza non era mai troppa. Una spaccatura non sarebbe stato un bel passatempo con cui occupare la Vigilia, né nessun’altra serata. Quel pericolo sembrava scongiurato ad una prima occhiata, ora non restava che cercare di non rompersi l’osso del collo per colpa della lastra di ghiaccio che li separava dal portone. Il ragazzo la avvertì della scivolosità e le liberò una sola mano dalla precedente stretta per guidarla fino alla salvezza rappresentata dall’ingresso verde dell’edificio che raggiunsero incolumi qualche risata dopo. Una volta all’interno, l’assenza della McCramble sarebbe risultata evidente alla ragazza. Meno piante (ebbene sì, se le era portate in vacanza facendole sparire chissà in quale valigia), meno colore, meno impicciosaggine. E anche meno tempo perso per il transito sulle scale. La fretta che aveva mostrato Amber ora la condivideva anche Killian. Non appena si chiuse la porta dell’appartamento alle spalle tirò a sé la giovane attraverso la mano che non le aveva mai lasciato. Raggiunta la “zona safe”, non aveva alcun motivo per trattenere la voglia di stringerla come gli era stato impossibile fare per troppo tempo. Nel bacio ritrovò la sensazione dolce e avvolgente del primo, ma anche quella famelica e bisognosa di contatto del secondo. Non voleva fermarsi, non prima di essere sazio della sua presenza dopo il distacco forzato di quei mesi, ma fu costretto da qualcosa a lasciare andare le labbra di Amber. Più che da qualcosa, da qualcuno. Milkshake era arrivato al galoppo per reclamare l’attenzione della giovane strega che gli spettava. Prese a saltellare intorno ai due invadendo il momento di intimità come solo un cucciolo vivace può fare senza rischiare il linciaggio. Controvoglia, Killian si allontanò dalla figura della ragazza ancora avvolta dal mantello per permettere al rivale di farle le feste.

«Azalea me l’ha lasciato in custodia senza nemmeno chiedermi il permesso. » si lamentò senza essere indispettito sul serio osservando la frenesia con cui il cagnolino dimenava l'intero corpo. Quella era solo una tregua momentanea. Aveva un’intera serata da passare con la strega, perciò non era così inaccettabile pensare di “condividerla” un po’. Sorrise a se stesso quando si ritrovò a specificare mentalmente “Solo un pochino, però” .

24 Dicembre - Lo speciale di Natale

view post Posted: 2/5/2019, 18:25     +4TOPIC DELLO SFOGO - Off-Topic
Vorrei fare un applauso ai 3 ragazzi - ragazzi, non ragazzini, avranno avuto minimo 25 anni - che si sono seduti davanti a me in biblioteca e non hanno fatto altro che parlottare dei fatti loro (nulla di inerente allo studio, solo volgarità sulle loro ultime conquiste). E quando ho chiesto di fare meno chiasso, hanno accennato un misero "scusa" tra le risatine, per poi riprendere poco dopo come se nulla fosse. Hanno ridacchiato anche quando mi sono alzata per cambiare tavolo e riuscire a studiare.
Io non lo so che problemi ha la gente, davvero.
view post Posted: 17/4/2019, 21:18     Quel succo di pera [s]corretto. - La Capitale del Mondo Magico


Censurare il sorriso sghembo era diventato praticamente impossibile. Continuava a figurarsi la scena dal punto di vista di uno spettatore esterno e tutto ciò che vedeva erano due giovani, entrambi scalzi e spettinati, in allerta davanti ad una finestra aperta. Il cedimento della ragazza non era così strano – avrebbero dovuto prevederlo – ma il tempismo era stato assurdamente azzeccato. Solo una decina di minuti prima Killian avrebbe sfruttato il bisogno di salute per insistere che la strega tornasse immediatamente a casa. E sarebbe riuscito anche nell’impresa di farsi ascoltare da lei, probabilmente. Ora che aveva accertato trattarsi solo di una crisi risolta rapidamente senza esiti poteva invece ritenersi grato all’inconveniente. Gli aveva regalato la risata più genuina degli ultimi anni e in un attimo si era realizzato il crollo definitivo di quel castello di carta fatto di timori ed incertezze. Avevano impiegato così tanto per erigerlo che solo un imprevisto del genere riuscì a demolirlo quando le fondamenta erano state già minate dalle parole del venticinquenne.
Il leggero contatto che si era permesso (senza chiedere e senza preavviso, come un tempo) lo riportò alla realtà ancora più efficacemente della nausea della ragazza: era lì con lui, concreta e tangibile. In quel turbolento pomeriggio l’aveva sollevata, trasportata e medicata ma solo il leggero sfioramento durato attimi gli permise di immedesimarsi pianamente in se stesso e non nel basilisco, nell’Auror o nel babysitter di una ragazzina sbronza. Non era più nemmeno il ragazzo rancoroso che si era chiuso ermeticamente contro qualsiasi tentativo di riconciliazione o quello che avrebbe preferito ingoiare ancora ed ancora i propri sentimenti piuttosto che renderli espliciti in un atto di sincerità senza precedenti. Lo sbalordimento di sentirsi bene senza tutti quei costumi di scena lo destabilizzava almeno quanto la piccola curva tra le labbra di Amber. Si era voltata verso di lui, avvicinandosi, seguendo un’incoscienza che non era stata tanto azzardata nemmeno quando la vodka l’aveva resa un burattino dell’alcol. Killian reagì tornando serio, ma nulla che ricordasse l’espressione contrita e ostile che le aveva riservato fino a qualche momento prima. Contemplare i lineamenti morbidi della Tassorosso e percorrere con lo sguardo ogni piccola piega della sua fisionomia erano abitudini dimesse che ora tornavano a reclamare tutta la sua attenzione. Le occhiaie accentuate, il volto stravolto e i capelli aggrovigliati non la rendevano meno attraente di quando l’aveva osservata fasciata da abiti da ballo, o di quando l’aveva stretta sopra una lastra di ghiaccio trovandosi a pochi centimetri dal suo naso arrossato dal freddo. In tutte quelle occasioni – ed in innumerevoli altre – il desiderio che lo consumava dall’interno era stato sempre lo stesso. E sempre era rimasto insoddisfatto perché sbagliato, impossibile, pericoloso. Killian si chiese se quei termini avessero un senso, ora. Se si fosse sforzato un po’ di più, sicuramente i motivi per cui doveva mettere un nuovo freno lo avrebbero raggiunto con pieno diritto di sussistere. Invece che retrocedere, la mano scevra di anelli ma intessuta di linee sottili e quasi invisibili si sollevò di nuovo, anelando il calore delle gote imporporate. Con studiata lentezza posò il palmo aperto sul lato sinistro di quel volto che aveva eclissato qualsiasi altra cosa: i rumori della strada che entravano dalla finestra, quelli del fuoco ormai morente e la stanza che aveva smesso di vorticare.

«Ah no?», mormorò replicando all’avviso di non considerare il piccolo incidente come la risposta alla sua confessione. Il pollice scese dall’accarezzare la linea definita dello zigomo a quella morbida della bocca, dove gli occhi grigi sostavano incapaci di allontanarsi. «Credo che me la prenderò da solo, allora».

Senza porre fine al perfetto incastro tra la sua mano e la parte di viso circondata da esso, Killian fece ciò che si era impedito sin dagli albori della conoscenza con Amber Hydra. La prima percezione che esplose nella sua mente e nel suo animo fu la morbidezza delle labbra finalmente constatata e non solo immaginata. Poi venne il profumo leggero di lavanda che sovrastò senza difficoltà quello insistente dell’alcol. Doveva farsi bastare quelle inebrianti sensazioni donate solo dalla leggera pressione delle bocche unite, ma fermarsi ora richiedeva una dose di autocontrollo che a stento possedeva. Anche la mano sinistra raggiunse una posizione speculare dell’altra, poi entrambe scivolarono più in basso, andando in parte sul collo nudo e rovente. Dovette compiere una violenza contro la propria volontà per interrompere il bacio, ma anche allora non si tirò più indietro di qualche centimetro. Il minimo che gli consentiva di immergersi nelle iridi di rugiada e trovare la conferma che no, non era sbagliato, impossibile, pericoloso. O magari lo era, ma che anche a lei non importava più.

❖Killian Resween❖
Ispettore Auror - 25 anni - Outfit

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