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view post Posted on 10/8/2017, 15:41
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When the snow falls, the fox tries to survive.

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Aiden Weiss
26 anni ☘ Auror ☘ scheda [x]


A
veva lasciato l’Ufficio stracolmo di fogli da compilare, cartelline di casi da archiviare e alcuni rapporti da spedire a Rhaegar. La scrivania traboccava di pile che ricordavano con orrore la famosa Torre di Pisa, la torre che pendeva da un lato.
Se non fosse stato per quella ronda urgente che doveva svolgere ad Hogsmeade quel tardo pomeriggio, Aiden si sarebbe volentieri addormentato sulla scrivania dalla noia di quel doveroso - ma comunque importante - compito da ufficio. Ma promise a sé stesso che ci avrebbe pensato una volta terminata la ronda, ammesso e concesso che fosse riuscito ad ultimarla prima dell’ora di cena, altrimenti avrebbe rimandato il tutto all’indomani mattina.
Con indosso un maglione grigio e di lana - ad Hosgmeade aveva piovuto quella mattina e aveva rinfrescato parecchio - e dopo aver nascosto l'anello del padre mettendolo agganciato alla catenella con il ciondolo della volpe, si Smaterializzò dietro il negozio di Zonko. Con la giusta determinazione e concentrazione, aveva visualizzato il punto di arrivo e poi aveva eseguito con successo la Smaterializzazione, ritrovandosi completamente solo in quel pezzo di zona.
Il cielo era ancora grigio, forse un po’ di meno da quella mattina, ma faceva comunque freddo. Si mosse con circospezione, il passo leggero ma veloce, tra le vie del villaggio, in cerca di attività sospette. Non poteva permettere che l’illegalità o Maghi e Streghe amanti delle Arti Oscure sfiorassero anche solo di striscio una zona così vicina ad Hogwarts.
C’erano già stati problemi del genere alla Scuola e proteggere i suoi abitanti, la futura generazioni di Maghi e Streghe, era della massima importanza.
Notò una pila di casse di legno dietro il negozio di Mielandia e decise di salire sul tetto per avere una maggiore visuale sul villaggio e sulle sue vie. Saltò sulla prima pila e la usò come scala per raggiungere le successive pila, fino ad issarsi sul letto, facendo attenzione a non catturare l’attenzione del negoziante con il frastuono che avrebbe provocato se solo non si fosse impegnato abbastanza nel muoversi silenziosamente.
Si tenne ben saldo al tetto, rimanendo ben celato alla vista e con un berretto grigio che si era infilato in testa poco prima di salire, per evitare di essere notato a causa dei suoi sgargianti capelli rossi. La bacchetta era ben salda nella sua mano destra e gli occhi vigili non abbandonarono per un istante il traffico - seppur scarso - tra le vie di Hogsmeade. Poi, all’improvviso, individuò un’ombra scura strisciare rasente un muro nelle vicinanze del negozio di Safarà. Era avvolta in un mantello nero, il volto celato e rendendo impossibile all’Auror di stabilire se fosse uomo o donna, ma dal profilo poté capire che era alto ed esile. Non sarebbe stato difficile metterlo al tappeto.
Si concentrò e stabilì il punto in cui si sarebbe Smaterializzato, per poi richiamare la determinazione e concentrazione utili per eseguire correttamente la procedura. Con il classico rumore caratteristico della Smaterializzazione, Aiden apparve all’improvviso a pochi metri dalla figura incappucciata, la bacchetta si mosse subito con destrezza, prima puntata verso il petto dell’avversario, poi verso di sé ed infine di nuovo sull’avversario. Nella sua mente, scandì con chiarezza l’Incantesimo Non Verbale: Stupeficium! E un lampo di luce rossa partì nel momento esatto in cui l’avversario aveva realizzato cosa stava accadendo e aveva estratto la bacchetta troppo tardi. Lo mandò a schiantarsi contro il terreno, privo di sensi, con il mantello aperto e rivelando una figura femminile, giovane, con dei capelli biondi.
«Mi fermerei ad interrogarti, tesoro, ma temo che lascerò questo piacere ad alcuni colleghi ad Azkaban.» disse, avvicinandosi lentamente, mentre fingeva di rivolgersi ad una persona cosciente e non svenuta. «Consentimi di accompagnarti in quello che sarà un viaggio di sola andata. Desolato, tesorino, ma non faccio eccezioni a nessuno!» Si chinò e la perquisì mentre iniziò a fischiettare un motivetto allegro. Con un movimento deciso alzò la manica sinistra della donna per controllare se vi fosse impresso il Marchio Nero e appena lo vide sorrise soddisfatto. La sua deduzione e i suoi sospetti non lo avevano fatto sbagliare nemmeno quella volta.
Afferrandola per il braccio, si concentrò e fissò il punto di arrivo ad Azkaban, per poi svolgere l’atto della Smaterializzazione congiunta con decisione e sicurezza. Apparve quindi nell’atrio in cui trovò un altro Auror intento a sistemare un nuovo prigioniero in una cella. Con un movimento circolare del polso e visualizzando il ricordo più felice che possedeva al momento - quello in cui aveva riabbracciato sua madre una volta ritornato a casa dopo sette anni di esilio - lanciò l’incantesimo Expecto Patronum per tenere lontani i Dissennatori che si erano avvicinati nel vederli apparire. Una volpe guizzò dalla bacchetta e tenne a bada quelle figure che stavano a guardia della prigione magica Britannica, mentre Aiden trascinò di peso la donna ancora priva di sensi.
«Trevors!» esclamò al collega. «Ti dispiace se ti lascio questa Mangiamorte? L’ho trovata ad Hogsmeade, mi appresto a ritornarci per controllare che non ve ne siano altri.»
Il suo collega - un uomo nerboruto e con la faccia segnata da una ragnatela di cicatrici dovuta ad un Incantesimo Oscuro di cui era riuscito a scampare per miracolo - annuì seccamente. Non era molto contento di passare altri minuti in quel posto pullulante di Dissennatori, ma riconobbe che Aiden dovesse tornare sul luogo il prima possibile e proseguire con la ronda.

Una volta che ebbe firmato il registro della cattura, Aiden si Smaterializzò nella via principale ed estrasse il pacchetto di sigarette dal pantalone di jeans chiari, per poi portarsene una alle labbra e accendendola con il clipper che il Mago italiano, Maurizio, gli aveva regalato quando si erano incrociati la prima volta a Londra.
Si domandò come stava l’uomo, se era riuscito a passare il colloquio da Auror e se lo avrebbe rivisto per godersi una birra in un qualche pub e chiacchierare del più e del meno.
Soffiò una nube di fumo, mentre prese a passeggiare lungo la via.


PS: 175 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 26.5


 
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view post Posted on 11/8/2017, 11:13
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Spire di vento si insinuarono sotto la maglia non appena Niahndra uscì dalla porta del fruttivendolo con una busta di stoffa carica di mele; sembrava assurdo farsi tutta quella strada sin da Aberdeen – dove era tornata da qualche giorno – per delle semplici mele, ma solo lì vendevano la sua varietà preferita. Le aveva scoperte da poco e finché possibile ne approfittava specie perché Noreen, la ragazza che la ospitava, preparava una torta di mele che era la fine del mondo.
Stringendosi un poco nei vestiti, la Tassina infilò una mano nel sacchetto e arpionò uno dei frutti. Il sapore zuccherino le esplose sulla lingua e tutta contenta continuò a camminare per la stradina; poi, come ricordandosi di colpo qualcosa, cambiò direzione, inerpicandosi per quell'intricato labirinto di viuzze e viottoli rischiando quasi di perdere l'orientamento. E no, gli anni passati a scortare i primini non erano bastati perché imparasse a fondo la piantina del villaggio. Tuttavia conosceva bene la posizione della Stamberga e l'intenzione era quella di tenersene il più lontana possibile, anche a costo di allungare il percorso o perdersi; le sue sventure parevano gravitare intorno al sinistro maniero che tra le sue pareti aveva ospitato i suoi momenti più terrificanti.
Deglutì a fatica ripensando alle zanne acuminate di Paul e allo schiocco della sua mascella in quello spazio claustrofobico; ancora non riusciva a spiegarsi la sua fortuna sfacciata.
Immersa totalmente nel ricordo continuò ad infilare un passo dopo l'altro senza accorgersi della direzione intrapresa; si era avvicinata nella zona di Safarà, negozio dalla reputazione non troppo lusinghiera. Non era sempre facile trovarlo, si vociferava che fosse protetto da alcuni incanti svianti e di disillusione e ciò non faceva che peggiorare la sua fama; personalmente Niahndra si sforzava di tenersene alla larga, esattamente come cercava di non mettere piede a Nocturn Alley, ma quel giorno – per un ironico scherzo del destino – le cose erano andate diversamente. E lei avrebbe avuto tutto il tempo per pentirsene.
Il blup curioso che faceva l'aria quando veniva improvvisamente "riempita" la riportò alla realtà, bloccò istintivamente il passo, irrigidita, ed il boccone di mela le si incastrò in gola; a pochi metri da lei era appena comparsa una figura imponente, a colpo d'occhio notò i comunissimi indumenti – alla moda babbana – ed il cappello calato che contribuiva ancor più all'anonimato che il misterioso individuo pareva ricercare. Aderente al muro, a ridosso dell'angolo che aveva appena svoltato, Niahndra sgranò gli occhi, impossibilitata a vederlo in volto poiché le dava le spalle.
Prima che potesse far nulla, l'altro mosse il braccio e senza dire una parola un colpo rossastro si materializzò dal nulla, andando a scaricarsi impietoso su una seconda figura che la Tassina notò solo in quel preciso momento.
Niahndra si appiccicò ancora di più alla parete accucciandosi alla svelta per non essere notata, il corpo che trovava riparo nell'angolo dell'edificio costeggiato; chiuse gli occhi ed ebbe l'impressione che il cuore le rimbombasse proprio dietro le palpebre: ricordò gli istanti di terrore dell'ultima volta in cui si era trovata in quella posizione, addossata alle pareti scrostate della Stamberga con a pochi passi un ragazzo-lupo in preda alle convulsioni. Aprì e chiuse le dita accorgendosi solo in quel momento della mela sbocconcellata caduta per terra; mentre la mano sinistra era ancora serrata sulla busta, la destra cercò spasmodicamente la bacchetta. *Merda. Merda, merda, merda, merda.*
Doveva scappare e avvertire qualcuno: la polizia magica, un auror, chiunque; ma le gambe erano bloccate, non rispondevano, ed il respiro concitato rallentavano i suoi pensieri.
Che diamine stava accadendo? Era stato ingaggiato uno scontro? Il malintenzionato se ne era andato? E se l'avesse vista e fosse venuta a cercarla? Non si arrischiò a dare un'occhiata. La mente era ancora intrappolata nel ricordo, gli occhi d'ambra la fissavano senza riconoscerla, pronti ad inghiottirla nell'oscurità della casa infestata: nessuno l'avrebbe sentita tra gli ululati.
Dunque rimase lì, con la schiena schiacciata contro il muro, gli occhi serrati e le nocche sbiancate dalla presa sulla bacchetta.
• Niahndra Alistine | Tassorosso | 17 anni | Outfit
 
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view post Posted on 12/8/2017, 18:06
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Il Fato

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L’afa estiva aveva lasciato il passo ad una corrente di bassa pressione che aveva portato sulla Scozia rovesci e venti freddi. La popolazione del Nord, affatto abituata al caldo inaspettato che aveva angustiato la Gran Bretagna nelle settimane precedenti, aveva reagito con allegria ai temporali estivi. Anziché rimanersene rintanati in casa ad osservare con aria mogia l’acqua che scrociava sulle finestre, i britannici erano usciti, approfittando della frescura per svolgere tutte quelle attività che avevano rimandato in attesa di temperature più liete. Hogsmeade non era stata da meno ed ora che i rovesci s’erano acquietati ed il sole era rimasto ostinatamente nascosto da cupe nubi, gli abitanti del villaggio magico si riversavano per le tipiche stradine intente a svolgere le proprie commissioni e lavori. La ragazza incappucciata non era da meno: a passo svelto aveva macinato la pavimentazione di ciottoli, infilandosi in angusti vicoli e svoltando con impazienza agli angoli dei pub e dei negozi. Cercava un luogo in particolare ed i suoi occhi castani scorrevano le insegne, sillabando i nomi delle botteghe a mezza voce. Non si preoccupò d’essere udita da qualcuno poiché convinta, dal silenzio che la seguiva, che nessuno prestasse attenzione a ciò che stava bisbigliando. Ma la fanciulla non poteva sapere della veloce figura che camminava sui tetti e che si attirava inevitabilmente lo sguardo di coloro che, invece, potevano osservarlo bene semplicemente alzando il capo verso l’alto. I tetti di Hogsmeade non erano una strada facile da percorrere: le impervie vie fatte di tegole, abbaini e caminetti storti rappresentavano un percorso assai complicato anche per le gambe allenate di un Auror. Pur essendo vestito di grigio, mimetizzato contro il cielo buio, era impossibile non notare una figura accucciata fra i tetti delle case e dei negozi e molti bambini, trascinati via dalle madri, additarono il misterioso passeggiatore inusuale. La donna, in ogni caso, proseguiva per la sua strada e quando riconobbe il muro anonimo di una casa di mattoni grigi come l’abitazione vicina alla propria meta, sorrise ed affrettò il passo.
Quando Aiden Weiss si Smaterializzò sbarrandole la strada, la sconosciuta non si avvide del secco “crack” che annunciò la comparsa del suo assalitore. Prima che ella potesse rendersi conto del potenziale pericolo, un raggio rosso squarciò la semioscurità del viottolo: la donna non emise un suono e s’accasciò a terra con un tonfo. Quando Aiden, con tutta l’intenzione di far del bene, piombò su di lei per identificarla con tanto di allegro fischiettio, qualcuno gridò dietro una finestra, dopo esser stata attirata dal rumore sordo ed inquietante che la ragazza aveva fatto cadendo a terra di schianto. Prima ancora che Aiden potesse rendersene conto, una vecchia uscì fuori dalla casa adiacente la strada e puntò il dito ossuto contro il ragazzone.

« AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!! AIUTOOOOOOO!!! CORRETEEEE!! HANNO AGGREDITO UNA RAGAZZA!!! » L’anziana, sprezzante del pericolo, era uscita avvolta in una vaporosa vestaglia color menta e il suo piccolo e raggrinzito viso quasi spariva nella folta chioma di capelli bianchi, tutti attorcigliati con precario equilibrio in grossi bigodini viola. Richiamato da quel grido, un gruppetto di tre persone uscì fuori dalle porte di Safarà, il negozio che la giovane aveva riconosciuto e che s’affacciava al termine della salita che aveva visto l’aggressione. Fra questi, un giovanotto con una bombetta color kaki sporse il collo per vedere cosa stesse succedendo e, scorgendo il viso della ragazza proprio mentre Aiden le tirava su una manica (mostrando un tatuaggio punk di dubbio gusto con un teschio avvolto dalle spire di una vipera), corse in sua direzione estraendo la bacchetta.
« SEVERINA!!! Incespicò nella discesa urlando il nome della giovane, puntando l’arma contro Aiden, il viso pulito trasfigurato dalla rabbia. La gente, alle sue spalle, cominciava a mormorare. “Corri a chiamare il Ministero, Agenore!” stava urlando la vecchia a qualcuno oltre l’uscio della propria casa.
« EX-PELLIARMUS!» Urlò l’uomo, frustando l’aria con la bacchetta e Disarmando l’avversario. La bacchetta di Aiden, sfuggendo alla presa del suo possessore, roteò artisticamente nell’aria e rotolò all’incrocio della strada principale con una casa. « ALLONTANATI DALLA MIA FIDANZATA! E NON OSARE SMATERIALIZZARTI! » Gridò eloquente, agitando la bacchetta dinanzi a sé e avvicinandosi alla donna ancora svenuta. Poco distante qualcuno correva a perdifiato per le strade di Hogsmeade, diretto verso l’ufficio postale.



Questa NON è una Quest, ma il mio intervento è richiesto in quanto tu, Aiden, hai contravvenuto ad una regola del GDR piuttosto chiara. L’utilizzo dei PNG che non sia strettamente legato al proprio PG è severamente vietato, al di là di poche e rare concessioni concordate in primo luogo con l’admin. Al di là dell' aver svolto una sequela di azioni eccessive in un sol post ambientato in un arco di tempo relativamente breve (arrivi, sali sui tetti, cammini, ti smaterializzi, attacchi, perquisisci, ti smaterializzi di nuovo ad Azkaban, molli la disgraziata, firmi il registro, torni ad Hogsmeade e ti fumi una sigaretta), agisci contravvenendo non solo all’OFF ma anche all’ON. Oltre ad aver mosso un PNG Mangiamorte (di una fazione quindi opposta alla tua), il cui utilizzo è riservato SOLO al MasterHogwarts, Master Oscuro, Lord Voldemort e ai Mangiamorte stessi (con restrizioni), hai attaccato solamente perché la persona in questione aveva un mantello. Nel Mondo Magico non è poi così inusuale trovare gente avvolta dai mantelli e, anzi, è l’abbigliamento Babbano ad essere qualcosa di più inusuale in un villaggio di soli Maghi.
Per tanto ho ritenuto necessario intervenire ONGDR perché è importante prendersi la responsabilità di certe azioni. So perfettamente che eri in buona fede, ma è opportuno capire i propri limiti e che non sempre esagerare per fare bella figura è la risposta giusta per una role diversa dal solito.
Detto ciò, ti rimando al Regolamento:
Guida alla Community – Voce PNG
Domande Frequenti — Generale

Ora, ci siamo fermati a poco dopo lo Stupeficium: tutto ciò che segue questo incantesimo non è accaduto. Attualmente sei Disarmato (per questa volta non hai perso PS), la bacchetta è volata lontana da te, vicino al punto dov’è nascosta Niahndra.
Niahndra, la bacchetta è vicina alla mela sbocconcellata.

Ripeto che questa NON è una Quest: non riceverete nessun punto statistica né esperienza.
Per qualsiasi cosa, mandatemi un PM.

 
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Aiden Weiss
26 anni ☘ Auror ☘ scheda [x]


N
on si poteva essere perfetti, né come persona né come lavoratore. Aiden era sì un Auror, ma a volte perfino i Cacciatori di Maghi Oscuri poteva commettere degli sbagli, e per fortuna che quanto seguì non fu fatale!
Si rese conto di aver sbagliato, di aver sospettato di una persona innocente, nell’attimo in cui notò quel tatuaggio dallo stile punk, oltre che per il caos che esplose lungo la via. Una vecchia aveva preso ad urlare a squarciagola che per poco non gli perforò i timpani. Ruotò appena sulle scarpe, quel tanto che bastava per addocchiare l’anziana e scoccarle un’occhiata confusa. «Signora, si calmi, sono un Auror!» esclamò. «Vediamo di risolvere questo equivoco senza perdere la calma. La prego, signora!» Cercò ovviamente di usare toni dolci e calmi, volendo tranquillizzare l’anziana visibilmente spaventata e confusa dall’evento.
«Vorrei tanto che Murtagh fosse qui...» pensò con un sospiro, mentre tornava a guardare la ragazza esamine ai suoi piedi. Pensare al suo mentore gli fece venire un groppo alla gola, considerando che non avevano passato molto tempo insieme da quando era stato assunto e si domandò dove fosse finito quel vecchio scozzese.
Ancora Aiden non si era accorto della presenza a ridosso del muro, era troppo occupato a maledirsi mentalmente per quello sbaglio. Se sua madre l’avesse visto lo avrebbe sgridato per essere stato così impulsivo e frettoloso.
Non fece in tempo a fare alcunché che si ritrovò privo di bacchetta: gli era volata via, a seguito dell’Expelliarmus, come se gli avessero versato sulla mano del burro fuso per rendere vana la presa sulla sua bacchetta.
Aiden notò un ragazzo puntargli la bacchetta contro, intimandolo di non Smaterializzarsi. Si era palesato come il fidanzato della povera ragazza innocente che aveva appena colpito. Alzò le mani in segno di resa mentre si rimise in posizione eretta lentamente.
«Sono io l’Auror, qui, e ho commesso un errore, me ne rendo conto. Non c’è bisogno di allarmarsi. Posso dimostrarlo!» Indicò il maglione e chiese il consenso per poterlo sollevare quel tanto che bastava per rivelare il Distintivo che aveva appeso alla cintura dei pantaloni e che aveva fino a quel momento tenuto coperto per potersi muovere in incognito. «E’ stato tutto un equivoco. Mi ero appostato in una zona nascosta e quando l’ho vista venire in questa direzione ho temuto il peggio. Ho capito troppo tardi che era una semplice cittadina del villaggio. Mi dispiace, ok? Mi dispiace! Ho commesso un errore...» Cercò di dare una spiegazione dell’accaduto, in modo chiaro e conciso, ma non osò proferire la parola Mangiamorte per non allarmarli ancora di più o peggiorare quell’equivoco.
Prese un lungo respiro, non abbassando ancora le mani. Voleva dimostrare tutta la sua buona fede e collaborativo nel risolvere quello sbaglio. «Cercavo di fare il mio lavoro...»


PS: 175 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 26.5




Chiedo scusa Master, ho avuto una dimenticanza oltre che a voler semplicemente descrivere in maniera un po' sbrigativa un attimo della sua routine per poi dare spazio ad un momento normale con cui far iniziare la role. Mi dispiace molto per la confusione creata, la prossima volta lo terrò a mente e vedrò di scrivere un mp anche in caso di dubbi, in futuro.
Scusa anche a te, Miss, per questo mio errore.
PS: Ho accennato il mentore per fare un collegamento alla mia Quest di BG ormai ultimata. Spero vada bene.

 
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«AIUTOOOOOOOO!»
Il richiamo potente della vecchia signora riuscì a raggiungerla persino in quel terribile ricordo; non solo la raggiunse, ma ebbe il potere di scuoterla e riportarla alla realtà, nuovamente padrona del proprio corpo.
Ansante, la Tassina si strappò via i capelli dal viso e si scostò di poco dalla parete; era ancora bagnata per via della pioggia battente di quella mattina e aveva finito con l'inumidirle anche la maglia. La busta con le mele rimase a terra mentre lei si sporgeva carponi per spiare la scena; le grida della vecchietta – degne di un incanto antifurto gnaulante – stava attirato altre persone che, con altrettanto fegato, si stavano apprestando a dar manforte. A niente erano serviti i tentativi di chiarire la questione del malintenzionato comparso dal nulla.
*Un... auror?* La paura invece di diminuire, aumentò. Perché un auror, ammesso che dicesse il vero, avrebbe dovuto colpire a bruciapelo una povera ragazza? C'era dell'altro sotto? Oppure l'uomo non era chi diceva di essere? Era semplicemente fuori di zucca?
Uno spasmo la percorse quando la bacchetta dell'uomo gli volò dalle mani e finì a pochi passi dal nascondiglio dietro il quale Niah si era rapidamente rifugiata. Benché non avesse la minima intenzione di mettersi in mezzo, non riusciva neanche ad allontanarsi: la possibilità di andarsene senza essere vista o fermata c'era, eppure qualcosa la tratteneva lì. Curiosità, forse? Incoscienza?
Tornò a spiare dal suo angolo privilegiato. Adesso l'uomo di spalle aveva alzato le mani in segno di resa. In uno sprazzo di (opinabile) utilità, il suo cervello le inviò un segnale che non seppe identificare, la implorava di ricordare qualcosa, ma cosa?
Lo sguardo le cadde nuovamente sull'arma in legno e quel pensiero occupò la sua mente. Si slanciò in avanti a gattoni per recuperarla; una mossa dettata dall'istinto, da quell'occasione troppo ghiotta per poterla ignorare. Se tutto fosse andato come previsto, dopo aver afferrato la bacchetta dell'uomo misterioso sarebbe tornata ancora una volta radente al muro, sperando di non essere notata. L'attenzione fortunatamente sembrava essere concentrata altrove.

• Niahndra Alistine | Tassorosso | 17 anni | Outfit
 
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view post Posted on 24/8/2017, 14:54
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Il Fato

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No, la vecchia non s'era affatto calmata e anzi, aveva iniziato a schiumare di rabbia, sputacchiando improperi in direzione di Aiden e del Ministero; né si era tranquillizzato il giovanotto che ancora puntava la bacchetta in direzione dell'Auror, mentre la sua fidanzata giaceva ancora priva di sensi ai suoi piedi.
« Sei un Auror?! » Esclamò incredulo. « Hai schiantato una ragazza innocente, è questo il tuo lavoro? Parla! » Lo incalzò quasi ringhiando, il volto deformato da una smorfia di pura ira. Per quanto Aiden si prodigasse a spiegare l'equivoco, quell'apparente attacco immotivato continuava a passare di bocca in bocca fra le persone del posto e coloro che ancora sostavano sull'uscio di Safarà e facevano capolino dalle strade guardavano incuriosite il distintivo argenteo baluginare a quei pochi riflessi di luce, mormorando e bisbigliando fra loro. Niahndra, nel frattempo, approfittava di quel momento topico per agguantare la bacchetta di Aiden. Con scatto felino, la Tassorosso si era tuffata sull'arma e l'aveva acciuffata senza esser notata da nessuno. La gente, del resto, cominciò a seguire i vaneggiamenti della vecchia: "Ministero infame!", "Ora attaccano i cittadini disarmati!", "Dove andremo a finire? Si devono tutti vergognare!". Un coro di malcontento si alzava in un crescendo sempre più rumoroso, mentre gli sguardi di sempre più persone giudicavano il povero Aiden. Niahndra si nascose proprio nel momento in cui un grosso uomo si faceva largo dal piccolo capannello di curiosi in cima alla strada, avanzando verso il giovanotto ed Aiden. Era alto, ma era la sua mole a renderlo ancora più mastodontico. Nonostante ciò, aveva un viso mite e due grossi baffoni neri contornavano un naso a patata rosso come un pomodoro. Indossava un grembiule sporco di quella che sembrava farina e, alzando, una grossa mano pelosa, invitò i presenti a tacere.
« Artemio, per favore, perché non rianimi la povera Severina? » Si rivolse delicatamente al ragazzo, posandogli una mano sulla spalla. Questi tirò su col naso ed annuì e fu a quel punto che gli occhi nocciola dell'uomo sconosciuto si posarono sul volto di Aiden. Non v'era rimprovero dipinto sul suo viso maturo, ma non v'era neanche una rassicurazione né un cenno d'amicizia. Inespressivo, lo sconosciuto indicò il distintivo.
« Perché hai attaccato questa ragazza? Hogmseade è fatta di vicoli e strade nascoste. C'era qualcun altro qui? Aveva attaccato qualcuno?» Gli chiese severo ma calmo, incrociando le possenti braccia al petto.


Niahndra ha la bacchetta di Aiden.
 
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view post Posted on 25/8/2017, 10:20
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Aiden Weiss
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F
orse mostrare il Distintivo aveva peggiorato la situazione, ma sicuramente non sarebbe stato peggio del vedere arrivare alcuni suoi colleghi e far scoprire la sua identità come se volesse nasconderla ai civili per poter fare quello che gli pareva. Non era così: Aiden agiva sì in incognito, ma ora che aveva sbagliato aveva dovuto gettare la mascherare e palesarsi come Auror.
L’uomo che lo teneva sotto tiro era furioso come non mai e Aiden non sapeva come placarlo. Era una situazione scomodissima e avrebbe voluto che Murtagh o sua madre fossero lì con lui in quel momento, per consigliarlo.
Prese un profondo respiro. «Senti, sono perfettamente consapevole che avere un Distintivo non mi da il diritto di attaccare chi voglio, ma devi comprendere che sono anch’io un essere umano...» disse, cercando di spiegare in toni del tutto neutri e tranquilli per non aggravare la situazione, sottolineando bene l’ultimo termine. Voleva far capire all’uomo che tutti potevano sbagliare, anche gli Auror. «Posso sbagliare, ma posso anche rimediare. Sono esattamente come ognuno di voi, Auror o non Auror, ho commesso un terribile equivoco seguendo quello che è stato un istinto errato, che mi ha fatto pensare che la suddetta ragazza stesse compiendo un atto losco. Dal punto in cui mi trovavo si può fraintendere tutto....»
Più i secondi passavano, più Aiden si rese conto di avere molte persone sul luogo a guardarlo, giudicarlo ed accusarlo, oltre che ad accusare il Ministero stesso. Alzò ancora di più le mani per contenere la folla e i loro spergiuri.
«Il Ministero non c’entra nulla con tutto questo! La responsabilità è mia e mia soltanto!» disse ad alta voce per farsi sentire da tutti.
Poi un uomo mastodontico fece il suo arrivo, ma non era di certo l’aspetto o l’abbigliamento a catturare l’attenzione di Aiden, bensì la sua mole. Se quell’omaccione lo avesse colpito con un pugno, avrebbe aperto il povero irlandese in due. Eppure Aiden rimase fermo dov’era, le mani ancora alzate per cercare di non aggravare la situazione e dare motivo all’uomo che aveva ancora la bacchetta puntata contro di lui di attaccarlo.
Dopo un profondo respiro, Aiden prese a spiegare per l’ennesima volta. «Ero sul tetto di un edificio, un poco lontano dalla via in effetti, ma che aveva una vista ampia su gran parte della zona. Ho visto un’ombra muoversi velocemente tra i vicoli, diretta in questa direzione, verso Safarà. Questo è certamente un vicolo poco illuminato e certamente mi sono fatto sopraffare dalla fretta di voler fermare una potenziabile minaccia.» Fece una pausa, il tempo di decifrare lo sguardo del suo interlocutore. «Forse penserete che un Auror sia impeccabile, che non commetta errori ed effettivamente cerchiamo di non commetterne, ma siamo anche noi degli essere umani, che commettono sbagli. Non sono certamente il tipico Auror giovane tronfio di arroganza o che si finge la perfezione assoluta, anzi, ho ammesso il mio sbaglio e avrei rimediato io stesso a riparare l’equivoco se non fossi stato disarmato.»
Quante volte avrebbe dovuto ripeterlo? Quante volte avrebbe dovuto scusarsi?
Aiden si trovava in quella che era una sentenza in cui i civili erano sia i giudici che i carnefici. Quanto avrebbero impiegato a condannarlo per il suo errore?
All’improvviso venne investito dal ricordo di ciò che suo padre gli disse anni addietro, quando era poco più che quindicenne…

Era in salotto con il genitore, intento a guardarlo leggere alcune cartelline in cui vi erano rapporti o lettere da parte dei civili che si lamentavano di qualcosa. Aiden aveva chiesto a suo padre se anche gli Auror facevano degli sbagli a volte.
Suo padre aveva sospirato un sospiro.
«Sbagliano anche gli Auror a volte. Certo, si cercano di ridurre al minimo le possibilità, ma può capitare, soprattutto per chi è inesperto.»
«E…?» Sapeva che suo padre non aveva finito la sua spiegazione, non era il tipo di uomo che si limitava a poche parole per spiegare un concetto importante come quello.
«E non ci sarà giorno in cui non riceverai critiche sul tuo operato. Anche se metti a rischio la tua vita per le persone, a loro non gliene importerà. Ti guarderanno dall’alto al basso, ti giudicheranno e ti diranno che non fai abbastanza. Ma ci farai l’abitudine. La vita dell’Auror è ingrata.»
«E’ una cosa molto ingiusta, però!» fu la sua protesta. Aiden non aveva mai trovato giusto un simile comportamento.
Dal canto suo, suo padre aveva sorriso amaramente. «Le persone difficilmente ti ringrazieranno, più facilmente ti manderanno a quel paese. Tu pensa ad essere sempre sincero ed onesto, prima o poi i tuoi errori verranno dimenticati...» E aveva ripreso a leggere....

Ridestandosi da quel ricordo, Aiden batté le ciglia più volte, come per riprendersi. «Comprendo il vostro scetticismo, ma non avevo certamente cattive intenzioni. Eppure, è giusto che abbiate le vostre prove. Sono disposto a sottopormi volontariamente alle capacità di un Legillimens se ce né uno tra voi.» dichiarò con fermezza. «O volete ancora sollevare ingiurie contro il Ministero? Sono qui ad Hogsmeade per senso del dovere, perché è uno dei luoghi da sorvegliare con costanza data la vicinanza con Hogwarts.» Spalancò le braccia come per arrendersi. «Adesso sta a voi. Potete restare qui a giudicarmi aspramente o potete accertarvi della mia onestà e risolvere civilmente la questione. A voi la decisione!»

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*Che cosa stai facendo?* Un ammonimento a denti stretti, anche se solo nella sua testa.
Ma era già troppo tardi. Le dita si erano chiuse sulla bacchetta, determinando il suo coinvolgimento nella faccenda, e mentre il corpo si muoveva a proprio piacimento per riportarla nel suo anfratto la testa continuava a macinare improperi. Proprio non poteva farsi i fatti suoi, neh?
Basta, quella sarebbe stata l'ultima volta, aveva chiuso con Hogsmeade, promise; quel maledetto villaggio ospitava tutte le sue esperienze più balzane, avrebbe dovuto considerare seriamente di non frequentarlo più, neanche per tutte le torte di mela al mondo.
Senza la minima idea di cosa fare, Niahndra spostò lo sguardo ora su una mano ed ora sull'altra, soppesando le bacchette; nella destra teneva la sua, nella sinistra quella dell'uomo. Cosa diamine avrebbe dovuto farci adesso? E se qualcuno l'avesse sorpresa lì? Col batticuore si guardò intorno.
Gli animi si stavano scaldando rapidamente e la cosa la metteva a disagio; non si fidava delle persone in condizioni normali, figurarsi in uno stato di stress: non le piacevano né l'imprevedibilità delle risposte né tanto meno l'irrazionalità dalla quale i più si facevano dominare quando sentivano di non avere il controllo della situazione. Neppure lei ne era immune, ma se non altro si sforzava di agire secondo logica.
Un'altra cosa che non le piaceva era non capire. Non sapeva spiegarsi la scena a cui stava assistendo, non sapeva spiegarsi il comportamento dell'uomo, non sapeva distinguere la verità dalla menzogna. Perché le interessava tanto? Perché no? Mica si poteva vivere temendo ogni istante di poter essere attaccati alle spalle, no? Voleva capire chi diamine fosse quell'individuo, cosa lo avesse spinto, quali fossero le sue motivazioni; costituiva un pericolo? Di che genere?
Affinò l'udito cercando di cogliere il più possibile della conversazione; un omone aveva fatto la sua comparsa, probabilmente un cuoco o un fornaio a giudicare dal grembiule. La sua presenza imponente, l'espressione tranquilla e padrona della situazione, lo identificarono immediatamente come il portavoce della folla. Ce ne era sempre uno, che spiccava, distinguendosi per rispetto, carisma, esperienza, presenza. Poteva essere lui?
Ascoltò l'ennesima scusa. Un errore, uno sbaglio, un fraintendimento. Una ragazza era stata schiantata su quelle basi? Era così che operavano gli auror? Possibile che vivessero in simili tempi?
Il ricordo della Goodheart le tornò alla memoria e cercò di far combaciare la figura della donna – l'idea che si era fatta di lei, l'ammirazione che aveva provato non solo a Cluny ma anche successivamente tra i banchi di scuola – con le parole dell'uomo, senza riuscire a farsene una ragione.
Benché non fosse esattamente portata per la mediazione, le piaceva immedesimarsi nei rispettivi punti di vista, ma l'imposizione squadrata del suo pensiero la portava spesso a giudizi severi ed intransigenti. Sbagliavi? Ne affrontavi le conseguenze, e non parlava di un finto processo alla mercé del popolino. Si era chiesta più di una volta se non fosse troppo dura con sé e con gli altri, e dunque pur rimanendo convinta del suo modo di pensare era curiosa di sentire l'opinione del nuovo arrivato.
Come avrebbe reagito? Di sicuro non si aspettava una resa facile.

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view post Posted on 2/9/2017, 10:30
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Il neo eletto portavoce della folla studiava con attenzione il volto dell'Auror. L'espressione neutra dipinta sul suo volto non lasciava spazio ad interpretazioni alcune, ma l'uomo dentro di sé sapeva che Aiden era in buona fede. Tuttavia la sua scusa non reggeva e non si potevano certo ignorare i borbotti della folla, sempre più accorati ed irriverenti. "Io non mi sento sicuro con questi Auror! Non sanno neanche loro cosa fare!", "Atti loschi? Quali atti loschi?" "Da quale visuale? Dove stava?" "Sempre ad accampare scuse questo Governo!": erano così tanti che coglierli tutti era impossibile per l'orecchio umano.
Nel frattempo Artemio rianimò la sua fidanzata con un oculato Innerva e quando Severina aprì gli occhi si guardò intorno stupita, massaggiandosi il petto.

« Artemio? Cos'è accaduto? C-cosa ci faccio per terra? C'era un uomo davanti a me e... oh! » Guardandosi intorno, i suoi grandi occhi azzurri incrociarono spauriti il viso di Aiden e la giovane donna tremò, buttandosi fra le braccia del suo amato. « Artemio, cos'ho fatto? Cos'ho fatto? » Ripeté spaventata, scoppiando a piangere. Il ragazzo l'abbracciò ma il suo sguardo di fuoco, oltre la spalla di lei, andò ad incenerire il viso dell'Auror. Artemio però non disse nulla poiché lo sconosciuto, dopo una veloce occhiata ai due piccioncini, tornò a squadrare Weiss.
« Personalmente la tua storia non mi convince ed è ridicolo che un Auror schianti qualcuno sulla base di un sospetto tanto ridicolo. Non è previsto dalla legge che prima di attaccare si proceda ad interrogare il sospettato? Perché colpirlo? E a dirla tutta non trovo neanche motivo di reputare la ragazza un sospettato. Non vorrai forse insinuare che le strade di Hogsmeade sono poco sicure tanto da dubitare di chiunque indossi un mantello? È una giornata uggiosa e fredda, tre quarti della gente qui sta indossando un mantello. » L'uomo indicò con il capo il popolino di cui, effettivamente, buona parte era avvolta in un mantello. Lo sconosciuto sospirò ed i suoi grossi baffi tremolarono nell'aria, scossi dalla vibrazione. « Nonostante non approvi affatto il tuo operato, né le tue giustificazioni mi sembrino valide, ti giudicherà il tuo superiore, non io né nessun altro dei presenti. » Alzò la voce e, nell'ultimo punto, si premurò di squadrare il capannello di curiosi con eloquenza. Il chiacchiericcio si spense all'istante, tanto era il carisma e l'autorità che quell'uomo baffuto emanava. «Non ti spiacerà rimanere qua e intanto scusarti con questa poveretta, no? » Si rivolse nuovamente ad Aiden, indicando con la grande mano ruvida la schiena della ragazza ancora abbracciata al suo uomo e i cui singhiozzi, lentamente, cominciavano a scemare.

Nel frattempo, recuperata la bacchetta, il cuore agitato di Niahndra la spingeva a rimanere nascosta oltre la sicurezza di quel muro. Era difficile credere che un Auror attaccasse qualcuno sulla base di un vago sospetto e non si poteva certamente biasimare la brillante Tassorosso se la cautela l'aveva spinta fino a quel punto. C'era, tuttavia, quel pizzico di incosciente curiosità che ancora la spingeva a rimanere attaccata alla parete, le orecchie ben tese e la bacchetta del presunto nemico ancora stretta in una mano mentre nell'altra stringeva la propria. Ma fu proprio nel momento in cui Niahndra si distrasse ascoltando il discorso dello sconosciuto che un altro uomo la vide.

« Ehi tu! Sì, tu! » La chiamò con voce imperiosa, ma senza gridare. Arrivava dalla strada principale ed aveva l'aria affannata ed il fiatone. Aveva corso e gocce di sudore gli imperlavano la fronte ampia e coperta da una zazzera di capelli biondo sporco ed appiccicaticci. Aveva più o meno una trentina d'anni ed un'ispida barbetta da capra gli copriva il mento pronunciato.
« Che cavolo stai facendo lì, di chi sono quelle bacchette? » Si avvicinò alla Tassorosso estraendo l'arma dalla tasca del mantello verde bottiglia che sventolava dietro di sé. Il suo sguardo accusatore non abbandonò neanche per un istante il viso della fanciulla e sebbene avesse di fronte nient'altro che una ragazza, l'uomo non abbassò la guardia. Aiden Weiss aveva scatenato un clima di sospetto che per lungo tempo, a fronte degli ultimi eventi, era stato covato nel cuore degli abitanti di quel ridente villaggio.
 
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view post Posted on 5/9/2017, 14:54
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Aiden Weiss
26 anni ☘ Auror ☘ scheda [x]


N
essuno aveva creduto alla sua spiegazione, come c’era da immaginarsi. Delle stupide scuse, le reputavano, eppure Aiden era stato onesto, si era addirittura offerto volontario per essere ispezionato da un Legillimens sebbene non apprezzi granché l’idea di avere qualcuno nella sua mente.
La ragazza, nel frattempo, era stata rianimata e Aiden le concesse fin da subito un piccolo inchino con il capo in segno di scuse. Era consapevole che non sarebbe bastato, forse niente sarebbe bastato, ma lo fece comunque, in buona fede. Lo sguardo di fuoco del suo fidanzato lo avrebbero incenerito all’istante se avesse potuto, perciò evitò di farlo adirare ulteriormente, tornando a fissare l’uomo grosso con il grembiule.
Si sentiva già condannato per quello sbaglio, sebbene non avesse ucciso nessuno. Nessun altro avrebbe osato giudicarlo, ecco per il suo Superiore, così aveva detto l’uomo. Il pensiero che Rhaegar potesse revocargli il Distintivo per quello sbaglio lo fece star male.
Dov’era Murtagh? Aveva un mentore eppure non lo aveva, quel vecchio Auror non si era fatto più vivo dal loro primo incontro, probabilmente troppo indaffarato a raccogliere nomi per quella dannata lista che gli doveva.
A quanto pare avrebbe dovuto affrontare la sua punizione con il Capo a seguito di uno sbaglio da novellino. Odiava la cosa, ma Rhaegar doveva tener conto della cosa. Era stato educato fino ad un certo punto, le situazione sul campo era tutt’altra faccenda e lui doveva ancora farsi le ossa a riguardo.
Sospirò pesantemente, non potendone più di quella situazione oltremodo imbarazzante. Dovette quindi limitarsi ad annuire alla richiesta dell’uomo mastodontico, anche perché non poteva fare altro fino a nuovo ordine, a parte - forse - recuperare la sua bacchetta.
Già, dov’era la sua bacchetta?
Tornò a fissare la donna che aveva colpito per errore e fece un inchino. «Ti chiedo immensamente scusa per l’increscioso errore.» Avrebbe voluto spiegare che non era stato assunto da molto, ma a nessuno sarebbe importato, per il popolino gli Auror dovevano sapere in partenza cosa fare, senza commettere errori. Sarebbe stato sempre così, per ogni mestiere. «E il Ministero non c’entra nulla, ti chiedo dunque di prendertela direttamente con me se non accetterai le scuse.»
Aiden tornò nella propria posizione eretta e fissò l’uomo con il grembiule. «E’ possibile almeno controllare dove sia finita la mia bacchetta? Non che desideri riaverla subito, ma non voglio nemmeno perderla. Perciò, se è possibile almeno scoprire dove sia, sarebbe già più che sufficiente.»

PS: 176 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 26.5


 
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Avrebbe dovuto aspettarselo.
La sua mente aveva già vagliato le diverse implicazioni di quella scelta avventata, rapidamente e all'oscuro del conscio, troppo tardi perché l'istinto potesse essere fermato; adesso c'era dentro e sperare di passare inosservata sarebbe stato stupido quanto ingenuo. E a Niahndra piaceva pensare di non rientrare in nessuna delle due categorie.
Eppure ciò non le impedì di sussultare violentemente quando, calata nello scambio di battute tra i due uomini, una terza voce pericolosamente vicina si rivolse a lei; la fonte si trovava alle sue spalle, esterna al suo campo visivo e la Tassorosso si maledisse per essersi fatta sorprendere con la guardia abbassata.
Tenendo le mani ben visibili all'altezza della testa (e dunque, le bacchette), si alzò in piedi lentamente girandosi al contempo per fronteggiare il nuovo arrivato. Dava l'impressione di aver corso a perdifiato ed in automatico Niah si chiese perché: dubitava che fosse nel bel mezzo della sua corsa quotidiana o che stesse scappando/inseguendo qualcuno dato che in tal caso non si sarebbe preso la briga di perdere tempo con lei; allora forse era stato avvisato dell'incidente? Come? Oppure era presente e si era allontanato, per poi tornare un'altra volta? In tal caso, perché? Che avesse diramato la notizia? Sarebbe effettivamente giunto qualcuno di competente?
Sul volto di lei correvano indomite lo sconcerto, la preoccupazione ed un pizzico di paura; guizzi di emozioni incapaci da trattenere, segnavano i lineamenti, corrucciavano le sopracciglia, marcavano la piega delle labbra. Nonostante i capelli sul viso, le parve di distinguere il medesimo stato d'animo in lui: avrebbe potuto far leva su quello, se la verità non fosse stata abbastanza.
«C'è stata un'aggressione, signore.» Si umettò le labbra secche. «Un uomo... ha attaccato dal niente una ragazza, ho avuto paura e mi sono nascosta. Qualcuno deve averlo disarmato e non sapendo cosa fare ho preso la sua bacchetta, — accennò all'arma lignea sulla sua sinistra che delicatamente porse al giovane uomo per l'impugnatura — l'altra è mia. Come ho detto, siamo tutti un po' sul chi va là.» La possibilità di essere scambiata per un complice o comunque per una minaccia era da scongiurare, visto il grilletto facile dei presenti; per questo non era particolarmente contenta di essere tenuta sotto tiro e per questo non pensò neanche un attimo di consegnare la propria di bacchetta. Tuttavia, se l'uomo gliel'avesse concesso, l'avrebbe riposta nel cinturino dei pantaloni, per dimostrare buona fede. «Immagino che adesso quella possa anche abbassarla, sono già partiti troppi incanti offensivi, non le pare? Forse è il caso di lasciare la questione in mano a qualcuno di più adatto.» Deglutì nervosamente. «Vorrei solo andare a casa.»
• Niahndra Alistine | Tassorosso | 17 anni | Outfit
 
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view post Posted on 11/9/2017, 17:49
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Regnava una certa tensione in quel minuscolo spiazzo dove gli annoiati paesani avevano assistito ad un evento fuori dall'ordinario delle loro ripetitive vite. Le polemiche sembravano essersi arrestate, ma un diffuso e quasi inudibile brusio continuava a passare di bocca in bocca. Per quanto ci si sforzasse, però, solamente chi faceva parte del capannello di curiosi poteva sapere di cosa s'andava discutendo. Nessuno, tuttavia, guardò di buon occhio il povero Aiden quando questi si inchinò educatamente nei confronti di Severina. La ragazza, un po' confusa, aveva voltato lo sguardo quando si era sentita nominare dall'uomo baffuto e aveva guardato Aiden con gli occhi spalancati. Si era stretta al petto del suo uomo, ma aveva accennato appena col capo in direzione dell'Auror, in un segno di inequivocabile timido perdono. Non disse nulla e con un sospiro tornò ad abbandonarsi sul petto del fidanzato. Artemio, che poco prima le aveva spiegato quanto successo, scosse il capo e senza degnare di un solo sguardo Aiden, sussurrò qualcosa nell'orecchio della fanciulla, facendola sorridere. I due piccioncini sembravano aver ritrovato la calma e quando Artemio aiutò Severina a rialzarsi (che con una certa discrezione, si premette una mano sul grembo coperto dal mantello), i due rimasero a guardare la schiena di colui che si era eletto loro difensore.
« Non può cavarsela così, Flavius. Forse il tuo vecchio capo...» Esordì d'un tratto Artemio, circondando con un braccio le spalle della ragazza. Flavius, ecco scoperto il nome dell'uomo, si voltò verso di lui con un certo impeto prima che questi potesse terminare la sua affermazione e lo squadrò con intensità. « E cosa vuoi fare? Mandarlo alla gogna? No. Il ragazzo qui è uno sprovveduto non lo nego, ma non sta a noi decidere per lui. Ed è l'ultima volta che lo ripeto. » Scosse il capo ed i folti baffoni ondeggiarono per qualche minuto sopra le sue labbra sottili. Tornò quindi a guardare Aiden e grugnì un'affermazione indefinita. Era evidentemente contrariato, ma era altrettanto animato da un senso di giustizia molto più sincero e reale di coloro che erano lì radunati. Del resto, Artemio era mosso da puro rancore e per quanto riguardava i curiosi... beh, loro volevano solo vedere una lite e approfittarsi di una qualsiasi scusa per addossare colpe a chiunque capitasse a tiro. Flavius lo sapeva bene e si limitò a voltare le spalle al ragazzo per farlo desistere dal ribattere ancora.
« La tua bacchetta? Sì, suppongo che... qualcuno l'ha vista? » In risposta alla richiesta di Aiden, Flavius interrogò con gli occhi i presenti, guardandoli uno ad uno: tutti scossero la testa ed Artemio non aprì bocca, evitando accuratamente lo sguardo dell'uomo e guardando il ventre della sua fidanzata. Le mormorò qualcos'altro cui lei rispose affermativamente, lasciando in lui una perplessità che gli si dipinse sul volto giovane e sbarbato.
« Avanti, su, cercatela che diamine aspettate? E tu Weiss, non muoverti. Non so se ti giocherai il distintivo, ma faresti bene a rivalutare il tuo presunto lavoro. » Dopo l'eloquente sprono, la folla cominciò a guardarsi intorno con scarso interesse. Qualcuno si approfittò del movimento per filarsela, deluso da com'era andato a finire quello che si era prospettato come un linciaggio popolare.

Nel frattempo Niahndra fronteggiava un altro sconosciuto che,però, non sembrava essere sospettoso come coloro poco più avanti. Annuì con un sospiro alle parole della ragazza ed abbassò l'arma (ma non la rimise al proprio posto).

« Suppongo tu sia capitata nel momento sbagliato al posto sbagliato tanto quanto me. » Con il dorso della mano si asciugò una goccia di sudore che gli stava colando sugli occhi. L'umidità cominciava a farsi pesante ed il sole iniziava a penetrare fra le spesse nubi. Fu in quel momento che la voce di Flavius che incitava la gente giunse anche alle loro orecchie. Guardando oltre la spalla di Niahndra, l'uomo fissò un punto indefinito; quindi si riscosse ed afferrò la bacchetta di Aiden che la Tassorosso gli stava porgendo.
« Tu hai visto tutto, no? Forse dovremmo farglielo sapere e dare questa bacchetta a chi di dovere. Credo che il gufo che ho inviato raggiungerà a breve il Ministero. » Aggiunse quasi sovrappensiero, stringendo ambo le bacchette nelle mani ed affacciandosi oltre l'angolo che, fino a quel momento, era stato il riparo per Niahndra Alistine ed i suoi timori.
« Vuoi rimanere qua? » Bisbigliò l'uomo, voltandosi appena in sua direzione.
 
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view post Posted on 13/9/2017, 08:27
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Aiden Weiss
Auror ☘ Ex Grifondoro ☘ 26 anni ☘ Outfit


Era stato tacitamente perdonato dalla ragazza, ma Aiden doveva ancora ricevere il perdono più grande: quello da sè stesso!
Non riusciva a perdonarsi l’errore e mentre osservò la coppia con la coda dell’occhio, notando quelle mani sul ventre, Aiden capì. Ella era probabilmente incinta e il solo pensiero di aver rischiato di uccidere un povero infante, un innocente, gli stava bruciando l’anima.
La voglia di affogare le lacrime che con forza reprimeva affinché non uscissero, era troppa, ma sapeva che non lo avrebbero lasciato andare e lui non se ne sarebbe andato prima di riavere la sua bacchetta. Quel Flavius aveva dato ordine di cercarla, mentre lui restava in zona. Si era seduto su una cassa bassa e si era preso la testa fra le mani.
Troppe emozioni in una sola volta, troppi sensi di colpa e troppi timori. L’idea di essere radiato dal Dipartimento Auror era terribile e non aveva idea se Rhaegar lo avrebbe o meno licenziato per quello sbaglio. Ma non aveva ucciso nessuno o almeno sperava, sempre se la donna che aveva colpito non avrebbe perso il bambino a causa sua. Poi sarebbe stato un assassino, il peggiore, e a quel punto tanti saluti, Azkaban sarebbe stata la sua nuova casa.
Soffocò un singhiozzo mentre si sfregava gli occhi che bruciavano. Non era il caso di piangere, non davanti a quella gente.
Serrò i pugni e tremò. Suo padre sarebbe stato deluso se lo avesse visto.

PS: 177 ☘ PC: 129 ☘ PM: 124 ☘ EXP: 27


Chiedo scusa per il post scarso e per l'improvviso cambio di code grafico.
 
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view post Posted on 25/9/2017, 15:05
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Ormai in bocca non le era rimasta neanche l'ombra del sapore zuccherino delle mele, e anzi avrebbe volentieri sputato per far sparire quell'amaro che sentiva sulla lingua.
Si rilassò appena quando l'uomo ebbe abbassato la bacchetta, ma non mancò di notare che questa non venne riposta del tutto. Non le aveva creduto? La considerava un pericolo? Oppure, semplicemente, non voleva farsi sorprendere in quel confuso susseguirsi di eventi?
Annuì grave mentre si spostava le ciocche moleste dal viso. Non avrebbe saputo dire se fosse per via dell'adrenalina in corpo o del cielo che finalmente lasciava passare qualche raggio, ma l'umidità sulla schiena non le provocava più alcun brivido ed anzi divenne quasi necessario sollevare le maniche della maglia fin sopra al gomito.
«Io ero qui, ma...» Ma cosa? "Non so se me la sento"? "Non so cosa ho visto"? "Non voglio avere a che fare con questa storia"? Non le piacevano le implicazioni del mago, non le piaceva l'eventualità di dover testimoniare o di dover essere coinvolta in qualunque altro modo.
La voce dell'omone col grembiule si alzò di qualche tono e raggiunse persino loro; a quanto pareva la sparizione della bacchetta dell'incriminato era stata notata e la possibilità che lei vi fosse in qualche modo legata la inorridì tanto che un vero e proprio sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra quando l'altra la alleggerì di quel pesante fardello. «Crede che manderanno un auror?» Si spiegava adesso il motivo del suo affanno, doveva essere partito di gran carriera verso l'ufficio postale per avvisare le autorità: stava per scatenarsi un bel trambusto, roba da articolo in prima pagina sul Profeta, e lei rischiava di finirci intrappolata. C'era forse un modo per svignarsela? Smaterializzarsi lontano da lì e dimenticare quella storia? Ne dubitava.
Prese un profondo respiro con l'aria di chi si avvia al patibolo. «Sono dietro di lei.» Non avrebbe potuto sottrarsi alle proprie responsabilità per sempre, no?
• Niahndra Alistine | Tassorosso | 17 anni | Outfit


Chiedo scusa per il ritardo.
 
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view post Posted on 28/10/2017, 17:17
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L'uomo, sul limitare dell'angolo, si voltò in direzione di Niahndra e la guardò un istante.
« Spero proprio di sì! » Rispose speranzoso alla domanda di lei, abbozzando un sorriso incerto. Molto probabilmente credeva che quell'espressione potesse rassicurare la Tassina, e non si rese conto del disagio che la giovane, invece, stava provando in quel momento. Fu per questo che non indugiò ancora e, uscendo dal vicolo, si incamminò in direzione del capannello di persone, alzando una mano per attirare l'attenzione.
« Flavius! Ho la bacchetta! » Annunciò a voce chiara, ignaro di ciò che avrebbe potuto scatenare nella ragazza che gli camminava pochi passi dietro. Qualcuno bisbigliò un "ora diamogliela così ci ammazza tutti!", ma si udì chiaramente la voce di un'anziana proferire con una certa acidità: "il ragazzo ha già confessato e si è scusato, cos'altro vogliamo fare, spedirlo ad Azkaban?". E fu proprio per il modo in cui la donna parlò, non curandosi di abbassare la voce, che le persone di fianco a lei si scansarono, isolandola dal gruppo come un'appestata. Era una donna molto alta per la sua età, evidentemente molto avanzata per la fitta ragnatela di rughe che le scalfiva un volto che, un tempo, doveva esser stato molto attraente. Portava un cappello da Strega, sormontato da un buffo foulard color nontiscordardimé che aveva annodato sotto il mento. La sua veste, di ricca e pregiata fattura, era del medesimo colore e le arrivava fino ai piedi.
« Avanti, su, dategli quella bacchetta, non vedete che è in procinto di scoppiare in lacrime? Potrebbe essere vostro figlio o nipote. Nessuno di voi gargoyle ha mai fatto un errore? » Per nulla intimorita dallo sguardo di fuoco che i compaesani le rivolsero, la vecchia continuò, stoica; infine indirizzò il dito ossuto verso il viso di Niahndra che, nel frattempo, s'era arrestata poco lontana da Flavius, vicino il suo presunto accompagnatore. Quest'ultimo, perplesso, guardava prima l'anziana, poi Flavius.
« Avete coinvolto pure una ragazzina. Oh andiamo! Va troppo per le lunghe. Insomma, Severina, cara, stai bene, no? E allora via, è finito lo spettacolo! » Berciò con tono acido, scuotendo in aria le mani come se stesse scacciando delle mosche.
« Ma la mia fidanzata è incinta! Questo idiota l'ha colpita alle spalle ed è persino un Auror! Dobbiamo fargliela passare liscia? No! » La voce di Artemio, resa fin troppo acuta forse dalla rabbia, sovrastò la vecchia ed il ragazzo avanzò di un passo, minaccioso. Alcuni dei presenti si allontanarono, ma altri, attirati dal diverbio ora acceso, si ammassavano intorno ai protagonisti.
« Lo vedo che è incinta, giovanotto, ne ho fatti nascere tanti io, so riconoscere una madre quando la vedo. » Sputò la vecchia con stizza, avvicinandosi, di tutta risposta, ad Aiden e posandogli una mano sulla spalla. « Ma se anche Flavius ha detto che è uno sprovveduto, non si può continuare questa ridicola crociata in pubblica piazza. E coinvolgere anche una creatura! » Ancora una volta la donna guardò Niahndra, ma proprio mentre stava per aprire bocca, Flavius parlò.
« Adesso basta! Alfea, per l'amor di Dio, sappiamo tutti che il ragazzo qui ha ammesso il proprio errore, ma lasciarlo andare così non sarebbe giusto nei confronti di Severina e Artemio nonché per lo stesso ragazzo. Staremo qui finché non arriverà una comunicazione del Ministero. E piuttosto, Charles, dammi la bacchetta del ragazzo, la terrò io. » Il suo tono imperioso riuscì persino ad azzittire l'anziana donna che, però, non si spostò dalla propria posizione e continuò a dare qualche pacca sulla schiena dell'Auror. Charles, nel frattempo, consegnò la bacchetta di Aiden a Flavius e, nel farlo, s'avvicinò al suo orecchio. Cosa gli disse non fu percepibile né da Niahndra né da Aiden, ma gli occhi di Flavius si posarono sulla ragazza.
« Tu eri qui. Dimmi bambina, cos'è che hai visto? »
Ora tutti gli sguardi dei presenti erano su Niahndra Alistine, la chiave di quel dibattito che ora aleggiava fra i presenti: Aiden Weiss stava dicendo la verità o era tutta una farsa ed in realtà era un sadico aggressore? C'era chi credeva effettivamente alle parole di Aiden, ma da quando era stato chiarito che Severina, la donna colpita, era incinta, l'opinione dei presenti ora era cambiata e s'era fatta più crudele e meno restia a credere alla versione dell'Auror. I bisbigli ricolmi di disprezzo additavano Aiden Weiss come un mostro che aveva la passione di aggredire giovani donne e i più non credevano nemmeno al tremore che scuoteva il povero ragazzo.
Intanto un gufo bruno solcava i tetti di Hogsmeade, in procinto di raggiungere la piazzetta incriminata.




Scusate l'increscioso ritardo, ragazzi.
 
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